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Le nuove sfide nel settore edile: scadenze, investimenti e carenza di manodopera

Per il settore delle Costruzioni le scadenze non finiscono mai. Dopo il Superbonus, ora all’orizzonte ci sono la “patente a crediti” dal 1° ottobre e la data del 2030 per migliorare la performance energetica degli edifici non residenziali.

In quest’ultimo caso, sulla richiesta dell’Europa per avvicinarsi alla tappa delle emissioni zero nel 2050, si va da una performance del 16% entro il 2030 per gli edifici non residenziali al traguardo del 2033 per quelli residenziali, che devono invece potenziare le prestazioni del 26%. Il lavoro per gli Edili non mancherà, quindi, in uno dei settori che per ora non conosce crisi. Va tenuto in conto, infatti, che ci sono in ballo ancora le detrazioni fiscali del 50% sulle ristrutturazioni, in scadenza a fine anno. 

LA SITUAZIONE

Considerato il patrimonio immobiliare anche Vicentino, molto datato e con classi energetiche basse, quello che attende il comparto è un periodo di importanti investimenti, sia pubblici che privati. Per i primi, a sostegno c’è il Pnrr, ma per le famiglie non si hanno avvisaglie (per ora) di aiuti.  

A questo proposito, tra gli addetti ai lavori “c’è un po’ di preoccupazione – commenta il vicentino Thomas Fantin, neopresidente della Federazione Edilizia di Confartigianato Imprese Veneto -. Ora stiamo lavorando, le commesse non mancano, ma c’è incertezza per il futuro perché siamo tutti in attesa di capire se ci saranno altri bonus o agevolazioni. Temiamo il mercato subisca uno stallo”.

Dall’Ufficio Studi di Confartigianato Veneto, su dati Infocamere, nel frattempo emerge che nel 2024 il trend di crescita del numero delle aziende è leggermente calato.
“Si tratta di un rallentamento fisiologico rispetto al boom degli anni precedenti dovuto al Superbonus – chiarisce il vicentino Giovanni Lovato, vicepresidente della Federazione Edilizia di Confartigianato Imprese Veneto –. Il problema, come sempre, è la carenza di manodopera, nonché la mancanza di passaggio generazionale, che fa chiudere molte aziende. L’edilizia moderna richiede sempre più competenze e apparecchiature; inoltre, si sono moltiplicate le incombenze burocratiche, per cui è indispensabile strutturarsi e fare rete”.
“Ci stiamo attivando per cercare di lavorare con il Pnrr e in previsione delle Olimpiadi Milano-Cortina – continua il presidente Fantin -. Questo è possibile per aziende con alta specializzazione e certificate. Ci stiamo battendo, come Confartigianato, per ottenere una semplificazione delle procedure burocratiche perché molte piccole aziende, seppur di elevata qualità professionale, non sono in grado di farvi fronte. Inoltre, sarebbe opportuno che il nostro contratto collettivo prevedesse una certificazione sui lavori effettuati, come avviene per idraulici ed elettricisti, a garanzia del committente e della qualità delle opere, scongiurando così pratiche sleali”.
“Quanto alla questione della carenza di manodopera, è un tema che va affrontato con urgenza – conclude Fantin -. Le aziende oggi investono molto sul personale con incentivi e formazione, ma dobbiamo fare di più, anche a livello di scuola professionale. Dobbiamo trovare nuove formule che attirino i giovani. Ci sono esempi a livello nazionale che si potrebbero replicare, anche per creare nuove specializzazioni nell’edilizia complementare. Come Federazione ci stiamo lavorando”.

Il panorama vicentino

A livello vicentino, nel 2023 erano attive nel settore Edilizia 10.479 imprese, aumentate a 10.520 nei primi sei mesi del 2024 (+0,4%), di cui 8.297 artigiane, leggermente calate (8.275, pari a -0,3%) nel I semestre 2024; l’incidenza dell’artigianato sul totale imprese del comparto è pari a 78,7%.
Quanto alla forma giuridica, nel primo semestre 2024 anche nel Vicentino si è registrato un aumento delle società di capitali del 3,2% (1,9% in quelle artigiane), rispetto a quelle individuali o società di persone, rispettivamente in diminuzione dello 0,3% e dell’1,4%.

L’accesso al credito delle imprese di Costruzioni è calato. A livello berico, a maggio 2024 i prestiti ammontavano a 826.464 euro, in leggera diminuzione rispetto a un anno prima (-2%), flessione cinque volte più contenuta del -10,3% osservato a livello regionale.

Passando ai dati pluriennali relativi alla manodopera, nel Vicentino nel 2020 gli addetti erano 23.734, con un aumento nel 2023 del 7,3% (arrivando a 25.466 unità) e dell’1,9% rispetto all’anno precedente, mentre il settore artigiano in tre anni ha registrato un +2,1% (nel 2020 gli addetti erano 14.669 e nel 2023 14.987). In linea con quello regionale (0,6%) è stato invece il calo degli addetti artigiani del settore nel 2023 rispetto al 2022. Nel 2023 le entrate previste di nuovi lavoratori nel settore vicentino erano di 4.270 unità, di cui 3.113 di difficile reperimento (pari al 72,9%). Di questi, ben il 46,4% non sono stati trovati per mancanza di candidati.