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MIOTTO, PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO VENETO: IL RAPPORTO AZIENDA-COLLABORATORE, VERO PATRIMONIO DELL’ARTIGIANATO, MESSO A RISCHIO DALLE NUOVE REGOLE SULLA DISOCCUPAZIONE

16/02/2009MIOTTO, PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO VENETO: IL RAPPORTO AZIENDA-COLLABORATORE, VERO PATRIMONIO DELL'ARTIGIANATO, MESSO A RISCHIO DALLE NUOVE REGOLE SULLA DISOCCUPAZIONE La recentissima direttiva del Ministero del Lavoro (emanata il 10 febbraio 2009), tra i primi provvedimenti applicativi della Legge 185 in materia di ammortizzatori sociali, crea un problema non di poco conto  per l'artigianato: rischia di far perdere la vera ricchezza e il vantaggio competitivo delle PMI: il loro capitale umano. Assimila infatti i dipendenti che percepiscono l'indennità di disoccupazione, il nuovo strumento a disposizione delle imprese artigiane da gennaio per la sospensione temporanea, a quelli dell'industria che ricorrono alla CIGS in deroga (strumento diverso da quello adottata dalle nostre imprese e utilizzabile in casi di mancanza di lavoro molto lunga) oppure alla mobilità a seguito del licenziamento."Un fatto molto grave -ammette preoccupato Claudio Miotto Presidente della Confartigianato Veneta- che applica un concetto giusto: obbligare le persone in cassa integrazione di lungo periodo ad accettare altri possibili lavori, al comparto sbagliato".  Il provvedimento in sostanza prevede che alcune tipologie di lavoratori (coloro che percepiscono la CIGS in deroga, la mobilità e la disoccupazione pur essendo sospesi temporaneamente) saranno inserite in una speciale banca dati dell'INPS a disposizione dei centri per l'impiego ed alle agenzie private per essere comunicati ai singoli datori di lavoro che manifestino disponibilità ad assumerli.  "Una modalità -prosegue Miotto- che annulla uno dei grandi vantaggi dello strumento e che tanto lo ha fatto apprezzare al nostro comparto manifatturiero in gran parte dedito alla subfornitura: poter richiamare al lavoro in qualsiasi momento il dipendente "sospeso"  offrendo in questo modo all'azienda artigiana la possibilità di mantenere il contatto con i committenti/clienti anche in un momento di ordini a singhiozzo come accende in questa fase di crisi"."Non è stato compreso -sottolinea Miotto- come le finalità che si devono perseguire  in una situazione di crisi come quella attuale siano quelle di disporre di strumenti agili ed efficienti di tutela dei posti di lavoro e di mantenimento del tessuto produttivo, che salvaguardato, sia in grado di poter riprendere con velocità le opportunità di reddito che ci auguriamo tutti si possano creare quanto prima. Il rischio concreto è che gli imprenditori artigiani, non disponibili a mettere a repentaglio la squadra di collaboratori che hanno  faticosamente costruito non accedano all'ammortizzatore sociale con gravi danni economici". "Appare chiaro -conclude Miotto- che la direttiva del Ministero abbia bisogno di correttivi: non possono essere messi sullo stesso piano i lavoratori ad esempio di Alitalia, che godranno di sette anni di ammortizzatori sociali (per i quali è sacrosanto il dovere di un reinserimento ben prima della scadenza) ed i nostri collaboratori che, al massimo potranno usufruire di tre mesi all'anno di Disoccupazione". "Abbiamo plaudito il Ministro Sacconi quando ha seguito con attenzione, in qualità di sottosegretario al lavoro, la prima legge sull'erogazione della disoccupazione. Egualmente abbiamo apprezzato l'impostazione della 185 sugli ammortizzatori sociali. E certamente, malgrado il provvedimento porti la sua firma, pensiamo che non sia stato messo al corrente degli effetti nefasti della direttiva.Un suo intervento è d'obbligo per dissipare la preoccupazione che sta aumentando nelle nostre imprese".