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Realtà aumentata e virtuale: alcune applicazioni in azienda

Le tecniche visuali, mutuate dai videogame o dal cinema, consentono di creare e condividere con il cliente la creazione di prodotti e servizi “su misura”.

Pensate che le nuove tecnologie basate sulle immagini siano lontane dalla realtà di un’impresa artigiana? E invece, le applicazioni concrete sono molte. Bastano alcuni esempi: la possibilità (con speciali visori) di “entrare” in una stanza per vedere se l’arredamento previsto soddisfa appieno; o se un nuovo taglio di capelli si addice al nostro volto e alla nostra personalità; o creare un prototipo (magari di un gioiello) in 3D prima di metterlo in produzione…
Le tante possibilità offerte dalla realtà virtuale e della realtà “aumentata” sono state illustrate da Sofia Tadiotto, 3D Artist e Content Creator, nel corso di tre appuntamenti promossi online dal Digital Innovation Hub di Confartigianato Vicenza. Eventi che hanno fornito spunti e stimoli interessanti agli appassionati di nuove tecnologie, a chi voleva conoscere meglio questo mondo, e naturalmente agli imprenditori curiosi di capire come poter usare nuove tecnologie e nuovi linguaggi per offrire al mercato prodotti e servizi più immediati, coinvolgenti e appetibili.

“Il ‘real time 3D’ – ha spiegato l’esperta – è la tecnologia che sta alla base dei videogame, della realtà aumentata e di quella virtuale. Grazie a essa, l’utente può accedere a tantissime informazioni digitali e manipolare gli oggetti virtuali in maniera immersiva e coinvolgente. Questa tecnologia si sta espandendo sempre più anche fuori dal suo ambito classico di applicazione, che nasce come divertimento, per abbracciare l’industria manifatturiera, il settore automotive, l’ingegneria dell’architettura, fino all’educazione. Ci sono, infatti, molti esempi di come utilizzare questi nuovi approcci all’interno di un’azienda. Per esempio, nella fase di design si possono impiegare dei sistemi di realtà aumentata o realtà virtuale per creare dei prototipi 3D che possono essere successivamente stampati. Ancora più interessante è la possibilità di visualizzare un’architettura o un arredamento d’interno. Tutto questo ha un impatto più coinvolgente nell’utente, oltre che permettere di sistemare i punti salienti, ottimizzandoli, del prodotto finale”.
Non mancano certo esempi di applicazioni di queste tecnologie anche nella fase di prototipizzazione, in quella della produzione o di assemblaggio. Se poi vi si uniscono tecniche cinematografiche come lo ‘storytelling’ (una narrazione coinvolgente), la possibilità di interazione (avvicinando intellettualmente l’utente), la ‘gamification’ (fornire cioè un’esperienza divertente applicata a un contesto non ludico), o un design piacevole, ecco che l’approccio verso il prodotto/servizio da parte del cliente sarà ben diverso da quello classico. Infatti, la possibilità non solo di vedere un prodotto a 360° grazie a queste tecnologie ma anche, in molti casi, di intervenire direttamente cambiandone alcuni parti o modificandolo in base alle proprie esigenze, è un approccio interessante per l’utente e per la sua fidelizzazione.