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Qualche buona idea, burocrazia permettendo

di Gianluca Cavion, presidente Confartigianato Imprese Vicenza

È storia tutto sommato recente quella del Piano Industria 4.0, nato per accompagnare l’evoluzione tecnologica delle imprese. Ma adesso è già il momento del Piano Transizione 5.0, contenuto nel Decreto legge Pnrr varato a febbraio dal Governo, un programma per sostenere gli investimenti in Digitalizzazione e Transizione Green delle aziende mediante un innovativo schema di crediti d’imposta.

Gianluca Cavion

Sono previste risorse pari a 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla Legge di Bilancio, per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025. Confartigianato ha accolto con soddisfazione tali misure, ritenendole “necessarie a sostenere le aziende verso un’economia sostenibile e favorendo contemporaneamente l’innovazione e la competitività”. Giudizio positivo anche su un altro aspetto contenuto nel Decreto legge Pnrr, vale a dire le semplificazioni previste per l’avvio di 45 attività artigiane. Un passo importante verso la standardizzazione su tutto il territorio nazionale delle procedure amministrative, per eliminare difformità e dubbi interpretativi sugli adempimenti necessari per intraprendere quelle attività artigiane che sono appunto indicate nel Decreto.

Tornando al meccanismo del Piano Transizione 5.0, alle aziende verrà concesso un credito d’imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell’impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento). Inoltre, saranno ammessi anche investimenti in nuovi beni strumentali necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, e le spese per la formazione del personale in competenze nelle tecnologie per la Transizione Digitale ed Energetica dei processi produttivi. 

È prevista la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un’unica rata, mentre l’eccedenza non compensata entro il 2025 sarà compensabile in cinque rate annuali.

Quanto alle semplificazioni previste per l’avvio di 45 attività artigiane, tra esse vi sono settori molto rilevanti e dinamici per la nostra economia nazionale, come la filiera delle Costruzioni (che comprende il 77,4% delle start-up che beneficiano delle semplificazioni introdotte) e l’Alimentare, che ha registrato nel decennio 2012-2021 il maggior incremento dell’occupazione, con un aumento degli addetti del 22,6%. Importante anche il riconoscimento delle attività dell’Artigianato Digitale, come il Produttore di software e il Graphic designer. In sostanza, si alleggeriscono le imprese da una serie di adempimenti richiesti in alcuni territori, sebbene non previsti dalla legge, come ad esempio la presentazione di una SCIA con relativa planimetria.

Speriamo che tutti questi buoni propositi non trovino sulla loro strada qualche complicazione burocratica in grado, come troppo spesso avviene, di ostacolarne la “messa a terra”; e, anzi, confidiamo che arrivino ulteriori semplificazioni capaci di incidere non solo sull’avvio ma anche sullo svolgimento delle attività, oggi ancora gravato da troppi appesantimenti amministrativi. 

Vogliamo citare qualche esempio recente? È presto fatto, purtroppo.

Possiamo cominciare con la “patente a punti” prevista per le imprese che operano nei cantieri edili: siamo tutti d’accordo sull’attenzione che va riservata alla sicurezza sul lavoro e sull’esigenza di migliorare la qualificazione delle ditte, ma non su una normativa che impone ulteriori oneri e complessità, presentando aspetti che nulla hanno a che fare con i requisiti di qualità. 

Dall’inutile si passa poi al grottesco pensando all’insistenza con cui si ripetono i “click day” per l’invio delle domande di accesso a vari contributi (recente è il caso del Fondo di sostegno per le eccellenze gastronomiche e agroalimentari), con gli imprenditori costretti a rimanere incollati al computer per giornate intere e l’inevitabile blocco della piattaforma online. Possibile che non si riesca a trovare un sistema migliore? Perché insistere su un tale, irritante meccanismo?

Infine, ci sono quei provvedimenti che partono da un proposito condivisibile, come la lotta all’abusivismo, ma finiscono per complicare la vita a chi lavora alla luce del sole: vedi l’idea di introdurre il foglio di servizio elettronico nel settore del trasporto persone (NCC). Una proposta che gli operatori hanno respinto al mittente definendola “uno strumento vecchio, superato e non adeguato all’esercizio dell’attività”, con complicazioni dovute all’obbligo di usare – prima e durante il servizio – un’applicazione ministeriale per registrare prenotazioni o variazioni in tempo reale, comunicando inoltre dati personali e itinerari dei clienti; prevedibile risultato, l’aumento dei tempi per sbrigare queste faccende, a scapito di quelli da dedicate al lavoro vero e proprio.

Anche in questo caso, gli operatori della categoria hanno sollevato una domanda che vale per qualsiasi settore, e cioè: ma questi burocrati, che rappresentano una delle “specialità” italiane meno invidiabili, conoscono veramente il mondo delle imprese?

È per questo che andranno monitorati con attenzione anche gli iter di altri due importanti provvedimenti, vale a dire l’architettura complessiva della Riforma Fiscale cui sta lavorando il Governo e la Direttiva europea sulle “case green” da adattare ai vari contesti nazionali; una materia, quest’ultima, che avrà bisogno di un sistema di incentivi stabili per dare certezze a famiglie e imprese, evitando i troppi pasticci verificatisi con l’applicazione dell’eco-bonus.