SBALCHIERO: LA POLITICA “LIBERI” LA PICCOLA IMPRESA SE VUOLE FAR CRESCERE QUESTO PAESE
03/04/2008SBALCHIERO: LA POLITICA "LIBERI" LA PICCOLA IMPRESA SE VUOLE FAR CRESCERE QUESTO PAESE In vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, il mondo artigiano ha indicato ai vari schieramenti le sue priorità per la crescita: garantire la governabilità, valorizzare il ruolo della micro e piccola impresa, ridurre la spesa pubblica, diminuire la pressione fiscale su imprese e famiglie, liberare le aziende dai costi della burocrazia e dei mercati "protetti", superare la contrapposizione tra lavoro dipendente e lavoro indipendente. Concetti che la stessa Associazione Artigiani vicentina ha ribadito nell'incontro che il suo Consiglio Direttivo ha avuto con vari candidati al futuro Parlamento. «Le proposte del nostro mondo artigiano – ha spiegato il presidente provinciale Giuseppe Sbalchiero – vogliono dare contenuti precisi al difficile dialogo tra politica e realtà del Paese: dialogo dai toni ancor più deludenti se parliamo di piccole imprese, anche se numeri, studi e riconoscimenti di mercato dimostrano che le energie più vive si riscontrano proprio in questo straordinario tessuto economico. Altra grande preoccupazione è la marginalità politica che il Veneto delle imprese sta subendo da troppi anni: chiediamo fatti che traducano in realtà progetti, parole e promesse».«Se approfondite e analitiche riflessioni – ha proseguito Sbalchiero – sono state sollecitate dai documenti delle nostre organizzazioni Confartigianato nazionale e regionale, il richiamo a una particolare attenzione da parte di chi si assumerà la responsabilità politica del Paese può essere riassunto anche attraverso alcune semplici annotazioni. La prima è quella relativa alla necessità di "liberare" l'impresa dal macigno dei continui, costosi, farraginosi adempimenti burocratici, considerandola non solo un valore economico fondamentale, ma anche un formidabile soggetto sociale. Oggi, invece, essere imprenditori sembra una colpa. C'è poi la necessità di dar vita a un vero federalismo, conferendo alle Regioni che le richiedano nuove competenze e poteri secondo un modello a geometria variabile, e riservando al territorio risorse rapportate alla sua effettiva capacità fiscale. Ci vogliono scelte, non la presa in giro dei principi di equità e di sviluppo che circola attualmente. Scelte si impongono anche per le infrastrutture: finora abbiamo più carte che asfalto, più leggi che opere, più interpretazioni che fibre ottiche. Anche l'energia nel nostro Paese è alla fine di tutto solo una bolletta, che significa da una parte totale dipendenza da altri paesi e per il consumatore – cittadino o impresa – continui, assurdi e insostenibili aumenti. Quanto, infine, alle politiche del lavoro, ci basterebbe che non fossero "contro" il lavoro, ostacolandolo in ogni modo».«Sulle scelte – ha concluso Sbalchiero – valuteremo la capacità della politica, e nella fattispecie del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, di recuperare la fiducia dei cittadini, di uscire da un orizzonte autoreferenziale, di imparare a guardare e ascoltare la realtà sociale e produttiva».