Parità salariale di genere: in Veneto una legge che premia le aziende
È stata approvata all’unanimità la nuova legge regionale per la parità salariale tra uomo e donna e a sostegno dell’occupazione femminile.
Una tappa importante, quella che ha visto il Consiglio regionale del Veneto protagonista e che ha trovato la convergenza di tutte le forze politiche. La legge stanzia 100mila euro per interventi che premino le aziende che aiutano e favoriscono il lavoro e la carriera delle donne, e per impostare campagne e azioni pubbliche a sostegno dell’occupazione femminile.
La Regione dovrà istituire il Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale potranno iscriversi imprese pubbliche e private, compresi i liberi professionisti. L’iscrizione al Registro consentirà alle aziende di accedere ad agevolazioni e benefici economici, oltre che al conseguente beneficio “reputazionale”. Le imprese che decideranno di iscriversi al Registro si impegneranno a rendere trasparenti i dati su occupazione, inquadramento, retribuzione e formazione dei propri dipendenti e sugli interventi attuati per ridurre il divario di genere, tutelare la maternità e contrastare abbandoni, part-time involontari e dimissioni in bianco, nonché per prevenire e contrastare molestie sui luoghi di lavoro.
Nel dettaglio
La legge prevede anche la stipula di protocolli di intesa con università e centri di ricerca, specifici percorsi formativi, finalizzati anche a colmare il divario di competenze, rivolti a donne disoccupate o in cerca di prima occupazione. Specifici benefici economici saranno previsti per le aziende che assumono donne vittime di violenza.
Il testo prevede inoltre campagne informative e di sensibilizzazione per promuovere l’occupazione femminile e la parità retributiva nel mondo del lavoro, d’intesa con le parti datoriali e quelle sociali, e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso la riorganizzazione dei servizi, pubblici e privati. Tra due anni la Giunta dovrà relazionare al Consiglio su quanto attuato e sugli obiettivi conseguiti.
Il commento
“Recentemente – commenta Paola Zanotto, presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Vicenza – il premier Mario Draghi, in visita ai Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare del Gran Sasso, ha posto l’accento proprio sul divario di presenza tra donne e uomini negli ambiti della ricerca, che poi si ripercuotono nel mondo del lavoro, ricordando quanto sia importante investire in questo gap non solo economicamente. Il punto di partenza sono infatti gli ‘stereotipi’, che fortunatamente tra le giovani generazioni sembrano meno radicati, quei pregiudizi per cui fino a qualche anno si vedevano poche ragazze imboccare la strada della formazione nelle materie scientifico-tecnologiche (in inglese STEM). Dare alle giovani donne un’educazione economica e digitale significa garantire loro strumenti di libertà e una maggiore possibilità di occupazione, guadagni più elevati e prospettive di carriera migliori. Non dimentichiamo poi che anche nel passato donne e lavoro, soprattutto nelle imprese di piccole e medie dimensioni a conduzione familiare, hanno costituito un binomio inscindibile, presupposto di un sistema economico solido e sostenibile”.
“Con l’imprenditoria e l’occupazione femminile – conclude Zanotto – non è solo il PIL a crescere, ma ne trae beneficio tutto il sistema territoriale. Come operatori economici non possiamo non inserire al primo posto nel dibattito pubblico la grande correlazione che c’è tra lavoro femminile e denatalità: dovremmo impegnarci tutti per invertire il trend (1,24 in media i figli per donna, dato Istat) anche, e soprattutto, con adeguate politiche sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Anche in questo senso l’approvazione all’unanimità di questa legge regionale in materia di pari opportunità è un segnale per il Paese. E così il Veneto, e con esso le imprese e i loro organi di rappresentanza, è pronto a cogliere le sfide che la nuova programmazione comunitaria e i fondi di Next Generation EU ci pongono”.
L’auspicio di Confartigianato è ora che l’attuazione degli strumenti a sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile possano valorizzare la contrattazione territoriale e la bilateralità quali strumenti per la realizzazione di una nuova generazione di politiche del lavoro per la parità.
Il contesto
Secondo Eurostat, nel settore pubblico la disparità salariale tra donne e uomini in Italia è del 3,7%, ma in quello privato arriva addirittura al 19,6%. Ciò significa che una donna lavoratrice, nel settore privato, può percepire anche un quinto di stipendio in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate. Secondo il Gender Gap Report 2017, in Italia gli uomini hanno guadagnato in media il 12,7% in più delle donne. I primi hanno visto crescere i loro redditi del 2,3 %, le donne solo dell’1,9%. Sebbene si stia assistendo a una progressiva riduzione della differenza tra il tasso di occupazione maschile e femminile, il gap rimane ancora importante: nella nostra Regione il tasso di occupazione femminile si attesta al 56,5%, risultando migliore rispetto al 49,0% nazionale ma ancora lontano dal 75,3% degli uomini.
