NATALE. RILEVAZIONE CONFARTIGIANATO. I DOLCI MADE IN ITALY INVADONO LE TAVOLE NATALIZIE DI TUTTO IL MONDO: NEL 2014 EXPORT A 280 MILIONI
Veneto eccellenza: terza regione d’Italia con 4,4 miliardi export (+6,5% miglior crescita tendenziale). Aumento imprese artigiane (+0,5%)
Il cibo made in Italy piace sempre di più nel mondo. Soprattutto a Natale, quando all’estero le tavole si riempiono dei nostri dolci tradizionali. Nel 2014, tra panettoni, pandoro, cioccolato e varie prelibatezze, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 279,7 milioni di euro. Con un vero e proprio boom di esportazioni di dolci italiani in Russia (per un valore di 16 milioni, con un aumento del 35,8% rispetto allo scorso anno), Polonia (6,4 milioni, con una crescita del 24,8%), Regno Unito (31,4 milioni, con un’impennata del 19,5%).“Ma è tutto il settore alimentare a vivere una stagione di successi di cui, il Veneto, è tra i maggiori contribuenti -sottolinea Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato Imprese Veneto- Rappresentiamo quasi il 16% del totale delle esportazioni italiane per un valore di 4,4 miliardi di euro, terza realtà dopo Lombardia ed Emilia. E soprattutto siamo la regione che ha fatto registrare il miglior dinamismo con una crescita tendenziale tra giugno 2013 e giugno 2014 del +6,5% (valore quasi doppio della media nazionale 3,5%)”. A rivelarlo un rapporto di Confartigianato che ha stilato la classifica dei Paesi più ‘golosi’ di prodotti italiani.“I dolci natalizi sono soltanto la punta di diamante delle nostre esportazioni di prodotti alimentari –prosegue Sbalchiero- che nel 2014 hanno fatto registrare una crescita del 2,9% rispetto al 2013, per un valore complessivo di 20,7 miliardi. I prodotti della nostra tradizione alimentare sono un enorme patrimonio culturale ed economico che va difeso e valorizzato. Tuttavia, ciò non significa che il settore sia immune da problematiche. Basti pensare all’entrata in vigore del regolamento comunitario sull’etichettatura, che non pochi pensieri sta creando alle nostre piccole imprese artigiane, o alla restrizione delle esportazioni verso la Russia. Possiamo solo immaginare a quali risultati si sarebbe potuti giungere in un contesto economico differente e più favorevole. A tal proposito abbiamo un’occasione imperdibile, Expo 2015, per offrire visibilità internazionale a questi ‘tesori del palato’. Confartigianato sarà protagonista all’Esposizione universale dove porterà l’eccellenza della produzione artigiana, per mostrare al mondo la qualità dell’autentico made in Italy”.Qualità e tradizione del cibo italiano fanno bene all’export, ma anche alle imprese e all’occupazione. Infatti, se il food made in Italy va forte sulle tavole di tutto il mondo il merito è anche delle 6.667 aziende artigiane venete del settore alimentare (90.980 in Italia) che, rispetto al 2013, sono aumentate dello 0,5%. In crescita anche gli addetti: 11.605 nel 2014, vale a dire il 5,4% in più rispetto allo scorso anno. In particolare, nella nostra regione quello degli artigiani della pasticceria è un ‘esercito’ di 3.148 produttori specializzati in nicchie d’eccellenza seguiti dagli oltre 2.700 addetti alla ristorazione e cibi d’asporto. Da sottolineare infine la specializzazione del Veneto nella produzione di distillati e birre artigianali che, con 103 imprese attive, è seconda solo alla Campania (128 imprese). Tante le eccellenze distribuite sul territorio in modo pressoché uniforme, a tal punto che ben cinque province su sette sono tra le prime venti che registrano le maggiori crescite tendenziali tra giugno 2013 e lo stesso periodo del 2014. Prima assoluta Venezia con +13,4%, seguita da Treviso (+6,6) e Verona (+6,1), rispettivamente decima ed undicesima e poi Padova (+4,6) tredicesima e diciannovesima Vicenza (+2,7).“A far crescere la passione degli stranieri e dei nostri connazionali per i prodotti della buona tavola made in Italy –conclude Sbalchiero- è anche il numero di specialità alimentari riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. Il Veneto è secondo in Italia (leader in Europa) dopo l’Emilia Romagna con 36 prodotti difesi da questi marchi di qualità realizzati da 527 imprese di trasformazione. E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo. Ad ottobre 2014 la dinamica dei prezzi dei prodotti di pasticceria fresca si è mantenuta all’1,2%, sostanzialmente in linea con il valore dell’anno scorso”.
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