Cyber Security? Indispensabile per le aziende!
I nostri strumenti informatici, disseminando dati, aprono le porte agli attacchi: difendiamoci
Messaggi, acquisti, ricerche, riunioni, eccetera, passano sempre più attraverso un computer, uno smartphone o un tablet. Recentemente su FareImpresa abbiamo riportato i dati relativi all’esplosione dell’e-commerce, anche per i prodotti artigiani, nel corso della pandemia e quindi ribadito la necessità, anche per le imprese di medie e piccole dimensioni, di essere presenti online e nei canali social per mantenere vivo il rapporto col cliente. Ma occhio alla sicurezza dei dati…
A supporto delle imprese ci sono gli esperti del Digital Innovation Hub (DIH) di Confartigianato Vicenza, gli stessi che mettono anche in guarda sui rischi del web e quindi dell’importanza dalla “cyber security”. D’altronde, se si apre un negozio non si può evitare di renderlo sicuro e inaccessibile ai malintenzionati: e la logica, anche nel web, è la stessa.
Avere una buona sicurezza informatica è quindi oggi quanto mai indispensabile per potersi difendere sia dagli attacchi che da accidenti di varia natura. Quanto agli attacchi informatici, le principali conseguenze sono le più evidenti: perdita economica e danno dell’immagine. A queste ne vanno aggiunte altre, spesso non così immediatamente visibili nel breve termine, ma piuttosto nel lungo periodo. Un esempio è l’intrusione nel sistema del famoso “hacker” (o “pirata telematico”) delle numerose serie televisive, che penetra appunto nel sistema informatico dell’azienda o dell’ente e se ne sta tranquillo, magari anche per mesi, prima di sferrare l’attacco che può tradursi in ricatto (soldi a fronte di non diffusione o cancellazione dei dati) o in mille altri modi.
Si parla poi spesso di diffusione o perdita dei dati. Per diffusione si intende rendere accessibili dati e informazioni a qualcuno che non avrebbe alcun diritto ad averli; la perdita, invece, può essere la conseguenza di un banale incidente al computer che lo mette definitivamente fuori uso e quindi non permette più di recuperare i dati in esso contenuti (per questo è sempre preferibile avere tutto conservato almeno su due computer).
L’errore che molti fanno è credere che, non avendo “nulla da nascondere”, non sia necessario proteggersi, o che questi attacchi interessino solo le grosse aziende e gli enti. Nulla di più sbagliato: alcuni di questi “pirati” infatti usano la tecnica della pesca a strascico, e quindi non individuano un bersaglio preciso ma iniziano ad attaccare indistintamente, fin tanto che non trovano un soggetto che presenti qualche tipo di vulnerabilità.
I “furbetti del web”, poi, non hanno trascurato di approfittare della pandemia per mettere in atto i loro attacchi. Così sono arrivati numerosi “malware” (o file “malevoli”) travestiti da buone norme di igienizzazione o comportamentali da seguire; invece, queste mail contenevano dei “virus” malevoli che hanno infettato parecchi computer, facendo perdere al malcapitato dati sensibili. Nel Vicentino, ad esempio, si è verificato un attacco a un’azienda di Camisano che ha “trasformato” un giro di soldi interno all’azienda in un bonifico verso un conto estero.
Il suggerimento degli esperti, come quelli che operano all’interno del DIH, è quindi quello di proteggersi sempre e comunque, indipendentemente dall’attività e dalle dimensioni dell’impresa.
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