NUOVA NORMATIVA SUL RESTAURO
28/04/2010NUOVA NORMATIVA SUL RESTAUROIncassata -nel corso dell'audizione in 7° Commissione Senato tenutasi ieri pomeriggio-la massima disponibilità "bipartisan" dei Senatori a presentare alcune modifiche all'art. 182 del nuovo Codice del Restauro che altrimenti rischia, dal prossimo 1 luglio, di far chiudere buona parte delle 13.000 aziende artigiane del settore e far perdere il lavoro ad oltre 32.000 operatori specializzati nella conservazione del nostro patrimonio artistico, l'offensiva di Confartigianato si sposta nelle Regioni, in particolare qui in Veneto.E' di queste ore infatti una lettera del Presidente di Confartigianato del Veneto Claudio Miotto indirizzata al Governatore Luca Zaia sull'argomento in cui gli si fa presente che non solo le regole contenute nel Codice del restauro non riconoscono la competenza e il saper fare della secolare tradizione dei restauratori artigiani veneti in particolar modo delle figure specializzate negli ambiti della ceramica, della cantieristica, degli strumenti musicali, dell'oreficeria, argenteria, del tessile, del legno, del vetro, ma il legislatore nazionale ha anche palesemente violato l'art. 117 della Costituzione essendo intervenuto a regolamentare, non solo la figura del restauratore, ma anche quella del collaboratore restauratore, invadendo in questo modo la sfera di competenza legislativa concorrente e/o esclusiva regionale in assenza del concerto con le Regioni."Ci rivolgiamo alla Regione Veneto -conclude Miotto- affinché si riprenda la potestà formativa delle figure professionali che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione ed intervenga, con i mezzi a disposizione, per sensibilizzare sulla questione il Governo e, in particolare, il Ministro Sandro Bondi".I vincoli imposti dalla Legge sono talmente restrittivi che di fatto escluderebbero dalla possibilità di continuare a lavorare nel settore del recupero di mobili, ceramiche e altri "beni", la maggior parte delle ditte. Secondo la nuova regolamentazione, per fregiarsi del titolo di "restauratore" è necessario fornire una serie di credenziali, in possesso soltanto di non più di 640 soggetti a livello nazionale.Il Decreto doveva entrare in vigore già il 1 gennaio del 2010, ma la protesta delle associazioni di categoria e di talune forze politiche ha portato ad una proroga che scadrà il 30 giugno prossimo. Se nulla dovesse accadere, chi si occuperà della conservazione del nostro patrimonio artistico, simbolo della storia e della cultura italiana nel mondo? Gli operatori del settore sono infatti già oggi in un numero largamente insufficiente rispetto alle reali esigenze di un Paese che conserva, secondo l'Unesco, oltre la metà del patrimonio artistico mondiale.