Orientamento scolastico: consigli per genitori e scelte dopo la terza media
L’orientamento va in scena. Ovvero: riflessioni dedicate ai genitori su come affrontare al meglio la scelta alla scuola superiore.
È quanto ha proposto anche quest’anno “Il talento porta lontano”, progetto che vede unite Confartigianato e Confindustria Vicenza, al Ridotto del Teatro Comunale ai tanti genitori presenti in sala. Attraverso un format inedito e innovativo è stato affrontato il tema della scelta della scuola superiore attraverso tecniche teatrali in cui gli attori hanno messo in scena, con un pizzico di humor, le situazioni più diverse che le famiglie si trovano a vivere. Sono state così improvvisate alcune situazioni di particolare conflitto e stress, individuando errori comportamentali e di relazione che, a volte, compromettono una scelta condivisa e consapevole. A commentare le diverse, ma tipiche, situazioni familiari è stata la psicologa Marina Perego, nel ruolo di guida oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Obiettivo: giungere a una scelta che risulti gratificante e costruttiva per i figli.
Cosa fare dopo la terza media è la prima vera scelta che i ragazzi si trovano a fare. Ma quanti dubbi, tra amici che invitano a scegliere quella scuola (“così stiamo insieme”, “là si fa poca fatica”), genitori che ne suggeriscono un’altra (“è utile per il tuo futuro, per un buon lavoro”), insegnanti che indirizzano verso questo o quel percorso (“perché vai bene in queste materie”). Una situazione stressante per chi, invece, dovrebbe avere la giusta tranquillità per scegliere.
Allora cosa possono fare o, meglio, non fare i genitori per aiutare i propri figli?
Ecco alcuni casi tipici e il commento della psicologa in merito.
Quali valori trasmettiamo
I genitori contaminano, anche quando non vogliono. I figli sentono tutto, anche cosa si racconta in casa del proprio lavoro o di alcuni suoi aspetti. Quindi, a casa vanno portati i valori positivi del lavoro, quelli che ognuno di noi sente come tali e che possono essere la condivisione, la passione, la precisione, il rispetto degli altri e delle competenze.
Il cucciolo d’oro
Ai figli cerchiamo di dare tutto il possibile (talvolta anche troppo) e spesso li scusiamo per le loro mancanze. Questo è il tema del nostro tempo: alle elementari organizziamo la loro socialità, alle medie vogliamo che pratichino lo sport migliore, e soprattutto vogliamo una scuola attenta all’apprendimento. Alla fine di tutto questo percorso, cosa ci si aspetta? Quale restituzione, a fronte di tanto impegno? Che come minimo vada tutto bene, e invece nell’adolescenza così non è. Allora, perché ci ostiniamo a fare tutto ciò? Perché noi genitori vogliamo tutto quello che non abbiamo avuto (in termini di opportunità), o la perfezione che non abbiamo avuto noi. In pratica, viviamo ancora nel mito che il successo del figlio sia il successo del genitore. Questo però porta al ‘soffocamento’ della personalità del figlio, che invece va valorizzato nella sua individualità, nella sua unicità, comprese anche le sue fragilità. I figli vanno visti e ascoltati.
I paragoni
“Hai visto lei/lui com’è brava? Perché non fai come lei/lui?”. La prigione dei paragoni va rotta. L’individualità ha diverse espressioni e questo non solo è molto bello, ma è pure una ricchezza. Il paragone presuppone l’omologazione, invece bisogna mettere al centro l’individuo e le caratteristiche che lo rendono diverso e unico. I figli vanno guardati e amati per capirli e aiutarli a fare tanti piccoli passi verso quello che è meglio per loro. Ciò presuppone un atto di fiducia, per evitare che i figli scelgano non per sé, ma quello che vogliamo noi.
Fiducia nel futuro
Stiamo vivendo in una fase di profondo cambiamento, che crea incertezza anche negli adulti, ma non dobbiamo farci cogliere dal pessimismo. Se vogliamo ragazzi fiduciosi e pronti ad affrontare le sfide, i genitori per primi devono avere un atteggiamento positivo. Al contrario, il rischio è di avere ragazzi in cui l’emozione prevalente è la preoccupazione, che genera nuove incertezze.
“Mismatch” tra obiettivi dei genitori e degli adolescenti
Obiettivo dei genitori è quale scuola può favorire un futuro soddisfacente. Obiettivo dei ragazzi è socializzare: non andar bene a scuola, ma trovare buoni amici.
“Non si esprime”
Sulla scelta della scuola superiore spesso i ragazzi tacciono. Qualcuno ha già deciso, ha le idee chiare, altri non hanno alcuna idea e paiono non appassionati di nulla se non del cellulare, secondo i genitori. È piuttosto normale che un/a ragazzino/a non abbia alcuna idea chiara sulla scuola superiore e il percorso che vorrà fare. L’atipico è chi ha già le idee chiare. Compito dei genitori è essere ‘esploratori’ e cogliere le piccole tracce che il figlio lascia, quasi senza che se ne accorga: ad esempio una passione per la natura, o certi tipi di lavoretti, o alcuni saperi… Questo può aiutare i ragazzi, perché alle volte sono talmente preoccupati e ansiosi per la scelta che non si accorgono delle loro attitudini.
L’ansia del genitore
È un vicolo cieco. L’ansia può essere positiva nella misura in cui vuol dire presenza e attenzione senza soffocare il figlio, e soprattutto lasciandolo libero di esprimere i propri interessi. Cosa fare dopo la 3ª media è la prima ma, va ricordato, sempre non definitiva scelta che l’adolescente si trova a fare. Non è quella definitiva, perché oggi viviamo una situazione scolastica e lavorativa a scelta multipla per i continui cambiamenti in atto: c’è la reale possibilità, ad esempio, che i nostri figli tra 5/6 anni facciano dei lavori che al momento ancora non esistono. Quindi: calma, anche di fronte a un fallimento, perché i ragazzi hanno diritto di sbagliare e dai fallimenti spesso si esce più consapevoli, perché aiutano a crescere.
In conclusione: il percorso di studi, e di apprendimento, oggi non è più univoco, ma si rimodula lungo tutta la vita. Fare una scelta, per come sono oggi i nostri figli, va bene però senza la pretesa che così saranno anche nei prossimi anni; perché poi là fuori c’è il mondo e tante esperienze da fare, che possono portare su altre, nuove e stimolanti strade.