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SBALCHIERO SUL DECRETO SVILUPPO: SULLA SEMPLIFICAZIONE TROPPI ANNUNCI MENTRE, PER L’ARTIGIANATO IL MONDO REALE SI COMPLICA

26/04/2011SBALCHIERO SUL  DECRETO SVILUPPO: SULLA SEMPLIFICAZIONE TROPPI ANNUNCI MENTRE, PER L'ARTIGIANATO IL MONDO REALE SI COMPLICA"Francamente siamo preoccupati". Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente della Confartigianato Imprese del Veneto che precisa: "proprio nella fase più delicata del progetto di semplificazione, cantierato dal Governo e contenuto nel "Decreto Sviluppo", ammesso e non concesso che contenga semplificazioni reali ed abbia un qualche beneficio per le nostre imprese, è la Cassazione che "entra a gamba tesa" nella gestione aziendale soprattutto di noi artigiani". "Ci stupisce in particolare la coincidenza nei tempi -prosegue Sbalchiero-. Dopo l'abuso del diritto, il ridimensionamento dello Statuto del contribuente (pro Fisco) adesso è di questi giorni una sentenza manicomiale che farà male assai alle piccole e piccolissime aziende. Si tratta della sentenza n° 15.657 che ha ampliato l'ambito d'applicazione del dlgs 231/01 -Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300- obbligando di fatto le imprese individuali a costi, burocrazia e possibili duplicazioni sanzionatorie che in passato non avevano".Tali imprese da oggi, alla luce della sentenza, saranno obbligate a predisporre il modello organizzativo, istituire un sistema di monitoraggio, prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione di decisioni dell'imprenditore, individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati. Introdurre un sistema di disciplinare idoneo."Siamo all'assurdo -denuncia  il Presidente-, su scala nazionale si inneggia alla semplificazione con provvedimenti che hanno del ridicolo, quali una proposta di semplificazione per tutti coloro che vogliono usufruire della detrazione del 36% per lavori di ristrutturazione edilizia, o del 55% per le opere di riqualificazione energetica degli edifici, venendo meno l'obbligo di inviare all'Agenzia delle Entrate l'avvio della procedura per ottenere lo sconto, spostando l'intera procedura direttamente in dichiarazione dei redditi. Salvo poi costringere le imprese ad sostenere costi oltre i 1500 euro per tecnici e carteggi vari. Per non parlare del tanto chiacchierato piano casa, con proposte di ampliamento dal 20 al 30 % in caso di demolizione o ristrutturazione o passaggio dalla Dia alla Scia, che non porteranno a nulla visto che si infrangeranno sui margini di autonomia in materia di edilizia che ormai d più di dieci anni hanno regioni e province".In compenso, le sanzioni previste nella sentenza vanno da sanzioni pecuniarie, all'interdizione dall'attività, sospensioni e revoca delle licenze e confisca dei beni. Ancora una volta diciamo basta con l'ideologia politica e passiamo ai fatti con regole certe e non interpretabili".