PATENTE A PUNTI PER L’EDILIZIA? LOVATO (CONFARTIGIANATO VICENZA): «UN INUTILE ADEMPIMENTO BUROCRATICO E UN NUOVO BALZELLO PER LE IMPRESE»
Anche Confartigianato Vicenza esprime parere contrario all’istituzione della “patente a punti” in edilizia, misura annunciata dal Governo per gestire la qualificazione delle imprese di costruzioni ai fini della loro partecipazione ad appalti e per accedere a finanziamenti pubblici.
Confartigianato contesta il provvedimento, giudicandolo l’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti e che alle aziende costerà non meno di 300 milioni di euro in Italia. Inoltre, a giudizio della Confederazione, il meccanismo con il quale vengono attribuiti i punti della patente penalizza le piccole imprese rispetto alle grandi aziende. Tutto ciò senza garantire maggiore efficienza nella gestione della sicurezza sul lavoro.
Secondo Giovanni Lovato, presidente degli Edili vicentini, «la patente a punti in edilizia rischia di trasformarsi in un nuovo Sistri, vale a dire in un sistema costoso e complesso per le ditte ma inefficace rispetto all’obiettivo che si prefigge. Un adempimento oneroso, inutile e complicato che rischia di dare il colpo di grazia alle imprese del settore».
«La sicurezza sul lavoro – aggiunge Lovato – non si tutela con la burocrazia. Nel caso della patente a punti, si finirebbe per creare un nuovo carrozzone burocratico che appare finalizzato a fare cassa sulle spalle delle imprese, drenando almeno 300 milioni di euro, se si sommano gli oneri di iscrizione all’apposita sezione presso le Camere di Commercio e le spese per tutti gli altri adempimenti, tra cui la formazione, la dotazione di nuove attrezzature, la nomina del responsabile tecnico».
Il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro, ricorda Confartigianato, contiene già le norme per garantire la sicurezza e per punire le violazioni. Non c’è bisogno di nuovi costi e di nuovi adempimenti. Invece si continua a introdurre burocrazia, oneri procedurali ed economici, enti pubblici e privati ai quali chiedere autorizzazioni. E della tanto annunciata semplificazione non si sa più nulla.
«Il settore ha bisogno di essere supportato e non appesantito», conclude Lovato. Un esempio è il Piano Casa Veneto i cui effetti e prospettive, ma anche i punti deboli, sono stati oggetto di una ricerca i cui esiti saranno illustrati nella conferenza stampa di lunedì 18 alle 11.15 nella sede di Confartigianato Imprese Veneto a Mestre.