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Passaggio generazionale nelle imprese: urgono strumenti adeguati

Sempre meno giovani, soggetti inattivi in aumento, ed è a rischio il ricambio generazionale nelle imprese.

L’allarme arriva daiGiovani Imprenditori di Confartigianato, lanciato nel corso della loro Convention nazionale a Roma, dove è stato presentato un rapporto sulla situazione del lavoro giovanile in Italia. 

E a Vicenza come va? L’Ufficio Studi associativo provinciale ha prodotto un focus sul “passaggio generazionale”: ne emerge che nel Vicentino l’11,2% delle imprese ne è stato interessato durante gli ultimi 6 anni (contro il 9,1% a livello nazionale), mentre un ulteriore 8,1% lo affronterà nei prossimi5 anni.
Le imprese guidate da giovani sono invece 5.563, pari al 7% del totale imprese, di cui 1.890 artigiane, con un’incidenza dell’8,3% sul totale artigiano e del 34% sul totale imprese giovanili.  Quanto ai lavoratori autonomi “under 35”, nel Vicentino sono 2.780, quasi dimezzati (-43,5%) nell’ultimo decennio (in linea con il -41,1% regionale), a fronte di una crescita del 42% dei lavoratori autonomi “over 60” (che sono 6.330), incremento più ampio del +36,4% registrato a livello veneto. Infine, il dato demografico: in provincia di Vicenza i giovani dai 15 ai 34 anni sono 181.571 e negli ultimi vent’anni sono calati del 13,9% (contro il -17,4% a livello nazionale), “perdendo” 29.381 persone, come se fossero sparite le città di Arzignano e Brogliano (25.601 e 4.004 residenti). Eppure oggi, a fronte di 12 euro di spesa pubblica destinati a pensioni e sanità per gli anziani, se ne spende 1 per giovani e famiglie. Su questo stato di cose interviene il presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Vicenza, Alberto Facchin: “Va ripensato il modello di trasmissione e acquisizione delle competenze e del sostegno alle nuove imprese”.

Tornando al confronto sulla spesa pubblica, emerge perciò che al pur giusto sostegno agli anziani, cioè a una delle fasce più fragili e in crescita del Paese, non corrisponde una visione futura, economica e sociale riguardante le nuove generazioni. Questo il punto di partenza.
“Ci rendiamo conto – spiega Facchin – che la coperta è corta, ma va fatto uno sforzo. Se non si sostiene il tessuto imprenditoriale con una visione lungimirante, proseguire a fare impresa, o cominciare a farlo, per i più giovani diventerà sempre più difficile. Formazione di qualità, istruzione tecnica professionalizzante, finanziamenti alle start up, alla ricerca, e incentivi alle assunzioni dei giovani nelle PMI diventano sempre più fondamentali e determinanti per creare le condizioni necessarie per intraprendere, ma anche per la trasmissione d’impresa; e, in entrambi i casi, per affrontare la rivoluzione digitale e la transizione verso la sostenibilità. E poi servono strumenti di credito concreti, mirati”. 

Aggiunge Facchin: “Va ripensato il modello. Nel senso che le competenze acquisite dagli artigiani ‘over 60’ vanno integrate con nuovi saperi, e quello che i giovani apprendono in aula va integrato con quanto si può apprendere ‘facendo’. Servono perciò politiche e interventi di formazione continua da un lato, e per un maggior incontro tra mondo del sapere, della scuola, e mondo del lavoro dall’altro. Il rischio concreto è di perdere alcune ‘maestranze’ uniche nel loro genere, o di non incentivare i giovani a raccogliere il testimone dei loro ‘padri’. Un altro aspetto da considerare poi sono le nuove figure artigianali che nascono a supporto di altri artigiani o ex novo, ad esempio grazie alle tecnologie. In questo caso, lo spirito imprenditoriale si trova a dover fare letteralmente i conti con la possibilità di mettersi in proprio. Come Movimento Giovani, quindi, la nostra proposta è di pensare a incentivi con strumenti ad hoc, come il credito d’imposta per i giovani che vogliono rilevare l’azienda di famiglia, o subentrare in un’impresa già avviata, o creare una propria attività”.

Sulla continuità d’impresa Confartigianato Vicenza, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, un paio di anni fa condusse un’indagine. Ne emerse che quasi la totalità del campione indicava proprio nella continuità d’impresa uno dei fattori critici nel prossimo quinquennio, con un terzo del campione che dichiarava di avere figure interne alla famiglia che potevano prendere le redini dell’azienda. Un altro terzo invece era aperto all’ipotesi di cedere la proprietà dell’impresa a un collaboratore interno, magari giovane. A fronte di queste evidenze Confartigianato Vicenza ha avviato “Passaggio di Valore”, servizio per affiancare l’impresa con progetti “su misura”, coinvolgendo tutte le competenze professionali necessarie.  

Conclude Facchin: “Quando si parla di passaggio generazionale, infatti, è fondamentale agire con anticipo, pianificando i passi da compiere, con visione e scelte strategiche. Noi cerchiamo di farlo, nella consapevolezza che impresa vuol dire anche opportunità di lavoro per altri giovani e benessere per i territori. che diventano così maggiormente attrattivi”.