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PRIMA INDAGINE CONGIUNTURALE 2007 DELL’ASSOARTIGIANI VICENTINA. IL PRESIDENTE GIUSEPPE SBALCHIERO: “C’E’ RIPRESA MA E’ ANCORA PRECARIA”

09/02/2007PRIMA INDAGINE CONGIUNTURALE 2007 DELL'ASSOARTIGIANI VICENTINA. IL PRESIDENTE GIUSEPPE SBALCHIERO: "C'E' RIPRESA MA E' ANCORA PRECARIA"«Quello che possiamo notare in questo inizio del 2007 – osserva Giuseppe Sbalchiero, presidente dell'Associazione Artigiani della provincia di Vicenza – è che si consolida il miglioramento delle aspettative dei nostri imprenditori; al tempo stesso, c'è ancora il timore che la situazione sia tutt'altro che stabile. Se da una parte crescono produzione e ordinativi, l'occupazione resta sotto traccia e l'export non decolla. I prezzi d'acquisto continuano a salire, ma a ritmo meno incalzante rispetto al 2006; quelli di vendita, in alcuni casi, riprendono timidamente a crescere. Infine, qualche risorsa in più viene destinata all'investimento: fatto, questo, da considerare un atto di coraggio e intraprendenza in un contesto economico che potremmo dunque definire di ripresa precaria». Nel corso della consueta indagine realizzata dall'Ufficio Studi dell'Assortigiani vicentina mediante interviste a 125 testimoni privilegiati (imprenditori artigiani e funzionari associativi) si è registrato un maggior grado di ottimismo e di fiducia relativo al primo semestre di quest'anno, generato da un mercato che sembra essersi tolto dalle secche del biennio 2004-2005. Resta tuttavia molto diffusa la sensazione di instabilità della domanda, che oggi appare in crescita nel breve termine, ma difficilmente prevedibile nel medio. Molti intervistati, infatti, si sono astenuti dal fare previsioni, segnale di una doverosa prudenza ma anche di una generale difficoltà nella lettura e nell'interpretazione delle tendenze del mercato. Si tratta di una situazione trasversale alle diverse categorie, più accentuata però in quelle maggiormente esposte sui mercati esteri.L'indagine Assoartigiani conferma i disagi legati al generale aumento dei prezzi di acquisto e alla difficile reperibilità di manodopera qualificata. Ma conferma anche la chiara tendenza a puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Per il momento, però, all'aumento della produzione non corrisponde un proporzionale aumento di profitti, segno che i margini per accrescere l'efficienza interna alle imprese e la competitività dei prodotti sui mercati sono ancora ampi. I "saldi d'opinione" offrono un profilo attendibile delle aspettative degli artigiani vicentini: dal confronto emerge abbastanza nettamente il consolidamento del clima di fiducia. Per quanto riguarda la produzione, si registra un aumento del secondo semestre 2006. Un po' più caute, ma sempre positive, le previsioni a sei mesi, segno che prosegue dunque la progressiva risalita della china. Per un imprenditore su due, in ogni caso, la situazione resta stazionaria: il rallentamento dell'economia degli ultimi anni non è del tutto superato.Gli ordinativi seguono l'onda della produzione, ovvero il buon andamento dell'ultimo semestre sembra poter essere confermato anche nel prossimo e, in generale, nel corso di tutto il 2007, anche se oggi la complessità del mercato riduce molto la  prevedibilità. E sono le imprese esposte sui mercati esteri a soffrire in generale più delle altre: prosegue infatti quel processo di ricollocazione competitiva della nostra economia in un contesto internazionale sempre più complesso, anche se  tra gli operatori c'è una sostanziale stabilità tendente al positivo.Per quanto riguarda l'occupazione l'indagine precedente aveva registrato un'ottimistica previsione nelle imprese artigiane che, però, non è stata confermata dai fatti. Si inverte tuttavia la tendenza negativa rilevata nei saldi degli ultimi semestri: un + 4 nei prossimi sei mesi equivale a  un'aspettativa concreta di stabilità. Rimane poi vivo un vecchio problema nel contesto provinciale: chi vuol assumere deve a fare i conti con la mancanza di personale qualificato.Ancora forte tensione sul fronte dei prezzi di approvvigionamento, in ascesa per quasi il 40% degli intervistati, mentre pochissimi registrano contenimenti. Le imprese dovranno concentrare gli sforzi su innovazione di prodotto e di processo e a giocare la partita con i concorrenti sul piano della qualità: sacrifici duri da sopportare, dai quali tuttavia il nostro sistema trarrà sicuramente benefici in futuro.Qualche segnale positivo viene dai prezzi di vendita dell'artigianato, finalmente in lieve ascesa dopo mesi di stabilità.  L'aumento dei prezzi è indice di salute d'un sistema economico e segnala la capacità di "valorizzare" nel modo opportuno il lavoro e il rischio d'impresa. Non è un caso che la curva stia risalendo proprio a partire dall'inversione positiva di tendenza registrata nel 2006.Infine gli investimenti: fondamentale indicatore che, meglio di ogni altro, descrive l'aspettativa dell'imprenditore. È ancora timida la spinta dell'artigianato in tal senso, d'altra parte investire è un rischio che va misurato con prudenza, oggi più che mai. Ma i segnali positivi non mancano: il saldo previsto si avvicina ai 10 punti dopo aver sfiorato lo zero per quasi due anni consecutivi. Un po' di coraggio in più, sospinto dai buoni risultati degli ultimi mesi, sembra così sostenere l'artigianato in questo esordio del 2007.Saldi d'opinione