PMI artigiane venete: indagine sulle priorità da affidare all’Europa
In occasione del convegno “Il Veneto si racconta”, sono stati presentati i risultati di un sondaggio sul “sentiment” nei confronti della politica europea da parte del sistema delle Pmi. L’indagine, commissionata da Confartigianato Imprese Venete ed elaborata dal politologo Paolo Feltrin, è stata condotta su un campione di 434 imprenditori artigiani.
Ne è emerso uno spaccato interessante del mondo dell’imprenditoria veneta. Per questo l’indagine sarà consegnata a tutti gli europarlamentari veneti, chiedendo loro di farsi portavoce delle istanze del mondo artigiano. In questo momento, come è stato più volte ribadito, tocca infatti alle associazioni di rappresentanza trasmettere richieste e preoccupazioni a Roma o a Bruxelles, anche per riagguantare una rinnovata fiducia tra le imprese. A cominciare dalle tre maggiori criticità in Europa emerse dall’indagine: guerra in Ucraina, cambiamento climatico e politiche migratorie.
“Se sui valori siamo tutti d’accordo – evidenzia Feltrin – sulle politiche c’è molto scetticismo e malcontento. Per questo il ruolo della rappresentanza economica, come quella di Confartigianato Imprese Veneto, è strategico, perché può portare le istanze degli imprenditori sui tavoli decisionali. Solo così gli europarlamentari possono avere una bussola per il loro agire”.
GLI SPUNTI EMERSI
In generale, gli artigiani hanno opinioni molto simili alla media italiana e alla media europea, tuttavia va evidenziato come essi si dividano in due gruppi più o meno simili – gli ottimisti (54%) ei pessimisti (46%), alla cui base sta il giudizio “migliorato o peggiorato” circa il loro tenore di vita negli ultimi cinque anni. Nel complesso i giudizi sull’Europa sono largamente positivi, tanto che il 61% ritiene che l’Italia abbia tratto vantaggio dall’appartenenza all’UE, cifra di poco superiore alla media nazionale riscontrata nella rilevazione “Eurobarometro” promossa dal Parlamento Europeo in tutti i paesi dell’Unione. È anche interessante osservare che, secondo gli intervistati, i principali valori da difendere sono, nell’ordine, la pace (42%), l’uguaglianza fra uomini e donne (40%) e la libertà di parola e pensiero (36%), una conferma della profonda cultura liberale che fa da retroterra alle opinioni degli imprenditori artigiani.
Tra coloro che non sono andati a votare, il 60% indica ragioni pratiche (assenza per viaggi, malattie ferie, etc.) del mancato voto, mentre appena il 24% richiama motivi ideologici o politici. Si tratta di una conferma della necessità di offrire misure alternative al voto ai seggi, come da decenni si fa in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea (voto postale, voto anticipato, voto per delega, etc.).
Per quanto riguarda i temi che dovrebbero essere affrontati in via prioritaria dall’UE, al primo c’è il sostegno all’economia e al lavoro (59%), al secondo posto la sanità pubblica (51%), con punte rispettivamente del 62% e del 57% da parte dei pessimisti. Va anche rilevato il basso punteggio dell’azione contro il cambiamento climatico (32%), che scende al 29% nel gruppo dei pessimisti. Se si passa al giudizio sulle risposte dell’UE alle sfide che ha dovuto affrontare, i giudizi si fanno molto più critici (anche tra gli ottimisti). Una valutazione tutto sommato abbastanza positiva viene data sulla reazione alla pandemia (45%), dopo di che le valutazioni si fanno sempre più negative, specie per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina (appena il 28% di giudizi positivi), la lotta al cambiamento climatico (stessa percentuale) e la gestione del fenomeno migratorio (solo il 15% di valutazioni positive).
Si tratta di dati che devono fare riflettere, perché è evidente la mancanza di consenso, condiviso anche a livello nazionale e di media europea, sulle principali questioni oggi all’attenzione dell’agenda europea. Vediamo il caso del fenomeno migratorio: appena il 25% degli europei condivide il modo in cui l’Europa sta gestendo questa emergenza. Da un lato c’è la necessità dell’occupazione garantita dagli immigrati, dall’altro lato vi è la difficoltà della convivenza tra popolazioni molto diverse tra loro.
“Si tratta di un tipico caso – chiarisce Feltrin – in cui sono i partiti politici, le forze sociali, i corpi intermedi, a dover individuare una mediazione necessaria tra i due corni del dilemma. Si tratta non di fare una generica mediazione ma di proporre una sintesi efficace, ovvero soluzioni realistiche in grado di dare risposte positive tanto a chi chiede gli immigrati nei luoghi di lavoro, quanto a chi chiede maggiore ordine e sicurezza sul territorio. L’indicazione che viene dagli imprenditori artigiani veneti non potrebbe essere più netta: bisogna anche in Europa fare di più e meglio”.
Nell’indagine si è fatto un approfondimento sulle politiche europee di gestione del cambiamento climatico, il cosiddetto “Green Deal”. Appena il 26% degli intervistati ritiene che il quadro legislativo europeo garantisca una “transizione verde” equa nel proprio territorio; inoltre il 50% pensa che le politiche ambientali europee siano troppo ambiziose, e il 57% che l’Unione Europea non fornisca garanzie adeguate.
“Il vero dato a mio avviso che lascia perplessi – mette in allerta Feltrin – è il fatto che per gli artigiani intervistati la digitalizzazione è al penultimo posto nella classifica delle priorità da affidare all’Europa. Il Pil per abitante a parità di potere di acquisto degli Stati Uniti è passato dai 25.000 $ del 1992 ai 77.000 $ del 2022 (più che triplicato). Nel 1992, il Pil per abitante italiano era di 20.000 $, appena 5000 $ sotto gli Stati Uniti; nel 2022 è stato di 55.000, ben 22.000 $ in meno degli Stati Uniti. La spiegazione sta nell’aver perso, tra fine anni ‘90 e inizio anni 2000, la sfida del digitale. Basti solo pensare che il Pil veneto per abitante, al netto dell’inflazione e a parità di potere di acquisto, negli ultimi vent’anni è aumentato di appena il 2,2%. Di qui la necessità, proprio per le associazioni di rappresentanza, di un’azione gigantesca di sensibilizzazione del mondo delle imprese per tentare di recuperare il terreno perduto in campo digitale”.