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“PUMS” e Mobility Management per la viabilità di Vicenza

Al festival CI.TE.MO.S. riflettori sul progetto di Piano Urbano Mobilità Sostenibile che coinvolge non solo la città.

Favorire nei contesti urbani ed extraurbani una migliore mobilità sotto molti punti di vista: ambientale, economico ma anche di salute pubblica. Con questi obiettiviè nato a suo tempo il festival CI.TE.MO.S. (“Città Tecnologia Mobilità Sostenibile”) promosso dalla Confartigianato provinciale, che quest’anno si è soffermato in particolare su un tema. Infatti, come ha ricordato il presidente Gianluca Cavion in apertura della manifestazione,“con questa edizione di abbiamo voluto puntare i riflettori su Vicenza a fronte dell’importante progetto a cui il Comune sta lavorando, appunto il PUMS. Lo spirito è quello di una collaborazione e di una condivisione di obiettivi e strategie che portino la città a un cambiamento da qui al 2030 anche con positive ricadute sull’intero territorio provinciale. Ricordo che gli artigiani, prima che imprenditori, sono cittadini e quindi bene comprendono l’importanza di una mobilità che favorisca gli spostamenti quotidiani in un’ottica di sostenibilità”. Non a caso, accanto di uno studio presentato qualche anno fa sui chilometri medi percorsi in un giorno da un artigiano, ora Confartigianato Vicenza ha incaricato le Università La Sapienza di Roma e Bicocca di Milano di realizzare un Documento complementare di stimolo e supporto al PUMS per meglio comprenderne le ricadute nel sistema produttivo delle piccole e medie imprese”. Che non sono solo quelle legate all’uso della rete viabilistica, ma anche alle opportunità per le aziende che operano nel settore della cantieristica.

In tale ambito rientra la figura del Mobility Manager, che opera per favorire soluzioni e alternative, oggi quanto mai necessarie in città sempre più congestionate con picchi di traffico legati soprattutto agli spostamenti casa-lavoro, o alle entrate e uscite dalle scuole.
Non per nulla, anche il PNRR proprio alla Mobilità destina 57miliardi. È essenziale, quindi, che Istituzioni e attori sociali dialoghino su progetti concreti che, pur con gli eventuali disagi, vanno nell’interesse di tutta la comunità.

Il PUMS – Piano Urbano Mobilità Sostenibile

Il PUMS, che indicativamente verrà approvato entro fine anno, rappresenterà per Vicenza e i territori contermini una ‘rivoluzione’ che traghetterà la provincia fino almeno al 2030. Così lo ha presentato Matteo Celebron, assessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Vicenza, ricordandone l’importanza per la città. In quella data, la struttura della mobilità dovrebbe essere tale da aver sciolto i nodi che oggi fanno sì che per percorrere i 14 chilometri che portano dal lato est della città a quello ovest servano ben 45 minuti. 

Non va poi trascurato l’effetto Covid, nel senso che i cittadini sono tornati a utilizzare in modo massiccio i mezzi privati a fronte di quelli pubblici (che registrano un crollo del 60% di abbonamenti) con inevitabili ripercussioni sul traffico, in particolare in specifiche fasce orarie. In pratica, la viabilità vicentina è tornata indietro di 15 anni. Anche a fronte di questi dati il PUMS ha come obiettivo ripensare, con una visione strategica, non solo la viabilità cittadina ma anche quella dei Comuni contermini, in un’ottica di collaborazione per evitare pressioni in ingresso e in uscita dalla città. 

A illustrare i dettagli di questo strumento, appunto il PUMS, è stato l’assessore Celebron, che ha ricordato l’arrivo dell’Alta Velocità a Vicenza, della metropolitana di superficie sull’asse est-ovest, di una rete di filobus, con soluzioni di bike sharing e parcheggi di interscambio. Accanto a questo però ha aggiunto Celebron, rimane importante una ‘cultura’ diversa della mobilità (per esempio con entrate e uscite da scuola e dal lavoro con orari scaglionati) che va incentivata e comunicata nel modo giusto. 

Da qui al 2030 il lavoro è molto, e non mancheranno i disagi, ma questo permetterà di raggiungere risultati di cui poi beneficeranno tutti (cittadini e imprese): per questo vanno proposti momenti di informazione collettiva come l’incontro proposto a CI.TE.MO.S. 

E proprio nell’ottica di collaborazione Confartigianato ha incaricato le Università La Sapienza di Roma e Bicocca di Milano di redigere uno studio sul tema. Le prime evidenze sono state illustrate da Simone Caiello, dell’ateneo milanese, e Massimo Roda di Sister Pomos, start-up de La Sapienza.

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Il territorio vicentino è molto frammentato, quasi un continuum tra città e aree della sua cintura, tanto che identificare i confini dell’una e delle altre risulta ormai impossibile. Questo comporta un enorme flusso di traffico, soprattutto in determinate fasce orarie, per e dalla città, che così si trova sotto stress. Questo naturalmente ha ripercussioni anche sullo spostamento degli artigiani da e per i diversi luoghi del loro lavoro. “Le aziende manifatturierevedono invece – osservano i ricercatori – una collocazione che favorisce i Comuni di cintura nord e l’area a sud-ovest della città di Vicenza. Sono da indagare eventuali relazioni all’interno della filiera produttiva,per evidenziare possibili necessità di spostamento e movimentazione merci tra le diverse zone”.

