Moda: le imprese artigiane tengono
Nel Vicentino situazione frammentata ma per ora più contenuta rispetto a quanto si osserva in altre aree
La provincia di Vicenza, tradizionalmente punto di riferimento nel settore della moda e del lusso, affronta un periodo di incertezza economica con segnali contrastanti.
Secondo le recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, infatti, il comparto moda berica sta vivendo una situazione di crisi frammentata, caratterizzata da situazioni differenti tra i vari comparti del territorio. Analizzando i dati relativi alle richieste di ammortizzatori sociali rilevate sempre da Confartigianato, prima fra tutte le ore FSBA e cassa integrazione ordinaria, si registra un leggero aumento del ricorso a questi strumenti, sebbene sia importante tenere in conto delle differenze che persistono in special modo a livello dimensionale e della tipologia di cliente servito.
In ogni caso pare non si farà ricorso allo strumento della cassa integrazione in deroga di otto settimane recentemente introdotto dal Governo per quelle imprese che, vivendo una crisi di natura strutturale, hanno esaurito gli ammortizzatori ordinari per il 2024.
A commentare la situazione è il presidente del Sistema Moda di Confartigianato Imprese Vicenza Luca Bortolotto: “La nostra provincia mostra una situazione di crisi frammentata, che risulta più contenuta rispetto a quanto si osserva in altre aree. Le aziende che collaborano con marchi di lusso di fama mondiale riescono a mantenere una certa stabilità, anche se il rallentamento del settore automotive si sta facendo sentire in alcuni comparti, mentre le imprese che lavorano con brand più piccoli e italiani sono in maggiore difficoltà. Come Confartigianato, accogliamo positivamente il via libera del Governo alla cassa integrazione in deroga che ritengo possa essere un primo concreto aiuto alle imprese in maggiore difficoltà. Tuttavia, nel breve periodo sarà fondamentale continuare a supportare le realtà in crisi, cercando nel contempo di promuovere iniziative di rilancio per il settore, di modo da affrontare gli effetti del ‘blocco’ della filiera, considerando anche che le imprese di piccole dimensioni sono impegnate anche nel processo di transizione verso un modello di business più sostenibile”.
In un contesto già provato da una crisi che difficilmente si attenuerà nel breve periodo, le imprese del settore moda si trovano ad affrontare una nuova criticità che rischia di comprometterne la stabilità economica. Oltre al calo della produzione e alla debolezza della domanda, le aziende sono ora chiamate a restituire il Credito d’imposta in Ricerca e Sviluppo. Questo incentivo, inizialmente concesso alle aziende per favorire gli investimenti in innovazione e sviluppo, ha subito un cambio normativo che ora costringe molte imprese a restituire le somme ricevute.
“Un cambiamento ha creato incertezza e difficoltà per numerose micro e piccole imprese, che si trovano davanti alla scelta tra il riversamento del credito e la possibilità di affrontare onerose azioni legali contro l’Agenzia delle Entrate”, aggiunge Bortolotto.
Per le realtà più piccole, che già operano con margini ridotti, l’impatto di questa misura potrebbe essere devastante. Confartigianato sottolinea come questa situazione rischi di compromettere gravemente la tenuta economica del settore, che già deve affrontare le difficoltà legate al calo della produzione e alla debolezza della domanda. Per questo Confartigianato ha chiesto al Governo un intervento urgente e ha proposto di coprire almeno il 50% del credito da restituire, per offrire un supporto concreto alle imprese in crisi.