RIFIUTI
Confartigianato: “Contributo SISTRI 2012 NON dovuto!
Resta aperta la “ferita” per le nuove norme su terre e rocce da scavo”
“Nessun contributo SISTRI è dovuto dalle imprese iscritte per l’anno 2012. La scadenza del 30 di novembre prossimo non esiste”. A ribadirlo con forza Confartigianato assieme alle altre Confederazioni aderenti a RE.TE Imprese Italia.
La posizione è stata rimarcata con una circolare confederale apposita a seguito della continua richiesta di chiarimenti in merito da parte delle imprese associate.
Il decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012, successivamente convertito nella Legge n.134 del 7 agosto, stabilisce inequivocabilmente che il sistema SISTRI è sospeso nel funzionamento e, in particolare, che “alcun contributo è dovuto per l’anno 2012”. Successivamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della suddetta Legge è stato però emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare un decreto ministeriale, il n.141, recante la data del 25 maggio 2012, ma pubblicato in Gazzetta solo il 23 agosto, il quale prevede [art.1, comma 1, lettera c)] una disposizione di tenore contrario rispetto a quella della citata Legge n.134, secondo cui il contributo SISTRI per l’anno corrente va pagato <<entro il 30 novembre 2012>>.
Tale ambiguità è anche alimentata dal fatto che nel sito web www.sistri.it, del Ministero dell’Ambiente è ancora riportata la “news”, relativa alla primavera scorsa, dello slittamento dal 30 aprile al 30 novembre del termine per il pagamento del contributo.
Tuttavia, appare pacifico che, per il criterio della gerarchia delle fonti, la sospensione del Sistri e del relativo contributo per l’anno 2012 disposta dalla legge 134/2012 prevale sul decreto ministeriale 141/2012 che aveva invece previsto l’obbligo del pagamento del contributo Sistri entro il 30 novembre 2012.
Per una questione che si chiude, una nuova emerge.
“Non si capisce infatti perché il Governo non intenda intervenire in tempi rapidi sulle terre e rocce da scavo. Situazione che sta ingessando un settore, quello edile, già fortemente in crisi e che per la complessità delle norme ed adempimenti lo espone anche a pesanti sanzioni”. Lo sfogo è di Paolo Bassani, Presidente regionale veneto di Confartigianato Edilizia a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto ministeriale 10 agosto 2012, n.161, che stabilisce le condizioni per qualificare le terre e rocce da scavo non come rifiuti ma come sottoprodotti”. “Non contestiamo il regolamento, entrato in vigore il 6 ottobre –spiega Bassani-. Quello che contestiamo è l’assenza di proporzionalità nelle procedure burocratiche. In Veneto in particolare, dove i siti idonei a ricevere questi materiali classificati come rifiuti sono pochissimi, l’attività dei piccoli cantieri è di fatto ingessata. Non ci sono alternative, o l’azienda sottostà ai tempi dettati dalla burocrazia (90gg di preavviso per il paino di utilizzo) oppure rifiuta il lavoro non sapendo dove smaltire i cosiddetti “rifiuti””.