PER LE AZIENDE DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO LA “TRACCIABILITA’” DEI CAPI E’ UN’ARMA STRATEGICA PER COMPETERE CON QUALITA’ E CORRETTEZZA VERSO IL CLIENTE
20/05/2009PER LE AZIENDE DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO LA "TRACCIABILITA'" DEI CAPI E' UN'ARMA STRATEGICA PER COMPETERE CON QUALITA' E CORRETTEZZA VERSO IL CLIENTE"Tracciabilità dei capi d'abbigliamento: un obbligo verso il mercato, una necessità per il domani". Corre tra questi due punti di riferimento l'impegno con il quale il Sistema Moda vicentino e veneto sta sostenendo questo particolare strumento, da applicare alla filiera del tessile-abbigliamento: per un oggi profondamente segnato da una crisi di dimensioni mondiali, ma anche – anzi, soprattutto – per un domani che dovrà muoversi lungo strade per molti aspetti diverse da quelle percorse in passato, che hanno portato a pesanti ripercussioni sui mercati internazionali. Di tracciabilità, di etichetta "certificata", si è dunque parlato a Vicenza, al Centro Congressi dell'Associazione Artigiani, per iniziativa – oltre che dell'organizzazione di categoria provinciale e veneta – del Consorzio Modattiva e dell'associazione ITF. Con Patrizia Curiale, responsabile del settore Moda della Confartigianato nazionale, a fare da moderatrice, i lavori si sono aperti con gli interventi di Stefano Stenta e Giuliano Secco, presidenti della categoria rispettivamente per l'Assoartigiani provinciale e per la Confartigianato del Veneto, e di Vendemiano Sartor, assessore veneto alle Attività Produttive. «Questa crisi dei consumi – ha sottolineato Stenta – richiede cure per la febbre alta ma anche interventi per quello che verrà dopo, andando ad agire sul made in Italy in generale e sulle sue problematiche: le soluzioni non arriveranno domani, ma su alcuni fattori territoriali si può agire bene e presto, come nel caso di questo sistema della tracciabilità, che potrà diventare elemento di rinforzo per le scelte successive». Un richiamo alla concretezza è venuto anche da Secco: «Quello che serve al settore – ha detto – sono poche regole chiare e certe, le stesse che ripetiamo da vent'anni. In questo sistema crediamo molto e ci stiamo muovendo con decisione: tra l'altro abbiamo introdotto un contributo del Comitato Ebav di settore per il primo anno di certificazione». Sulla stessa linea Sartor: l'assessore ha assicurato che la Regione «può fare da tramite per portare le richieste della categoria ai giusti livelli» e ha ricordato alcuni nodi da sciogliere – in primo luogo la modifica della legge 67 – per i quali sarà necessario che le forze in campo facciano sistema. Ribadita anche la disponibilità ad attivare un tavolo regionale della filiera, a rivedere la legge sugli albi di settore e a promuovere un marchio regionale della moda. Tra i partecipanti all'incontro, anche il presidente della Confartigianato regionale, Claudio Miotto, che ha ricordato i punti di forza del "modello veneto" , le cui aziende devono però insistere su ricerca, innovazione e internazionalizzazione. Il convegno ha poi dato spazio ai "tecnici", invitati a illustrare caratteristiche e prospettive del sistema di tracciabilità. Alessandra Vittoria, direttore generale di ITF (Italian Textile Fashion), l'associazione del sistema camerale per lo sviluppo e la valorizzazione del settore moda attiva dal 2005. «Il sistema di tracciabilità di ITF – ha spiegato Vittoria – nasce dalla volontà di qualificare e valorizzare il settore della moda attraverso la creazione di uno schema certificativo volontario in grado di garantire al consumatore la massima trasparenza rispetto ai luoghi di lavorazione delle principali fasi del processo produttivo. Oggi sono più di 70 le aziende certificate. La prima provincia è Varese con 16 aziende certificate. Vicenza è al terzo posto con 7». A Nicola Torreggiani , dello stesso Istituto, il compito di chiarirne i dettagli tecnici, dai requisiti per ottenere la certificazione al sistema di controllo. Significativo anche l'intervento di Elisabetta Boscolo, dirigente della Camera di Commercio di Vicenza, al momento la sola del Veneto ad essere socia dell'organismo ITF: a lei il compito di illustrare le attività ispettive che la Camera di Commercio di Vicenza sta svolgendo sulla conformità dei prodotti tessili e che durerà per tutta l'estate, presso produttori, grossisti e dettaglianti, per garantire la conformità alle normative europee, per assicurare la trasparenza del mercato e tutelare una corretta commercializzazione. I controlli riguardano l'etichettatura, i dati dei documenti necessari di fornitura e l'eventuale analisi di laboratorio. La parola è poi passata a Nicoletta Scalchi, presidente del Consorzio Modattiva, formato da aziende vicentine tutte certificate Itf: «Il nostro – ha dichiarato la presidente Scalchi – è un consorzio di imprese artigiane che lavorano nell' abbigliamento come contoterziste: una rete organizzata di imprese che collaborano per offrire un servizio completo. E il sistema di tracciabilità ITF riempie un vuoto nel nostro settore. Il consumatore, infatti, spesso non è consapevole di quello che indossa, e non ha la capacità di giudicare la qualità del tessuto e delle lavorazioni. Il mancato rispetto degli obblighi di legge costituisce concorrenza sleale che va a discapito del consumatore, ma anche di noi aziende serie. Tentare di competere al ribasso sul costo del lavoro non è la strada giusta da seguire. Invece la risposta è valorizzare l'eccellenza del nostro prodotto italiano, fare informazione e creare consapevolezza». Arricchiti dalla significativa testimonianza della stilista Rosy Garbo, che ha illustrato la quotidianità della sua azienda, impegnata a vivere con coerenza il made in Italy, sia pure tra le difficoltà di un mercato sempre più impegnativo e di una forte concorrenza da parte dei colossi della moda, i lavori si sono conclusi con la consegna – alla presenza del presidente dell'Assoartigiani, Giuseppe Sbalchiero – degli attestati alle aziende vicentine certificate ITF.