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Sicurezza a Vicenza

Gianluca Cavion, presidente Confartigianato Imprese Vicenza, sul caso dell’assegnazione di tre soli poliziotti a Vicenza

Ha lasciato perplesso anche il mondo produttivo la scelta del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno di assegnare alla città di Vicenza solo tre nuovi poliziotti. E tra i sorpresi il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, che appoggia la determinazione del sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, e dei parlamentari vicentini, di fare chiarezza sulla questione.

“Siamo senza parole, il nostro territorio ha una densità abitativa molto alta e articolata, una realtà produttiva diffusa, cantieri che incideranno sulla viabilità e mobilità generale dei cittadini. Per tutto questo riteniamo che Vicenza, e il suo territorio, necessiti di un adeguato numero di forze dell’ordine per garantire sicurezza e vivibilità – commenta Cavion-. La notizia dei tre poliziotti in arrivo a Vicenza, di cui uno fresco di corso allievi agenti e uno assegnato alla stradale, a fronte di oltre una ventina che andranno in pensione, lascia a dir poco senza parole soprattutto se messa a confronto con le altre provincie venete. Motivi legati a definizioni burocratiche di prima e seconda fascia paiono a cittadini e imprese davvero questioni da azzeccagarbugli. Non si possono operare certe decisioni basandosi solo su classifiche che non registrano la realtà dei fatti ma la formalità delle carte. La realtà vera è la percezione di sicurezza, basta guardare le cronache di tutti i giorni. Già oggi molti cittadini si sentono poco sicuri così come molti imprenditori, che hanno la loro attività spesso in zone artigianali, non lavorano né dormono sonni tranquilli. Basta pensare ai tanti episodi di microcriminalità, senza necessariamente parlare di furti o spaccate in azienda, di spaccio o di aggressioni”.

“In qualche caso – aggiunge Cavion- gli imprenditori hanno già attivato sistemi di video sorveglianza, decidono di investire per la vigilanza privata da soli o con altri colleghi della stessa zona artigianale. Ma sono delle toppe, soluzioni che si sostituiscono allo Stato, aumentando la distanza dai cittadini. Se poi guardiamo in prospettiva, il prossimo anno pare che un’altra trentina di unità per tutta la provincia raggiungerà gli anni della pensione, la situazione si aggrava. È il momento che la politica faccia sentire forte la sua voce in modo trasversale e senza convenienze di partito, anche da questo dipendono la crescita delle nostre imprese e il futuro di tutti noi”.

Foto di ClaconvrOpera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento