MODA, L’APPELLO DI GIORGIO ARMANI
Il Prossimo Governo e le Banche non si dimentichino di un settore che vale 40 Miliardi
Un po’ si sentono abbandonati. Se voli a New York e fai una passeggiata nella quinta strada la bandiera italiana svetta. Rappresentata dagli show room di Armani, Versace, Dolce&Gabbana, Ferragamo, e tutti gli altri stilisti di un settore che vale 40 miliardi di euro. Ma che, come ha ricordato oggi Giorgio Armani parlando con il Sole24Ore, è completamente assente dal dibattito politico italiano. “Chiunque governerà il nostro Paese”, ha spiegato Armani, “deve dare una mano a chi tutti i giorni tiene alta l’immagine dell’Italia: gli artigiani e le imprese del settore realizzano manufatti bellissimi, che milioni di consumatori nel mondo hanno l’ambizione di possedere”. Parole pronunciate in un momento di pausa durante le sfilate milanesi di presentazione delle collezioni moda-uomo. Un momento di massima esposizione per il settore. Certo, Armani non ce l’ha solo con il governo. Qualcosa da dire ce l’ha pure alle banche. “Sarebbe un suicidio”, ha spiegato lo stilista, “non supportare chi lavora seriamente e vuole internazionalizzarsi e anche le banche dovrebbero fare la loro parte. Purtroppo”, ha chiosato, “qui in Italia siamo specialisti nella mancata valorizzazione di quel che sappiamo fare meglio”. Anche Miuccia Prada, sempre a margine delle sfilate milanesi, aveva detto praticamente le stesse cose di Armani. “La moda è cultura, ha aspetti nobili, non è una farsa da disprezzare”. In qualche modo è il bilancio di un anno di “comunicazione feroce contro il lusso, equiparando il consumo all’evasione, e che ha visto il tracollo delle vendite per nautica da diporto, auto, e beni di lusso in generale”, come aveva scritto proprio per L’Huffington Post Davide Traxler di Chopard. Ora che persino Mario Monti ha mostrato dubbi sugli strumenti della lotta all’evasione, mettendo in discussione il redditometro, il vento potrebbe cambiare. Ma per ora gli imprenditori del made in Italy si sentono dimenticati.