RIFORMA DEL FISCO: A CHE PUNTO SIAMO?
In questi giorni stanno prendendo forma le iniziative del Governo per attuare la delega, ricevuta dal Parlamento nei primi mesi del 2014, a intraprendere il percorso di riforma del sistema fiscale italiano. Con due recenti decreti attuativi, si è dato il via a semplificazioni e restyling del catasto. Se per quest’ultimo si è ancora nella fase di creazione delle commissioni censuarie che dovranno esprimersi sugli algoritmi di attribuzione dei nuovi valori degli immobili, per le semplificazioni invece le novità introdotte sembrano puntare ad un promettente sfoltimento di adempimenti pressanti e spesso risultati eccessivamente complicati in capo ad imprese e cittadini. L’invio a pensionati e dipendenti del modello 730 pre compilato dal 2015, già completo dei dati attinenti ai cud e ad alcuni oneri deducibili e detraibili (spese mediche escluse); l’innalzamento della soglia di esenzione dalla presentazione della dichiarazione di successione a 100.000,00 euro; lo snellimento delle procedure per ottenere l’IVA a rimborso sotto i 15.000,00 euro senza obbligo di fideiussione; possibilità di realizzare operazioni commerciali con operatori dei Paesi inseriti nella black list senza obbligo di comunicazione delle stesse fino all’importo di 10.000,00 euro (si pensi che ora il limite è 500,00 euro); snellimento delle comunicazioni Intrastat; azzeramento del lasso di tempo che un soggetto titolare di partita IVA deve attendere dalla comunicazione di volontà di intraprendere operazioni commerciali con l’estero, prima di poterle effettivamente porre in essere (oggi deve attendere 30 giorni); abolizione della comunicazione all’Agenzia Entrate per i lavori di riqualificazione energetica che proseguono per più periodi d’imposta. Sono queste alcune delle iniziative che il Governo è pronto a rendere operative previo passaggio alle Camere. “Non facciamo però troppe illusioni e non creiamo false aspettative –spiega Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. Nell’incarico del Governo di riformare la fiscalità italiana non troviamo nessun maxi sconto fiscale o modifica epocale. Piuttosto, si potrà parlare di una manutenzione di un sistema di norme nate negli anni ’70. Per ora occhi puntati anche sulle modifiche al catasto ed ai valori attribuiti agli immobili: i cambiamenti in atto non devono rivelarsi l’ennesimo strumento per aumentare la base imponibile delle imposte. Già nella legge delega è chiarito che il principio base dovrà essere quello dell’invarianza dei saldi del bilancio dello Stato, allora che questo sia il punto di partenza assicurato anche per imprese e cittadini”. Ci sono ancora 250 giorni perché scada il termine per attuare la legge delega del Parlamento. Confartigianato, seppur riconoscendo l’importanza dei risultati finora ottenuti e sopra descritti, ha ancora altri obiettivi che ritiene necessario perseguire, non facendosi sfuggire l’occasione in atto: compensazione pura tra crediti e debiti che imprese e cittadini hanno verso la P.A. e lo Stato in generale; l’abrogazione della solidarietà passiva negli appalti per quanto riguarda le ritenute sui redditi dei lavoratori dipendenti; dato il perdurare della crisi, la revisione della disciplina da applicare alle società in perdita sistematica; possibilità di emettere la nota di variazione per recuperare l’IVA non corrisposta dal cessionario o committente sottoposto a procedure concorsuali (esempi: fallimento o concordato) o esecutive individuali (esempio: pignoramento in seguito a decreto ingiuntivo), la riforma del processo tributario che parifichi fattivamente le posizioni di partenza di attori e convenuti e snellisca le procedure, il rispetto dei diritti del contribuente e l’abolizione del principio di “retroattività”, ne sono solo alcuni esempi.