Skip to main content







SI RIANIMA LO SCONTRO TRA CARROZZIERI E COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE

Nel nostro Paese c’è da anni un confronto che si assopisce e si riaccende periodicamente. Si tratta del rapporto/scontro tra compagnie assicurative e autoriparatori/carrozzieri. Ora siamo di nuovo in una fase in cui le assicurazioni sono all’attacco forti del testo di riforma del settore assicurativo da loro caldeggiato e presentato dal sottosegretario allo sviluppo economico in commissione parlamentare. Il motivo del contendere, in buona sostanza, è sempre lo stesso indurre i consumatori/assicurati a riparare l’auto in officine “fiduciarie”. Prima di addentrarci nel tema per esprimere un giudizio, è utile però evidenziare alcuni numeri di fonte ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), che disegnano il quadro di un Paese, l’Italia, non del tutto in linea con il resto d’Europa e del mondo. Innanzi tutto il premio medio dell’RC auto che risulta essere tra i più alti del mondo (481€), quasi il doppio di Francia (248€) e Spagna (207€) ed incide in modo molto pesante (3%) sul reddito medio delle famiglie (19.100€). Incidenza che nei Paesi europei scende all’1%. Risulta poi che il numero, la frequenza ed il costo medio dei sinistri nel nostro Paese sono tutti parametri in continua regressione: nel 2012 il numero dei sinistri è sceso del 15,3% rispetto al 2011; la loro frequenza è calata in un anno del -13,7 % e del 43% dal 2000. Ed anche il costo dei sinistri di competenza è calato del 9,8% perché, quando ci sono danni a cose non rilevanti le persone tendono ad accordarsi senza passare dall’assicurazione. Infine l’incidenza percentuale della manodopera e dei ricambi sul totale dei risarcimenti è in calo del 5% negli ultimi 3 anni. E le due voci rappresentano, assieme, appena il 30% del valore medio di un sinistro. Ma cosa vogliono le compagnie assicurative? Dimostrare che non è vero che con il potenziamento dell’indennizzo in forma specifica il consumatore /assicurato è limitato nella scelta della carrozzeria alla quale affidare la riparazione del proprio veicolo. Le compagnie di assicurazione, infatti, possono proporre le loro carrozzerie fiduciarie, a scelta. I carrozzieri rispondono che questo è vero ma la scelta è molto ristretta. La questione poi passa al consumatore/assicurato. Se il veicolo è quello che viene comunemente definito una utilitaria, affidare la riparazione alla carrozzeria fiduciaria, ovvero, suggerita dalla compagnia di assicurazione, anche se con qualche perplessità, ci sta. Altro discorso si pone con un’auto di un certo pregio o di grossa cilindrata o addirittura d’epoca o, in questo ordine, speciale. Il consumatore/assicurato in questo caso sarebbe disposto a correre il rischio? La risposta, che deriva dalla realtà dei fatti è: NO. Ecco che il carrozziere di fiducia torna alla ribalta per capacità e competenza. Su un altro versante la vicenda ha un contenuto che potremo definire di categoria. Le compagnie di assicurazione vogliono rompere il fronte delle carrozzerie separando le “carrozzerie fiduciarie” da quelle, “di fiducia” ovvero indipendenti. Ma allora, se così è, perché noi consumatori/assicurati dovremmo desiderare di affidare la riparazione della nostra auto ad una carrozzeria scelta dalla nostra compagnia di assicurazione, la quale, non contenta di percepire il premio assicurativo vuole ricavarsi altri spazi di influenza certamente e magari economici in termini di sconti sul prezzo? Ecco dunque emergere la vera questione. Tra i due contendenti, i carrozzieri e compagnie di assicurazione, chi ci rimette è chi sta in mezzo: ovvero il consumatore/assicurato. In altre parole tutti noi che, in ultima analisi, dovremo poter scegliere. Solo che la scelta non è praticabile nell’ipotesi avanzata dalle compagnie di assicurazione, ma solo nell’altro caso, come accade oggi a normativa vigente. Per mantenere lo status quo Confartigianato Autoriparazione ha predisposto un appello per la salvaguardia del settore che ribadisce con forza la totale contrarietà agli indirizzi di legge ipotizzati, esprimendo la ferma opposizione all’abolizione della cessione del credito; al potenziamento dell’indennizzo in forma specifica attraverso la decurtazione del risarcimento pecuniario dell’automobilista che sceglie di recarsi da una carrozzeria non convenzionata ed alla decurtazione dei tempi di prescrizione del diritto del risarcimento. Appello che verrà inviato a tutti i parlamentari.