Durante l’emergenza sanitaria, il 60% delle donne italiane ha dovuto gestire da sola famiglia, figli e persone anziane, spesso insieme al lavoro: un carico pesantissimo, che ha portato una donna su due in Italia a dover abbandonare piani e progetti lavorativi presenti e futuri a causa del Covid. A rilevarlo è “Donna e cura in tempo di Covid-19”, un’indagine di Ipsos per WeWorld.
LEGGI L’ARTICOLO SU “DONNE IMPRENDITRICI A VICENZA: I DATI DEL 2021”
Una riflessione
Il Cesar, centro di formazione di Confartigianato Imprese Vicenza, ha recentemente proposto il workshop “Storie che ispirano. Donne di successo” dedicato all’imprenditoria femminile, momento conclusivo del progetto FSE “Il futuro del lavoro al femminile”, iniziato un paio di anni fa.
In quel contesto è stata presentata l’attività del Movimento Donne Impresa con la testimonianza di Valentina Pesavento (della ditta Legnami Pesavento Vittorio) sul ruolo dell’imprenditoria femminile. Componente del Movimento, Pesavento ha ribadito l’importanza della formazione proposta da Confartigianato. Del ruolo femminile nel mondo professionale ha invece parlato l’imprenditrice Martina Mantoan, progettista e sviluppatrice di prodotti digitali,che ha portato la sua esperienza professionale in una realtà di famiglia a prevalente conduzione familiare. Ha chiuso il workshop Raffaella Masciadri, ex campionessa nazionale di basket e Team Manager del Famila Basket di Schio nonché Presidente della Commissione Tecnica CONI, responsabile del progetto “Sportive Digitali” nato per dare uno spazio a chi si reinventa, a fine percorso sportivo e non solo, con una rinascita in un ruolo tutto nuovo.
La presidente Donne Impresa Confartigianato Veneto
“Come donna – afferma Barbara Barbon presidente Donne Imprese Confartigianato Veneto – credo che l’istituzione di un registro per le imprese virtuose sia uno strumento utile ed importante, in grado di sostenere e accrescere la presenza delle donne nel mercato del lavoro. Al contempo – continua Barbon – come imprenditrice, ritengo che il meccanismo di premialità individuato dalla nuova legge rappresenti una opportunità da cogliere per valorizzare tutte quelle imprese che da tempo si impegnano a realizzare una imprenditorialità sostenibile (anche sul piano del gender gap). Accogliamo con piacere che tali misure interessino anche la legge regionale 1/2000 “interventi per promozione di nuove imprese e di innovazione dell’imprenditoria femminile”. Rimaniamo in attesa del regolamento che andrà a disciplinare misure e interventi, nonché criteri e parametri per l’iscrizione al Registro confidando – conclude la presidente – che non siano discriminatori nei confronti delle micro e piccole imprese ma che anzi valorizzino tutti gli interventi che la nostra contrattazione ed il nostro sistema bilateralità già offrono a imprenditori, imprenditrici, lavoratori e lavoratrici per favorire una partecipazione equilibrata al mercato del lavoro”.
Il contesto
Secondo Eurostat nel settore pubblico la disparità salariale tra donne e uomini in Italia è del 3,7 per cento, ma in quello privato arriva addirittura al 19,6 per cento. Ciò significa che una donna lavoratrice, nel settore privato, può percepire anche un quinto di stipendio in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate. Secondo il Gender Gap Report 2017, in Italia gli uomini hanno guadagnato in media il 12,7 per cento in più delle donne. I primi hanno visto crescere i loro redditi del 2,3 per cento, le donne solo dell’1,9 per cento. Sebbene si stia assistendo ad una progressiva riduzione della differenza tra il tasso di occupazione maschile e femminile, il gap rimane ancora importante: nella nostra Regione il tasso di occupazione femminile si attesta al 56,5%, risultando migliore rispetto al 49,0% nazionale ma ancora lontano dal 75,3% degli uomini.
Durante l’emergenza sanitaria, il 60% delle donne italiane ha dovuto gestire da sola famiglia, figli e persone anziane, spesso insieme al lavoro: un carico pesantissimo, che ha portato 1 donna su 2 in Italia a dover abbandonare piani e progetti lavorativi presenti e futuri a causa del Covid. A rilevarlo “Donna e cura in tempo di Covid-19”, un’indagine di Ipsos per WeWorld.