Skip to main content







SESTO RAPPORTO CONGIUNTURALE SUL MERCATO DELLE COSTRUZIONI NEL VENETO

_x000D_
_x000D_
_x000D_
_x000D_
_x000D_
13/06/2006SESTO RAPPORTO CONGIUNTURALE SUL MERCATO DELLE COSTRUZIONI NEL VENETO_x000D_
Andamento 2005Nel 2005 il mercato delle costruzioni ha avuto un saldo negativo negli investimenti in costruzioni. E’ il terzo anno consecutivo che ciò avviene: "Tuttavia non è un segno particolarmente negativo -commenta il presidente Ceav, Sergio Benetello- Anzi, la sensazione è che il settore stia riassestandosi e riequilibrandosi internamente, dopo aver raggiunto il proprio limite di capacità di spesa ed investimento. Più che di rallentamento forse si dovrebbe parlare di consolidamento, anche considerando che le imprese non sono mai state così numerose: oltre 71 mila imprese registrate e quasi 68 mila imprese attive. Nell’ultimo anno si è avuto un incremento del 3,7% sia delle imprese registrate che di quelle attive,".I dati congiunturali evidenziano una diminuzione degli investimenti dello 0,4% nel 2005, dopo una diminuzione dello 0,7% l’anno scorso e dello 0,2% nel 2003. Ma la lieve flessione segue una fase lunga, costante e continua di crescita, iniziata nel 1994.Precedentemente, si era registrato un periodo di crescita nel quinquennio 1987-1992, che aveva visto l’edilizia svilupparsi anche con tassi a due cifre. Dopo la svalutazione della lira nel 1992, Tangentopoli e la crisi del settore nel 1992-1995, l’edilizia nel Veneto è diventata uno dei settori trainanti per la crescita economica, grazie anche all’introduzione di alcuni incentivi fiscali, e tale dinamica è proseguita ininterrottamente fino al 2003, contribuendo in modo significativo a mantenere positivo il PIL regionale. Che il rallentamento del 2005 sia fisiologico si evince osservando i dati delle previsioni elaborate per il 2006, per le quali il settore sostanzialmente confermerà i valori di mercato del 2005. "In base alle "sensazioni" di mercato in realtà le costruzioni, se valutate in valori correnti, ovvero al lordo dell’inflazione, presentano comunque una crescita -spiega il presidente Ceva Roberto Strumento- Tuttavia tale crescita, appunto, è annullata dall’inflazione, che nel settore è pari a circa il 3,4% ed è più elevata di quella media nazionale, a causa soprattutto dell’aumento delle materie prime per le costruzioni e dei prodotti energetici e petroliferi".Torniamo ai dati. Nel 2005 le costruzioni nel Veneto hanno avuto un giro d’affari di 19,3 miliardi di euro, l’85,3% dei quali destinati ad investimenti (16,5 miliardi di euro) e il 14,7% destinato alla manutenzione ordinaria (pari a 2,8 miliardi di euro). Il consolidamento del mercato delle costruzioni in questi ultimi due anni e le previsioni per il 2006 evidenziano il "peso" delle nuove costruzione, che sono la principale quota di mercato, con il 44,9% del totale. Il recupero (ristrutturazioni e riqualificazioni) rappresenta il 44,3% del giro d’affari, mentre le opere del Genio Civile scendono alla quota del 10,8%, dopo che avevano superato il 12% nel 2003.Guardando alle dinamiche dei singoli settori, è evidente che la nuova costruzione residenziale è il settore strategico per la crescita e la tenuta del mercato in questi anni, con gli investimenti privati che dominano. Ruolo strategico per gli investimenti privati anche nel non residenziale, nonostante la dinamica negativa legata all’overproduzione, conclusasi nel 2003 con la fine degli incentivi e con l’introduzione di una normativa per limitare la produzione di capannoni. Il sistema delle imprese continua a mostrare comunque un andamento anticiclico e anticongiunturale, con una ulteriore crescita, anche del personale dipendente. E in questa dinamica il settore artigiano continua a consolidare ruolo e peso.In dieci anni sono state create quasi 23mila imprese, pari ad una media di oltre 6 aziende al giorno. La dinamica complessiva pluriennale nel periodo 1995-2005 raggiungere la considerevole variazione del +48,9%.Nell’ultimo anno il saldo positivo è stato di 2.550 imprese, pari ad una "media" di attivazione di circa 7 ditte al giorno.Il Rapporto in sintesi