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SANDRO VENZO, GRUPPO GIOVANI CONFARTIGIANATO: RISVEGLIARE LA VOGLIA DI ARTIGIANATO PER UN FUTURO DI SVILUPPO

16/05/2008SANDRO VENZO, GRUPPO GIOVANI CONFARTIGIANATO: RISVEGLIARE LA VOGLIA DI ARTIGIANATO PER UN FUTURO DI SVILUPPOAAA dipendenti cercansi. Invano. Nell'artigianato del Nord Est le aziende vorrebbero assumere alcune decine di migliaia di addetti, quasi quaranta mila. Ma riusciranno a trovarne, se va bene, la metà. In alcuni casi, il gap tra domanda e offerta di posti sale quasi all'80 per cento del totale. A fotografare questa non rosea realtà è il rapporto 2008 sull'occupazione nelle piccole imprese realizzato dalla Confartigianato. "A livello nazionale abbiamo constatato che su più di 162 mila possibili assunzioni, la difficoltà di reperire adeguate figure professionali riguarda il 43,9% del totale -spiega Sandro Venzo, Presidente regionale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato- Nel Nord Est questa percentuale sale al 51,2 per cento, la più alta d'Italia. Il Veneto, in particolare, registra un gap del 51,4 per cento, mancano all'appello 8.200 unità su 16 mila possibili assunzioni. E' evidente che questa difficoltà di reperire addetti si ripercuote negativamente sulla produttività del settore, e più in generale sull'economia. Se questa tendenza si manterrà nel tempo, sono le stesse prospettive del settore a venire compromesse, perché il nostro settore sta rapidamente invecchiando per mancanza di giovani".In cima alla graduatoria delle attività che hanno "fame" di personale ci sono i meccanici e montatori di apparecchi termici, idraulici e di condizionamento, che non riescono a trovare l'86,0% degli addetti che vorrebbero assumere. Seguono gli idraulici, con il 79,7%. A breve distanza troviamo i panettieri e pastai (76,8%) e gli attrezzisti di macchine utensili ed affini (76,2%). Ma se la passano molto male anche i falegnami (72,1%). Difficoltà di reperimento sopra il 70 per cento vengono segnalate, in base al rapporto Confartigianato, anche per montatori di carpenterie metalliche, meccanici, assemblatori, riparatori di veicoli."Questa tendenza è tanto più grave, se consideriamo che nell'artigianato i lavoratori a tempo indeterminato sono più del 90 per cento del totale, mentre quelli a termine sono solo il 7% contro una media nazionale di 12,2 punti -spiega Venzo- La difficoltà di trovare manodopera ha molteplici cause: si va dalla mancanza della necessaria esperienza (il 35,1% dei casi) alla professione poco richiesta per insufficienti motivazioni di carriera (31,8%) sino alla carenza per forte richiesta da parte delle imprese (21,4% dei casi)". "Emerge con forza -prosegue Venzo- non tanto l'inadeguatezza delle strutture formative (considerare tali solo nel 3,8% dei casi) ma quella dei processi educativi e della formazione dei giovani in genere rispetto alle reali esigenze del nostro sistema economico e sociale. Sosteniamo da tempo che vanno rinvigoriti e migliorati i "vecchi" canali della formazione professionale, dell'apprendistato e naturalmente il ruolo determinante delle botteghe, o ancora meglio delle aziende/scuola, dove ancora oggi non ci sono livelli gerarchici rigidi ma titolari, soci e lavoratori che operano fianco a fianco quasi sempre in assenza di rapporti conflittuali. Un lavoro quindi di qualità e sicuro ben oltre quello che è nell'immaginario collettivo di oggi".La valenza del fenomeno sta nei fatti. In Veneto non si è avuto uno sviluppo economico straordinario ma si è assistito ad uno sviluppo accompagnato da coesione sociale e da una buona ripartizione della ricchezza prodotta il che ha elevato il livello della qualità della vita per tutti. In questi ultimi anni purtroppo però, è venuta meno la spinta verso questo modello e le conseguenze drammatiche sono sotto gli occhi di tutti: minore coesione sociale, divari in crescita nei redditi e concentrazione della ricchezza su una minoranza di persone. "Manca una spinta propositiva -conclude Sandro Venzo-. La formazione professionale e l'apprendistato vanno rivitalizzati e ammodernati così come abbiamo cercato di fare, con molta fatica e difficoltà di relazioni a causa di resistenze centraliste, qui in Veneto. I precedenti ci danno ragione. Dove abbiamo avuto l'opportunità di operare abbiamo raggiunto risultati eccellenti (il modello della formazione assistita in azienda per l'apprendistato istituto a fine 2007 è, nel suo campo, una piccola  rivoluzione copernicana). Come Giovani Imprenditori abbiamo intenzione di aprire con la società veneta un dibattito che faccia riprendere una cultura del lavoro in senso lato e faccia riconoscere il ruolo di mestieri "normali" che oggigiorno poi tanto semplici non sono. Nessuna professione può essere più affrontata con inesperienza e ardore giovanile. La conoscenza, imprenditoriale, manageriale e del mercato, la formazione continua, la professionalità sono fattori da cui non è possibile prescindere se si vuole operare con ragionevole successo. Un esempio è l'installazione di impianti che proprio in questi giorni ha visto aumentare le norme di sicurezza e di conseguenza le esigenze di conoscenza da parte di chi vi opera".  Dati sui settori alla ricerca di manodopera