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RAPPORTO FONDAZIONE NORDEST. LAVORO E TECNOLOGIA, IL FUTURO DEL NORDEST È LA BOTTEGA ARTIGIANA 2.0

Stamani presso l’Auditorium Tipoteca dei Fratelli Antiga a Cornuda (TV), è stato presentato il rapporto Fondazione NordEst 2015.
“Molto interessante”. Il commento del Presidente Luigi Curto che ha aggiunto: “mi fa piacere constatare che l’organo di studi della Confindustria regionale dedichi il suo rapporto 2015 al rinascimento della manifattura del nostro Paese che passa, per necessità e natura, per le piccole e piccolissime imprese. Le stesse aziende (molto spesso artigiane) sino a poco tempo fa denigrate e “maltrattate” perché troppo piccole e di nicchia. La agenda per lo sviluppo del Nordest è un percorso che unisce manifattura, cultura e innovazione? E’ vero senza dimenticare –secondo Curto- il fattore territorio”.
 
L’innovazione nella manifattura veneta è una bottega artigiana che diventa «2.0», cioè in grado di gestire gli antichi saperi attraverso tecnologie non invadenti e che, attraverso le stesse ed il sapiente utilizzo dei social media, sa anche raccontare le eccellenze al mondo. E’ questo uno dei passaggi contenuti nel rapporto di Fondazione Nordest dal titolo «Il Nordest alla prova della discontinuità» curato da Stefano Micelli. «Da una prima carrellata di casi studio che prendono in esame la diffusione di queste tecnologie nei principali settori del Made in Italy – rileva il ricercatore – emerge una versione del manifatturiero del Nordest che somiglia a laboratori artigianali innestati di strumentazione elettronica più che alle fabbriche automatiche dei film di fantascienza». Il nuovo modello con il suo «rapporto virtuoso fra il saper fare accumulato in questo territorio e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie – si legge ancora nella ricerca – si manifesta appieno proprio nei settori tipici del cosiddetto ‘medium tech’ del design e del lusso». In ambienti, dunque, in cui la componente tecnologica contribuisce al miglioramento a produzioni comunque incentrate su competenze di singoli lavoratori. «Nelle esperienze più innovative del Nordest, siano esse realtà consolidate o vere e proprie startup – conclude Micelli – emerge insomma una coabitazione fruttuosa fra lavoro e tecnologia».