OBBLIGO DI POS: AL SENATO SI STUDIANO LE SANZIONI E SI PROSPETTA LA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ
Curto: “Senza parole! Assurdo pagare per essere controllati e le agevolazioni sembrano una bufala”
“Non ci sono parole”. Reagisce così un ammutolito Luigi Curto, Presidente della Confartigianato Imprese Veneto alla notizia che il disegno di legge 1747 presentato in Senato il 22 gennaio scorso dai senatori Aiello, Gentile, Bilardi e Di Giacomo prevede, per le imprese che non si dotano di POS, sanzioni fino a 1.500 euro e sospensione dell`attività per chi non si adegua.
“E’ una sciocchezza –chiosa il Presidente- che dimostra una volta di più come il Governo stia “pagando il pizzo” a banche e assicurazioni. Non bastava infatti il decreto sulla concorrenza con cui si intende annientare il mercato delle carrozzerie indipendenti a tutto favore della lobby delle assicurazioni, ora con la scusa di aumentare il controllo sulla evasione, si introduce un sistema assurdo che vede i controllati (artigiani, professionisti e partire Iva) pagare –le banche- per farsi controllare”.
“Per di più non accettiamo –prosegue Curto- di essere presi in giro. La proposta di legge si concentra in modo straordinario nel regime sanzionatorio: chi non si adegua dovrà pagare una sanzione di € 500 dopo di che avrà 30 giorni di tempo per adeguarsi e 60 giorni per comunicare l’adeguamento alla Guardia di Finanza. In difetto scatterà una sanzione di 1000 euro con ulteriore termine di 30 giorni per conformarsi alle previsioni normative. Se poi si lascia trascorrere anche questo termine senza munirsi del POS la Guardia di Finanza disporrà la sospensione dell’attività professionale o commerciale fino a che non ci sarà il completo adeguamento alla normativa. I benefici fiscali invece, vengono liquidati in poche righe in cui sono citate “agevolazioni fiscali consistenti nella detrazione dall’imponibile reddituale del costo percentuale di ciascuna transazione eseguita per l tramite del POS”. Descrizione alquanto evasiva per garantire alle imprese un impatto zero per dotarsi ed utilizzare il mezzo di pagamento elettronico. Se la lotta all’evasione non potrà prescindere da questo nuovo obbligo, sia quantomeno riconosciuto, ai soggetti interessati, il diritto a veder neutralizzare completamente e nell’immediato, i costi per le transazioni a mezzo pos”.
“Proponiamo – conclude il Presidente Curto – che al DDL 1747 sia inserita l’espressa previsione di un credito d’imposta. Cosi si che avremmo il duplice risultato di premiare il professionista o l’artigiano che, in adempimento della normativa, abbia provveduto a dotarsi degli strumenti elettronici di pagamento, e anche tutelare il consumatore e fruitore del servizio nel caso in cui si veda negata la legittima possibilità di procedere al pagamento mediante strumenti elettronici”.