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RILEVAZIONE DI CONFARTIGIANATO

In Italia salute sempre più costosa:
dal 2007 rincari del 14,1% per servizi e prodotti sanitari.
In 10 anni spesa pubblica sanitaria aumentata del 64,1%.
Il Veneto tra le regioni più virtuose.

“Quintultimi per spesa del Servizio Sanitario pro capite (1.812 euro); tredicesimi per crescita della spesa negli ultimi dieci anni (+58,7% ben al di sotto della media nazionale +64,1%); terzi invece per importo dell’avanzo di bilancio (+65 milioni di euro in 4 anni) dopo Emilia Romagna e Bolzano. Questi gli indicatori principali che inseriscono la Regione Veneto tra le più virtuose d’Italia in fatto di qualità e costo del Sistema Sanitario Nazionale. Un risultato che premia decenni di buon governo regionale e che avvalla una volta di più il fatto che non è possibile imporre tagli lineari e  chiedere sacrifici indifferenziati. Qui noi, abbiamo già dato, abbiamo già risparmiato, razionalizzato e semplificato”. Lo afferma Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto a commento dell’ultima ricerca dell’ufficio studi di Confartigianato presentata nell’ambito del Festival della Persona, organizzato ad Arezzo dal 27 al 29 settembre u.s.

L’indagine ha dimostrato come in Italia, più che nel resto d’Europa, ammalarsi è molto costoso: per i nostri connazionali, tra luglio 2007 e luglio 2012, i prezzi dei servizi e prodotti sanitari sono cresciuti del 14,1%, vale a dire 5,7 punti in più rispetto all’aumento dell’8,4% nell’Eurozona.
Secondo Confartigianato, a far registrare i maggiori rincari sono stati medicinali, prodotti farmaceutici, attrezzature e apparecchiature medicali i cui prezzi sono saliti, tra il 2007 e il 2012, del 13,6%, ad un ritmo quasi triplo rispetto al 5,0% dell’Eurozona, quindi con un differenziale che arriva a 8,6 punti.
Molto elevata la differenza Italia-Ue anche per i servizi ambulatoriali i cui prezzi in Italia salgono del 18,0%, vale a dire 7,6 punti in più rispetto al 10,4% rilevato in Eurozona.
Ma un balzo ancora più gigantesco riguarda la spesa pubblica per la sanità: tra il 2000 e il 2011 è cresciuta del 64,1%, con un ritmo doppio rispetto dell’aumento del 31,9% registrato dal PIL. Nel 2012, la spesa pubblica sanitaria ha raggiunto la somma di 114,5 miliardi, pari al 7,2% del Pil e al 14,2% della spesa pubblica complessiva.
Il rapporto di Confartigianato stila anche la classifica delle regioni con il disavanzo più vistoso nel servizio sanitario. In testa il Lazio che, tra il 2008 e il 2011, da solo cumula un disavanzo sanitario di 4.958 milioni, pari al 45,0% del totale, seguito dalla Campania con 2.337 milioni pari al 21,2%, dalla Puglia con 1.103 milioni pari al 10,0%, dalla Sardegna con 786 milioni pari al 7,1%, dalla Calabria con 632 milioni pari al 5,7% e dalla Sicilia con 592 milioni pari al 5,4%.
Sul versante opposto della classifica, 8 regioni virtuose che tra il 2008 e il 2011 hanno cumulato un avanzo: il valore più elevato in Emilia Romagna con 113 milioni, seguita da Bolzano con 65 milioni, dal Veneto con 63 milioni, dal Friuli Venezia Giulia con 59 milioni, dalle Marche con 52 milioni, dalla Lombardia con 45 milioni, dall’Umbria con 32 milioni e dal Piemonte con 28 milioni.
Il disavanzo nella sanità pubblica cumulato tra il 2008 e il 2011 incide per 182 euro per abitante. Con importi però ben diversi da regione a regione. Nel Lazio ad esempio il disavanzo sanitario nel quadriennio 2008-2011 pesa per 865 euro per abitante mentre i cittadini veneti hanno avanzato 13 euro a testa.

Vedi tabella