L’incontro è poi proseguito con gli interventi di Stefano Maroni, direttore di Confartigianato Bergamo, e Carlo Piccinato, segretario generale di Confartigianato Brescia, che hanno portato le loro testimonianze.
“Il cosiddetto ‘trasporto lento’ ha anche il vantaggio di essere economicamente e turisticamente attrattivo”, ha aggiunto Fabio Massimo Frattale Mascioli, coordinatore scientifico del Festival CI.TE.MO.S. e docente all’Università La Sapienza di Roma, nel portare l’esempio dell’Argentario. E per una città a vocazione turistica come Vicenza, anche questo è un aspetto da non sottovalutare.

Il Mobility Management e il suo impatto territoriale

All’incontro successivo, tenutosi sempre a Palazzo Chiericati, si è parlato specificamente di Mobility Management, con interventi fra gli altri di Marco Bonafede (Mobility Manager aziendale del Comune di Vicenza), Stefano Porro (Mobility Manager Pirelli) e, in veste di moderatore, di Leonardo Buzzavo del Dipartimento di Management Università Ca’ Foscari di Venezia.

Aumento della popolazione, cambiamento della ‘forma’ della città contemporanea (con maggiore concentrazione nelle città medio-piccole), sempre più auto in circolazione (con l’Italia che continua a presentare il tasso di immatricolazione più alto d’Europa), sono alcuni degli elementi da cui partire per ripensare la mobilità urbana. Queste alcune delle evidenze che Matteo Colleoni, professore dell’Università di Milano-Bicocca, ha illustrato. 

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Qui di seguito riportiamo inoltre le note del prof. Colleoni su come è nata – e con quali compiti – la figura del Mobility Manager, al quale compete appunto il compito di organizzare e rinnovare le strategie per la mobilità nelle aree urbane.

«Lo sviluppo sostenibile, quale obiettivo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal della Comunità Europea, ha richiesto di ripensare l’organizzazione e la gestione della mobilità e dei trasporti urbani. Questo nuovo approccio è centrato sulla figura del Mobility Manager, attore pubblico e privato che, oltre ad avere una conoscenza globale del sistema della mobilità e dei trasporti, si contraddistingue per la sua capacità analitica e comunicativa, indispensabile al fine di promuovere un’efficace sensibilizzazione al tema della mobilità sostenibile. 

Il percorso normativo che ha introdotto e consolidato la figura del Mobility Manager copre oltre due decadi. Nel 1998 il Decreto Interministeriale 27 Marzo 1998 introduce la figura del Mobility Manager Aziendale per imprese e enti pubblici con più di 300 dipendenti, o 800 dipendenti nel caso di più sedi. L’obiettivo è quello di ridurre l’uso del mezzo di trasporto privato individuale e ottenere una migliore organizzazione degli orari al fine di limitare la congestione del traffico e le emissioni di inquinanti. Successivamente altre norme (il Decreto 20/12/2000 e l’art. 5 della Legge 221/2015) introducono la figura del Mobility Manager d’Area e del Mobility Manager Scolastico. 

Nel 2020 l’art. 229 del Decreto Rilancio in tema di “Misure per incentivare la mobilità sostenibile’ abbassa la soglia minima del numero di dipendenti per il quale è prevista la figura del Mobility Manager a 100 unità, richiedendo ai Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti di adottare il Piano degli spostamenti casa-lavoro e di nominare il Mobility Manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile. Infine il Decreto Giovannini/Cingolani del 2021 delinea e precisa le funzioni aggiuntive del Mobility Manager, anche al fine di ripensare in modo integrato i tempi della città, del movimento, delle scuole e delle persone. 

Responsabile della mobilità dell’azienda o dell’istituzione, il Mobility Manager deve occuparsi della redazione del Piano degli spostamenti casa-lavoro (che deve essere mantenuto costantemente aggiornato e essere trasmesso entro il 31 dicembre di ogni anno alle Autorità Competenti). Deve inoltre favorire l’impiego per gli spostamenti casa–lavoro di modalità di trasporto eco-sostenibili, stipulando convenzioni con i principali gestori dei servizi di mobilità, occuparsi della gestione del car pooling e del car sharing aziendale, delle aree di parcheggio, della gestione della comunicazione e dell’informazione e del monitoraggio dei livelli di soddisfazione degli utenti. Il Mobility Manager deve infine favorire l’utilizzo da parte dei dipendenti dei servizi di trasporto collettivo, la mobilità attiva (a piedi e in bicicletta) e la mobilità condivisa». 

La quinta edizione del festival CI.TE.MO.S. è stata co-organizzata da Confartigianato Imprese Vicenza e dal Comune di Vicenza, e realizzata con il sostegno di EBAV, Edilcassa Veneto, Dolomiti Energia, CAEM e Camera di Commercio Vicenza.