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Quando programmare è fondamentale: una ricerca sul settore orafo vicentino

“Per il distretto orafo, in diverse fasi nei due decenni trascorsi, era stato cantato un prematuro ‘De Profundis’ che avrebbe dovuto anticipare di pochissimo le stesse Fiere di VicenzaOro, private della ragione sociale. In realtà da alcuni anni si sta riscontrando, in un contesto selettivo ancora problematico, un rinnovato gusto nel competere accompagnato da un ricambio imprenditoriale e generazionale delle imprese”.

Parola di Luca Romano, direttore di Local Area Network, che su tale argomento ha presentato una ricerca in occasione di VicenzaOro Settembre, nel corso di un evento molto partecipato e reso vivace dalla presenza di tutti i neodiplomati ITS della Golden Academy di Fondazione Cosmo. Un’analisi molto utile al settore, soprattutto in prospettiva. Cosa è emerso da tale studio, ce lo spiega direttamente Luca Romano.

LA RICERCA

Questa ricerca si avvale di una felice circostanza: le necessità di programmazione delle politiche formative della Golden Academy attiva presso la Fondazione Centro Produttività Veneto che incontrano la strategia di sostegno ai distretti produttivi della Regione Veneto. Come cornice della presentazione, una delle più partecipate e internazionali rassegne di Vicenza Oro di cui si abbia memoria. 

Ci siamo focalizzati, quindi, sulle “Competenze innovative e i nuovi percorsi formativi per il settore orafo”. Il campione dell’indagine è stato selezionato tra le 539 imprese orafe attive in provincia di Vicenza. La metodologia della rilevazione è stata mista: prima un invio del questionario via Pec con link per la compilazione online; successivamente, con chi non aveva risposto, “recall” telefonica con compilazione del questionario da parte di un operatore. Ciò ha permesso, con due settimane di lavoro, di raccogliere ed elaborare 150 questionari.

La tendenza certificata dalla statistica è che, a fronte di 60 aziende in meno tra il 2019 e il 2024, abbiamo una crescita degli occupati e dell’export (a 2,162 miliardi nel 2023, + 1,7% sul 2022); se ne deduce che le aziende stanno aumentando mediamente la taglia dimensionale e, di fronte a un mercato globale popolato da concorrenti numerosi e aggressivi, ciò non è un male.

L’8,2% del campione di imprese intervistate sono nate dopo il Covid: non è una quota trascurabile, segnala che il ricambio è in atto. 

In relazione al tema del personale, le assunzioni negli ultimi tre anni sono state condotte dal 67% delle imprese, con un picco del 75% nel 2023. Che figure cercano le aziende? Mentre in una ricerca simile nel 2019 le figure tradizionali doppiavano quelle innovative, ora le due grandezze sono quasi allineate (77% e 69%); per cui, accanto a tecnici addetti all’assemblaggio e alle mitiche “lustraresse”, troviamo molto richiesti: tecnici per progettazione 3D, saldatura laser e operatori di macchine a controllo numerico. 

Altro elemento di grande interesse è il canale del reclutamento del personale: la fa sempre da primatista il “passaparola”, che evidenzia come siamo in un distretto con facilità di veicolazione di informazioni per vie informali (parenti, amici, colleghi); fa una grande salto in avanti il canale più nobile, la “scuola”, utilizzato dal 41% delle assunzioni (nel 2019 era al 18%).

Le aziende mostrano di essere ben consapevoli dell’importanza degli investimenti in tecnologie: Industria 4.0 ha interessato il 18,7% delle aziende, ma il 62,5% tra quelle sopra i 50 addetti; e l’arrivo degli incentivi per Industria 5.0 crea aspettative per il 23,1% con un andamento crescente. 

La sostenibilità, come ha detto Cristina Squarcialupi di FederOrafi, fa rima con redditività. Il 66% del campione sta intervenendo sull’energia per ridurre i consumi e derivarli da rinnovabili; il 44% nel trattamento, recupero e smaltimento virtuoso dei rifiuti. 

La digitalizzazione, infine, dimostra di aver ben presidiato il settore orafo: il 64% delle aziende utilizza l’infrastruttura più potente (banda larga), il 55% i social media, l’e-commerce è intorno al 23% con potenziali di espansione, comunque ben sopra il 15%, che è la media nel settore della Moda italiana.

La valutazione dell’offerta formativa ha decretato un salto di qualità nei consensi all’ITS, conosciuto dal 59% delle aziende con un voto di plauso del 7,8. La formazione professionale duale è nota alla metà delle aziende (voto 6,7), l’Alternanza scuola lavoro (PTCO) è utilizzata dal 43% delle imprese, e di queste l’82% ne offre una valutazione positiva. I corsi per disoccupati invece raggiungono la quasi sufficienza, indicando la necessità di un ulteriore affinamento.

La formazione aziendale interna prevale di molto su quella esterna, che piace di più alle microimprese, comprensibilmente. Riguarda in modo schiacciante l’area tecnica (82%), che prevale sulla creativa e la commerciale, entrambe al 25%. In fin dei conti, il distretto è popolato da una filiera a prevalenza produttiva.

L’andamento dei mercati negli ultimi tre anni è stato positivo per il 51% delle aziende, stazionario per il 21%, negativo per il 28%. Come vedono il 2025 gli imprenditori orafi? In crescita il 30%, stazionario il 42% e in flessione il 28%, in un sentiment diffuso dominato dall’incertezza.

Infine, il ruolo delle Fiere: quanto incide sul fatturato? Interessante il fatto che il 27% delle aziende ne beneficia tra il 20 e il 40%, il 16% tra il 40 e il 60%, una nicchia (tra 6 e 15 dipendenti) persino più del 60%.

La rinnovata vitalità del distretto orafo vicentino, pertanto, oltre a una buona sintonia con i processi di innovazione, sostenibilità e digitalizzazione, conferma l’importanza di due pilastri come la presenza di una filiera completa di formazione professionale e di una Fiera che sta attuando grandi investimenti per l’eccellenza internazionale.

Luca Romano (linkare a sua pagina)
Direttore Local Area Network
(linkare a Local Area Network)