Riforma Istruzione Tecnico Professionale: scuola più vicina al lavoro
“Una scelta che va nella direzione di diminuire il gap tra formazione in aula e mondo del lavoro, fornendo ai ragazzi opportunità professionali e alle aziende le figure di cui hanno bisogno”.
A ridosso della scadenza dei termini per le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno 2024/2025, e nell’attesa di analizzarne i risultati, così Riccardo Barbato, componente della Giunta di Confartigianato Imprese Vicenza con delega all’Orientamento e ai rapporti con la Scuola, hacommentato le novità che investiranno la didattica da quest’anno. In particolare, c’è attesa per la riforma della filiera di formazione tecnologico-professionale, considerato che nel Vicentino saranno due gli istituti che anticiperanno in via sperimentale tale novità.
Da tempo le imprese lamentano di non riuscire a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Si parla di centinaia di migliaia di posti di lavoro, circa il 50% di quelli necessari, che restano scoperti: una carenza che si ripercuote sulla produttività delle aziende, con conseguente perdita del PIL di diversi miliardi di euro. Tale situazione non aiuta lo sviluppo del Paese né crea opportunità per i giovani di trovare lavoro, e di trovarlo rapidamente, in modo coerente con i loro talenti e le loro abilità.
Anche a questi gap intende rispondere la riforma della formazione tecnologico-professionale. La nuova istruzione tecnica e professionale si articolerà così in una filiera di 4+2, ossia quattro anni e non più cinque di scuola superiore, collegati dal punto di vista formativo ai due anni di ITS, periodo che non sarà obbligatorio, ma fortemente vincolato. In alternativa, rimane comunque l’accesso sia al mondo del lavoro che all’università.
“La riforma dell’Istruzione Tecnica e Professionale, oltre ad allineare il nostro Paese a molte realtà europee, permette un rapporto più stretto e sinergico con il mondo imprenditoriale – sottolinea Riccardo Barbato componente della Giunta di Confartigianato Imprese Vicenza. Prevedendo un percorso sperimentale innovativo, si prospettano maggiori opportunità per i ragazzi, che troveranno lavoro più velocemente. Al tempo stesso si consentirà al mondo produttivo di essere più competitivo, potendo contare sulle competenze di cui necessita. Il collegamento, infatti, con il mondo del lavoro e in particolare con le imprese sarà molto stretto. A integrazione di questa riforma, inoltre, la manovra di Bilancio 2024 alza di 50 milioni di euro il plafond destinato a percorsi formativi relativi all’Apprendistato Duale e ai percorsi di orientamento (PCTO)”.
Aggiunge ancora Barbato: “Vi sono alcune riserve, come per esempio il fatto che i licei continuino a essere quinquennali, aumentando la forbice con i tecnici e i professionali, e il possibile accesso degli studenti del 4° anno dei CFP direttamente all’ITS. Tuttavia, l’impianto è interessante e potrebbe portare a degli esiti altrettanto interessanti. Va compreso poi che la riduzione del percorso di un anno non comporterà una diminuzione della preparazione: anzi, è previsto sia un rafforzamento delle materie di base (italiano, matematica, inglese) che dell’attività laboratoriale, dell’alternanza scuola-lavoro e del collegamento con il mondo delle imprese. Le scuole, inoltre, potranno fare contratti diretti con imprenditori, tecnici o manager, affinché possano salire in cattedra a formare i ragazzi”.
Dal canto suo la Regione Veneto ha deciso di “anticipare” la riforma, offrendo la possibilità a istituti professionali e tecnici del territorio di attuarla già. A livello vicentino, per la sperimentazione si sono candidati l’IIS di Noventa (con il sostegno di Confartigianato, Apindustria e Confindustria) e l’ITET Einaudi di Bassano. Quanto al Liceo del Made in Italy, altra novità, al momento a Vicenza nessuna scuola si è candidata.
“Tra le novità del prossimo anno – conclude Barbato – ci sono le nuove figure del tutor e del docente orientatore, che avranno il compito di confezionare una formazione ‘sartoriale’ per ciascun ragazzo nell’ultimo triennio delle superiori. I tutor coordineranno i colleghi disciplinari per individuare un percorso personalizzato per ogni studente. Dal canto suo, il docente orientatore, una volta individuate le abilità e le potenzialità del ragazzo o della ragazza, d’intesa con i tutor e avendo il polso delle opportunità che offre il territorio, suggerirà alla famiglia i percorsi formativi più adatti. Anche in questo caso, dunque, si va verso un maggior raccordo tra scuola e mondo del lavoro”.