SARTOR: LE PREVISIONI DI CRESCITA PER L’ARTIGIANATO VENETO TROVANO CONFORTO NEL POSITIVO ANDAMENTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI A CONSUNTIVO
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11/09/2006SARTOR: LE PREVISIONI DI CRESCITA PER L’ARTIGIANATO VENETO TROVANO CONFORTO NEL POSITIVO ANDAMENTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI A CONSUNTIVO_x000D_
Il fatturato è l’indicatore principe per valutare la salute di una azienda o di un settore: nel secondo semestre del 2005 l’artigianato veneto ha fatto registrare nel suo complesso un ottimo +3,7% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Un risultato interessante che rappresenta un progresso apprezzabile rispetto al +1,4% fatto registrare nella prima metà dell’anno. Valore ancora più da apprezzare se lo si confronta con la serie storica contenuta nella tabella, che evidenzia dopo il dato negativo del 2003 un trend costante di crescita. Il dato emerge dalla quindicesima indagine congiunturale sugli indicatori economici dell’ artigianato veneto, elaborata per la Confartigianato del Veneto da BS consulting."Chiusa la pratica della dichiarazione dei redditi, attraverso l’elaborazione delle informazioni raccolte tra le oltre 15mila imprese che utilizzano i nostri servizi di contabilità -commenta il Presidente regionale della Confartigianato Vendemiano Sartor- riusciamo ad avere una analisi interessante su alcuni indicatori economici fondamentali per "tastare il polso" delle imprese artigiane. Ed i risultati sono molto confortanti."Il consumo di energia elettrica (con cui sui può avere una indicazione sull’utilizzo degli impianti) è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1%); importanti, in quanto invertono una tendenza che si era riscontrata in molti dei precedenti semestri, sia la crescita (+32,1%) degli investimenti in macchinari e attrezzature che degli impegni assunti in investimenti immobiliari (+23,8%) che, assieme, confermano una ripresa di fiducia importante dell’imprenditore artigiano veneto. Un segnale di preoccupazione viene invece dal calo delle riserve tassate (-2,4%). Ciò indica infatti, un peggioramento del rapporto costi/ricavi confermato anche dal -18,8% del patrimonio netto e dal -0,4% del capitale sociale. "I dati a consuntivo ci dicono quindi -conclude Sartor- che la crescita è reale, gli imprenditori investono, hanno fiducia. Ma ancora non basta. Emerge ad esempio la necessità di far riprendere i consumi interni perché i servizi continuano a soffrire. La crescita c’è ma ancora troppo a macchia di leopardo. La velocità del cambiamento è tale da presupporre un sempre maggiore impegno e rischio da parte delle imprese, mi auguro però che le istituzioni, a tutti i livelli, comprendano lo sforzo e non lo mortifichino con atteggiamenti persecutori."Se si scende all’analisi degli indicatori per macrocategorie (manifatturiero, costruzioni e servizi), si osservano esiti altrettanto orientati al rialzo, a partire dal valore frazionale dei servizi fino al più elevato delle costruzioni. Manifatturiero: Il fatturato appare in espansione soddisfacente (+2,6%); pur inferiore rispetto alla media regionale, il dato risulta comunque come il migliore del comparto dalla fine del 2002. Stazionano i consumi elettrici mentre calano dell’-1,3%. le riserve tassate. Buona la crescita negli investimenti in macchinari ed attrezzature +30,5%, ed in quelli immobiliari +17,4%.Costruzioni: Questo il settore con l’andamento più virtuoso del fatturato. Un +6,4%, che risulta essere la migliore performance degli ultimi 3 anni. Crescono i consumi elettrici (+2,2%), mentre risultano piuttosto instabili e orientati al ribasso gli indicatori patrimoniali: -30,7% il patrimonio netto, -2,6% il capitale sociale e -0,2% le riserve tassate. Crescono invece al di sopra della media gli investimenti in macchinari ed attrezzature, +33,3%, ed in immobili +54,8%. Servizi: questo importante settore per l’artigianato fa registrare una crescita del fatturato (+0,8%) meno accentuata rispetto a quanto osservato a livello regionale aggregato e sottodimensionata rispetto alla tendenza storica che, già nel precedente semestre, metteva in luce una variazione di +3,1%. Cala il consumo di energia (-1,2%) e soprattutto è molto negativo (-12,3%) l’andamento delle riserve tassate. Indicatori quindi non di ottima salute, che vengono confermati con variazioni sotto la media anche per quanto riguarda gli investimenti sia in macchinari ed attrezzature che immobiliari.