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Riflettori accesi sull’Arena di Verona, suggestiva location

Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

E così, come ogni anno a luglio e agosto, si sono accesi i riflettori su uno dei palcoscenici più suggestivi al mondo: l’Arena di Verona.

Anche quest’anno la Fondazione Arena di Verona ha messo in cartellone spettacolari opere attirando, come sempre, migliaia di spettatori da ogni parte del mondo. Visitatori che, con la loro presenza, contribuiscono anche all’economia turistica della città.
In quest’occasione parliamo di “Tosca” che è andata in scena il 10 agosto. L’occhio ha colto  subito le suggestioni di  un impianto scenico solo apparentemente statico, ma di grande impatto visivo:  un  Sant’Andrea di enormi dimensioni che, con la sua  testa riccioluta, tipica dell’iconografia classica, e le due mani, una che impugnava la spada e l’altra lo scettro,  controllava e dominava lo svolgersi della storia. Il melodramma in tre atti lo conosciamo ormai tutti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal dramma di Victorien Sordou e musicato dal grande Giacomo Puccini; scenografia, regia e luci di Hugo de Ana. Spettacolo intrigante e seducente, pur nella sua tragicità, che ha emozionato e tenuto gli spettatori fissi con lo sguardo sulla scena elegante e, nello stesso tempo, austera. Ricercati i costumi, ricchi di drappeggi secondo il raffinato stile dell’epoca. Sullo sfondo  un palazzo stilizzato, in penombra, dal quale si aprivano, qua e là, delle grandi finestre a prolungamento immaginario dello spazio. Il tutto si è svolto con un grande numero di comparse ( frati, bambini, vescovi, spari di cannone, fucilate, campane). Tutti all’altezza del loro ruolo  i cantanti che hanno saputo interpretare l’opera con vigore: Susanna Branchini, Carlo Ventre, Ambrogio Maestri, Romano Dal Zovo, Nicolò Ceriani, Antonello Ceron, Marco Camastra, Omar Kamata Stella Capelli.
Un plauso al sempre potente Coro dell’Arena e all’Orchestra, diretti dal maestro Antonino Fogliani.
Due i momenti di grande commozione e di notevole interpretazione: il primo, con la struggente preghiera di Tosca a Dio nella chiesa di Sant’Andrea della Valle
… “Vissi d’arte, vissi d’amore, / non feci mai male ad anima viva!… / Con man furtiva / quante miserie / conobbi, aiutai… / Sempre con fe’ sincera, / la mia preghiera / ai santi tabernacoli salì. / Sempre con fe’ sincera / diedi fiori agli altar. / Nell’ora del dolore / perché, perché Signore, / perché me ne / rimuneri così? / Diedi gioielli / della Madonna al manto, / e diedi il canto / agli astri, al ciel, che ne / ridean più belli. / Nell’ora del dolore, / perché, perché Signore, / perché me ne rimuneri così? “
e il secondo, l’inno alla vita che Cavaradossi intona nella cella poco prima di essere fucilato:
…” E lucevan le stelle… / stridea l’uscio dell’orto… / e un passo sfiorava la rena… / Entrava ella, fragrante, / mi cadea fra le braccia… / Oh! dolci baci, o languide carezze / mentr’io fremente / le belle forme disciogliea dai veli! / Svanì per sempre il sogno mio d’amore… / L’ora è fuggita… / E muoio disperato! / E non ho amato mai tanto la vita!”.
Il cartellone promette ancora appassionanti serate con l’Opera fino al 27 agosto.