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RIVISTA ON-LINE “DISSAPORE”

Nelle 50 gelaterie artigiane “che meritano” d’Italia c’è anche quella del Presidente regionale Marco Viel.

Da Milano a Benevento, da San Benedetto del Tronto a Belluno. Percorre tutta la penisola il viaggio realizzato dalla rivista on line di settore Dissapore per “dare un ordine al caos delle gelaterie artigianali”. Ne sono state selezionate 50, definite le migliori d’Italia nel 2013. Una esperienza che ripercorre il post del 2011, che con oltre 50mila letture a oggi è quasi un classico del genere.
Bene, tra le gelaterie citate troviamo anche la gelateria La Delizia in Piazza Vittorio Emanuele 9 a Belluno, quella del nostro Presidente regionale di settore Marco Viel con la seguente descrizione: “L’ex maestro di sci Marco Viel, convertito dai familiari di sua moglie, gelatieri bellunesi emigrati in Germania, si è messo a produrre un gelato artigianale di splendida naturalezza, con gusti insoliti e sorprendenti, vedi pino mugo e miele, corniolo e orzo bellunese. Gusti consigliati: Pino mugo al miele”.
“Un riconoscimento alla produzione artigianale del gelato che mi onora –commenta Viel- e che mi porta a lavorare con maggiore intensità al nostro progetto di avvicinare sempre più giovani a questo fantastico mestiere. Una opportunità di lavoro e di reddito che deve però essere sostenuta da una capacità professionale che purtroppo oggi viene messa in secondo piano. Produrre gelato con i semi lavorati, in modo artificiale e dozzinale non è vera produzione artigianale e il risultato è lontano anni luce dal nostro. Per questo sono fiero di essere entrato in questa classifica assieme a molti altri colleghi che conosco e stimo. Una classifica che ha molta più importanza per la cultura del gusto che può portare tra la clientela che come riconoscimento alle singole imprese. Sono certo infatti che ogni persona che ha letto questo post abbia ritrovato nei ricordi decine di gelaterie non citate ma che producono lo stesso un gelato straordinario. L’importante è che questo messaggio giri il più possibile. Come dice Crozza: de-grommizziamoci!”