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REGOLAMENTO SUL MADE IN: INTERROGAZIONE ALLA COMMISSIONE SUL REGOLAMENTO EUROPEO

Qualche settimana fa il Commissario Ue al Commercio, Karel De Gucht ha annunciato l’intenzione di ritirare la proposta di Regolamento Europeo sull’indicazione obbligatoria d’origine per i prodotti importati nella UE provenienti da Paesi Terzi, il cosiddetto “Regolamento sul MADE IN” Contro tale decisione, su istanza di Confartigianato e delle Associazioni di Categoria delle altre Confederazioni, il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera aveva inviato una lettera al Commissario per comunicare la contrarietà del Governo italiano circa il ritiro della proposta di modifica del regolamento sul marchio di origine.

Inoltre, il Ministro Passera ha incontrato i parlamentari europei Cristiana Muscardini, vicepresidente della commissione Commercio Internazionale del Parlamento Europeo, e Gianluca Susta, per individuare con loro le possibili iniziative da intraprendere perché il dossier potesse essere nuovamente esaminato.
A seguito di ciò, lo scorso 18 dicembre, i parlamentari europei Vital Moreira e Cristiana Muscardini, a nome della Commissione per il Commercio Internazionale, hanno presentato una Interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione. La discussione, di cui si allega una breve sintesi predisposta dal nostro ufficio di Bruxelles, unitamente al testo dell’interrogazione, si è tenuta in sessione plenaria a Strasburgo, lo scorso 17 gennaio.
Interrogazione orale alla Commissione sul Regolamento Europeo d’etichettatura obbligatoria d’origine delle merci extra UE: Sintesi della discussione.
L’On. Moreira, a nome della commissione parlamentare INTA, presenta il contenuto dell’interrogazione parlamentare alla CE sulla proposta di Regolamento, volto a evitare l’utilizzo di marchi falsi, a migliorare le informazioni ai consumatori e a mettere i prodotti europei allo stesso livello di quelli dei Paesi terzi. Dopo aver ricordato l’iter legislativo, interrottosi quando il PE si era espresso in prima lettura e a larga maggioranza a favore del provvedimento, e i fatti che hanno portato alla decisione della CE di ritirarlo dal Programma di Lavoro 2013 (non raggiungimento di un accordo in Consiglio e incompatibilità con le norme OMC), l’On. Moreira chiede alcune delucidazioni alla CE:
  • perché non abbia cercato di modificare il testo esistente invece di ritirarlo direttamente e perché non abbia consultato, o almeno preventivamente informato, il PE delle sue intenzioni
  • Inoltre domanda quali sono le parti del testo incompatibili con le disposizioni dell’OMC e le intenzioni future della CE.
  • L’Onorevole chiede inoltre di poter avere maggiori informazioni sui sistemi di marchio obbligatorio per i prodotti importati in vigore in Paesi quali gli USA, il Canada, la Cina e il Messico.
Anche l’intervento dell’On. Muscardini riprende i punti salienti già espressi dal Presidente della commissione INTA.
L’Onorevole si sofferma sull’inopportunità di discriminare le imprese europee e di permettere a livello OMC che vi siano Paesi di classe A e di classe B. Sottolinea che se gli USA, il Canada o la Cina possono imporre il marchio per i prodotti importati, allora questo deve essere fattibile anche per l’UE. Invita quindi ad aprire un confronto serio e democratico, a garantire l’interesse dei consumatori e a intervenire a livello OMC per risolvere il problema.
Il Commissario De Gucht esordisce affermando che, in questo momento, nell’UE, l’indicazione dell’origine dei prodotti non è obbligatoria. Ricordando gli sforzi fatti dalla CE per giungere a una buona conclusione dei negoziati, sottolinea l’impossibilità negli anni di ottenere progressi o di giungere a un compromesso politico. Aggiunge che, a seguito delle decisioni dell’OMC, la proposta è divenuta incompatibile con la legislazione dell’organizzazione internazionale, poiché avrebbe, di fatto, generato una barriera tecnica al commercio. A fronte di queste considerazioni, la CE intende ritirare la proposta in questione, essendo questa l’unica soluzione possibile al momento.
La CE sta inoltre valutando l’opportunità di presentare una nuova proposta che preveda il marchio obbligatorio sia per i prodotti domestici (Made in EU) sia per quelli importati dai Paesi terzi (che sarebbe di competenza del Vice Presidente Antonio Tajani e della DG ENTR). In questo modo, si eviterebbe di creare una barriera tecnica al commercio e di non rispettare il dettame dell’OMC. De Gucht aggiunge che a breve la CE pubblicherà un pacchetto per la protezione e sicurezza dei prodotti. Il Commissario respinge infine le accuse rivolte alla CE di non aver avvertito il PE e di non aver rispettato la volontà dei cittadini; ricorda che la CE può utilizzare il diritto di iniziativa, che prevede il diritto di proporre ma anche ritirare una proposta. Gli interventi dei parlamentari presenti alla discussione hanno un comune denominatore: la richiesta alla CE di rivedere la decisione di ritirare la proposta di Regolamento e di dare nuova linfa alle negoziazioni interistituzionali sul tema. In particolare, i deputati sottolineano come sia compito della CE garantire la trasparenza e la sicurezza per i consumatori, informandoli adeguatamente sui prodotti che acquistano e utilizzano. Ritirare la proposta significherebbe alimentare la concorrenza sleale, non voler informare il consumatore, mettere in difficoltà le imprese locali (in particolare le PMI) e fare gli interessi delle multinazionali che hanno deciso di investire al di fuori dei confini europei.
Poche le voci in disaccordo (On. Fijellner). Tra le soluzioni proposte vi è la creazione di un marchio Made in EU, per distinguere dai prodotti importati. Molto critici i parlamentari italiani (Muscardini, Toia, Salvini, Silvestris, Morganti e Cancian), che difendono la necessità di un marchio di origine per proteggere i cittadini e le imprese europee.