MOLTE AZIENDE VENETE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 18 FEBBRAIO PROMOSSA DA RETE IMPRESE ITALIA
Zaia: “I palazzi romani non rimangano sordi ancora una volta”
“Saranno molti gli imprenditori veneti che martedì prossimo scenderanno nella capitale per chiedere un cambiamento deciso delle politiche economiche di questo Paese e mi auguro che i palazzi romani non rimangano sordi ancora una volta al grido, ormai disperato, delle nostre aziende”. Commenta così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, la mobilitazione di martedì 18 febbraio, promossa da Rete Imprese Italia, per dire che in questo modo non si può andare avanti e che il tempo dell’attesa è ormai consumato. “Pressione fiscale, costo del lavoro, burocrazia, accesso al credito negato: i mali che stanno stremando il sistema produttivo italiano hanno un nome e sono conosciuti – continua Zaia –, ma chi avrebbe il potere e il dovere di guarirli, sembra un medico provocatoriamente distratto. Un atteggiamento che ferisce, che genera rabbia soprattutto a chi, come l’imprenditoria veneta, si è fatta carico in questi decenni di trainare l’economia nazionale, venendo purtroppo ripagata, quando è andata bene con la sordità dei governi alle legittime richieste di sostegno, quando è andata peggio addirittura con una vera e propria vessazione”. “Solo un’azione di riforma convinta – puntualizza il presidente veneto – potrà aprire orizzonti nuovi e migliori, solo mutamenti forti, come l’applicazione dei costi standard e una maggior autonomia gestionale ai territori, consentirà di rimettere in moto la nostra economia, assicurando risorse per la crescita e gli investimenti, che a parole il Governo sembra pronto a mettere in gioco, ma di cui nei fatti nessuno riesce a beneficiare”. “Il futuro delle aziende e il ritorno a una maggior competitività del nostro sistema – conclude Zaia – passa attraverso scelte che ormai non possono più essere definite coraggiose perché sono obbligate e improcrastinabili. Lo Stato dia la possibilità di reagire a chi ha la capacità, la forza e la determinazione di imboccare la strada opposta al declino e la smetta di affliggere con politiche assurde quelle realtà che posseggono le potenzialità per mettersi alle spalle questa situazione angosciosa. Non è accettabile che il Veneto debba continuare a chiedersi in quali mani bucate finiscano i 21 miliardi di saldo fiscale che versa all’erario”.