SBALCHIERO: “ANCHE IL FISCO DEVE TENER CONTO DELLA CRISI ATTUALE”
05/11/2008SBALCHIERO: "ANCHE IL FISCO DEVE TENER CONTO DELLA CRISI ATTUALE" «Non vi è alcun dubbio che stiamo vivendo un momento economico e finanziario difficilissimo, per molti aspetti straordinario, le cui ricadute negative non potranno non interessare il mondo delle piccole e medie imprese. In tale contesto anche il Fisco deve fare la sua parte con tempestività ed efficacia: è una leva troppo importante perché resti confinata ai margini del problema».Proprio partendo da tali riflessioni Giuseppe Sbalchiero, presidente dell'Associazione Artigiani Confartigianato di Vicenza, ricorda quelle che sono le proposte in merito dell'organizzazione di categoria.«Una prima considerazione – osserva – va rivolta all'applicazione degli studi di settore. Riteniamo infatti che questo sia proprio il momento più indicato per cominciare finalmente ad applicare tali dispositivi fiscali come uno strumento "orientativo", e a procedere all'eventuale accertamento della congruità solo in presenza di elementi concreti (non presuntivi) che evidenzino una sostanziosa sottrazione di reddito imponibile». «Non è più il tempo – sostiene Sbalchiero – di "fare cassa" con strumenti accertativi che presumono situazioni aziendali ben lontane dalla difficile realtà attuale. Inoltre sarebbe opportuno che per gli studi di settore in revisione nel biennio 2008 – 2009 fossero previsti dei correttivi molto efficaci, soprattutto in presenza di eventi quali, ad esempio, repentine contrazioni dei ricavi, vistosi rincari delle materie prime impiegate, aumento dei costi dell'energia senza il relativo incremento dei consumi. Sempre in tema di studi di settore va poi assolutamente rivisto il "peso" che l'utilizzo dei beni strumentali ha sulla definizione del ricavo congruo, in quanto con la regressione attuale vengono penalizzati gli investimenti: che senso ha disincentivare chi, nonostante tutto ha ancora voglia di investire e di rischiare?A soffrirne in modo particolare è il comparto della meccanica, che si vede fiscalmente minacciato ogni volta che investe in macchinari anche molto costosi che però non sempre riesce a utilizzare al 100% della potenzialità, come lo studio invece in teoria pretenderebbe, dimostrando ancora una volta che una cosa è la matematica, un'altra è la realtà aziendale».A giudizio poi di Giovanni Rigoni, responsabile dell'ufficio tributario dell'Assoartigiani, «anche l'attuale normativa sulla detraibilità degli interessi passivi andrebbe riconsiderata alla luce del crescente costo del credito. Per le società di capitali (ci sono molte piccole e medie imprese che hanno assunto la veste societaria di Srl) oggi sono detraibili solo gli interessi passivi rientranti nel 30% del Margine Operativo Lordo (MOL) aumentato degli ammortamenti e dei canoni leasing. È del tutto evidente che in una situazione finanziaria come quella attuale non è possibile qualificare come reddito una parte di interessi passivi pagati solo per sopravvivere. È una norma che va eliminata, anche perché è prevedibile che i MOL aziendali saranno fortemente assottigliati, se non finiranno addirittura con l'essere inesistenti».Anche l'appuntamento di fine novembre con la seconda rata dell'acconto d'imposta 2008 è visto con preoccupazione dagli imprenditori artigiani, in quanto la liquidità aziendale negli ultimi mesi si è fortemente ridotta. «Sarebbe necessario – conclude Sbalchiero – un rapido intervento normativo che prevedesse la possibilità di rateizzare anche la seconda rata dell'acconto e la riduzione almeno del 50% della eventuale sanzione per la non corretta quantificazione dell'acconto col metodo previsionale».