«QUALITÀ, INVESTIMENTI E FARE SQUADRA»
Intervista a Gianluca Fascina (Confartigianato Moda)
E’ uscito oggi, su la Nuova Venezia a firma di Gian Nicola Pittalis un articolo/intervista al Presidente Regionale Moda Gianluca Fascina. Si riporta l’articolo.
Settore tessile falcidiato in dieci anni: la ricetta di Fascina (Confartigianato) per risalire la china.
La moda e il settore tessile sono simboli dell’italianità nel mondo.
In un momento di crisi ci sono imprenditori che cercano e propongono soluzioni per il rilancio. A pensarla così è Gianluca Fascina, titolare di un ricamificio e presidente del settore tessile/ abbigliamento di Confartigianato provinciale e presidente Confartigianato Veneto del settore Moda. «L’Italia è il Paese europeo che più ha da guadagnare nella tutela e garanzia dell’origine delle merci», dice Fascina. «La gran parte dei prodotti della moda sono conosciuti e ricercati nel mondo. In Europa un prodotto certificato 100% Made in Italy risulta essere ancora più visibile. È la sola dichiarazione che garantisce il valore del vero prodotto italiano; attribuisce prestigio, sicurezza, lo rende unico*. Il presidente è convinto che ora serva fare squadra: «È un dato oggettivo che la crisi dei consumi sia alla base del crollo. Nella sola Provincia di Venezia le industrie tessili sono passate dalle 228 del 2000 alle 122 del 2012 con un calo de146,5%. In totale, solo nel comparto moda, dalle 1.272 pmi del 2000 siamo arrivati oggi ad averne 868 con una perdita del 31,8%. Va un po’ meglio a chi esporta, dove le perdite, invece, sono quasi dimezzate. Ciò che manca al Veneto e alla nostra provincia è la voglia di mettersi in gioco creando sinergie senza pensare al proprio orto, e vincere la paura di osare esportando il Made in Italy. La Confartigianato nazionale, ad esempio, ha ideato e registrato un logo identificativo per le imprese che vogliono far sapere che producono quello specifico prodotto in Italia e noi, come Confartigianato Veneto stiamo collaborando con Confindustria per un tavolo di concertazione che tuteli e promuova la nostra qualità. La potenza economica del Veneto risiede nel terziario, senza il quale le grandi aziende non potrebbero andare avanti, ma la difficoltà di accesso al credito e la concorrenza di laboratori non italiani rende tutto più difficile. «I controlli ci sono», spiega Fascina, «ma ogni laboratorio straniero risultato non idoneo viene spostato in un’altra zona nel giro di pochi giorni. Per un imprenditore italiano la realtà è ben diversa: multe, sospensione dell’attività, risarcimenti. Giusto punire chi infrange la legge, ma spesso i laboratori stranieri riescono a farla franca. A questo va aggiunto l’immobilismo delle banche. Senza credito o con enormi difficoltà di accesso per le pmi è difficile superare la crisi. Questi momenti, comunque, sono fondamentali per trovare nuovi stimoli. Confartigianato sta cercando di rendere più visibile tutto ciò che ancora oggi ruota intorno al nostro saper fare; creatività e maestria artigiana. Quello che oggi è possibile fare è portare il Veneto, il suo artigianato, il suo modello di produzione e le aziende, fuori dai propri confini. È necessario investire ora per essere i primi quando si uscirà dalla crisi.
La moda e il settore tessile sono simboli dell’italianità nel mondo.
In un momento di crisi ci sono imprenditori che cercano e propongono soluzioni per il rilancio. A pensarla così è Gianluca Fascina, titolare di un ricamificio e presidente del settore tessile/ abbigliamento di Confartigianato provinciale e presidente Confartigianato Veneto del settore Moda. «L’Italia è il Paese europeo che più ha da guadagnare nella tutela e garanzia dell’origine delle merci», dice Fascina. «La gran parte dei prodotti della moda sono conosciuti e ricercati nel mondo. In Europa un prodotto certificato 100% Made in Italy risulta essere ancora più visibile. È la sola dichiarazione che garantisce il valore del vero prodotto italiano; attribuisce prestigio, sicurezza, lo rende unico*. Il presidente è convinto che ora serva fare squadra: «È un dato oggettivo che la crisi dei consumi sia alla base del crollo. Nella sola Provincia di Venezia le industrie tessili sono passate dalle 228 del 2000 alle 122 del 2012 con un calo de146,5%. In totale, solo nel comparto moda, dalle 1.272 pmi del 2000 siamo arrivati oggi ad averne 868 con una perdita del 31,8%. Va un po’ meglio a chi esporta, dove le perdite, invece, sono quasi dimezzate. Ciò che manca al Veneto e alla nostra provincia è la voglia di mettersi in gioco creando sinergie senza pensare al proprio orto, e vincere la paura di osare esportando il Made in Italy. La Confartigianato nazionale, ad esempio, ha ideato e registrato un logo identificativo per le imprese che vogliono far sapere che producono quello specifico prodotto in Italia e noi, come Confartigianato Veneto stiamo collaborando con Confindustria per un tavolo di concertazione che tuteli e promuova la nostra qualità. La potenza economica del Veneto risiede nel terziario, senza il quale le grandi aziende non potrebbero andare avanti, ma la difficoltà di accesso al credito e la concorrenza di laboratori non italiani rende tutto più difficile. «I controlli ci sono», spiega Fascina, «ma ogni laboratorio straniero risultato non idoneo viene spostato in un’altra zona nel giro di pochi giorni. Per un imprenditore italiano la realtà è ben diversa: multe, sospensione dell’attività, risarcimenti. Giusto punire chi infrange la legge, ma spesso i laboratori stranieri riescono a farla franca. A questo va aggiunto l’immobilismo delle banche. Senza credito o con enormi difficoltà di accesso per le pmi è difficile superare la crisi. Questi momenti, comunque, sono fondamentali per trovare nuovi stimoli. Confartigianato sta cercando di rendere più visibile tutto ciò che ancora oggi ruota intorno al nostro saper fare; creatività e maestria artigiana. Quello che oggi è possibile fare è portare il Veneto, il suo artigianato, il suo modello di produzione e le aziende, fuori dai propri confini. È necessario investire ora per essere i primi quando si uscirà dalla crisi.