OCCUPAZIONE – RAPPORTO DI CONFARTIGIANATO
24/08/2011OCCUPAZIONE – RAPPORTO DI CONFARTIGIANATO"Anche in questa occasione la regione Veneto si dimostra molto più vicina alla Germania che all'Italia" E' il commento di Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato Imprese del Veneto di fronte ai dati diffusi oggi dal nostro ufficio studi nazionale sulla disoccupazione giovanile. "Se non consideriamo le tre regioni a statuto speciale che hanno condizioni di particolare favore -prosegue il presidente- il tasso di disoccupazione giovanile under 35 registrato nella nostra regione (9,9%) risulta essere il secondo migliore dopo la Lombardia (9,3%) e, molto più vicino al 7,4% della Germania, che al 15,9% della Penisola". L'Italia ha infatti il record negativo in Europa per la disoccupazione giovanile: sono 1.138.000 gli under 35 senza lavoro. A stare peggio i ragazzi fino a 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia d'età è del 29,6% rispetto al 21% della media europea. La situazione del mercato del lavoro nel nostro Paese è fotografata in un rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato in cui si rileva che tra il 2008 e il 2011, anni della grande crisi, gli occupati under 35 sono diminuiti di 926.000 unità. Se a livello nazionale la disoccupazione delle persone fino a 35 anni si attesta al 15,9%, va molto peggio nel Mezzogiorno dove il tasso sale a 25,1%, pari a 538.000 giovani senza lavoro. La Sicilia è la regione con la maggior quota di disoccupati under 35, pari al 28,1%. Seguono la Campania con il 27,6%, la Basilicata con il 26,7%, la Sardegna con il 25,2%, la Calabria con il 23,4% e la Puglia con il 23%. Le condizioni migliori per il lavoro dei ragazzi si trovano invece in Trentino Alto Adige dove il tasso di disoccupazione tra 15 e 34 anni è contenuto al 5,7%. A seguire la Valle d'Aosta con il 7,8%, il Friuli Venezia Giulia con il 9,2%, la Lombardia con il 9,3% e il Veneto con il 9,9%. La crisi del mercato del lavoro italiano non riguarda soltanto i giovani. Il Rapporto di Confartigianato mette in luce un peggioramento della situazione anche per gli adulti. La quota di inattivi tra i 25 e i 54 anni arriva al 23,2%, a fronte del 15,2% della media europea, e tra il 2008 e il 2011 è aumentata dell'1,4% mentre in Europa è diminuita dello 0,2%.In un contesto così critico, il rapporto di Confartigianato rivela paradossi tutti italiani sul fronte dell'istruzione e della formazione che prepara al lavoro. Per il prossimo anno scolastico 2011-2012, infatti, è previsto un aumento del 3% degli iscritti ai licei e una diminuzione del 3,4% degli iscritti agli istituti professionali. Nel frattempo, le imprese italiane, nonostante la crisi, denunciano la difficoltà a reperire il 17,2% della manodopera necessaria."Stare meglio di altri – conclude Sbalchiero- però non significa che l'aumento della disoccupazione giovanile e soprattutto dei cosiddetti Neet (quelli scoraggiati) non sia preoccupante anche qui da noi. In questo senso vedo due elementi su cui lavorare. Il primo, a livello nazionale, dato dalla recente riforma dell'apprendistato che abbiamo accolto in maniera molto positiva, ed il secondo regionale con l'impegno dell'Assessore al Lavoro Elena Donazzan che punta a sostenere lo sviluppo dell'impresa che noi riteniamo deve essere soprattutto quella manifatturiere a dei servizi alle imprese veri asset competitivi della nostra economia. Senza dimenticare ovviamente il contributo che può giungere dalla bilateralità artigiana".Dati Istat e Eurostat