Skip to main content







Sistema Benessere: “Per legge nel settore non ci sono prezzi fissati, quindi aumenti di prezzo con la dicitura “contributo covid” non sono giustificati e non esistono”

Lo spiegano le presidenti di Categoria Renata Scanagatta (Acconciatura) e Valeria Ferron (Estetica)

“Non esistono prezzi fissati per legge nel nostro lavoro, perciò la dicitura ‘contributo covid’ non esiste”. Rispondono così all’unisono le presidenti dei settori acconciatura ed estetica di Confartigianato Imprese Vicenza, Renata Scanagatta e Valeria Ferron, alla polemica scoppiata anche nel vicentino sul fatto che, vista la riorganizzazione del lavoro causa covcid-19, qualche salone sia stato indotto a ritoccare il listino dei prezzi. Una tendenza evidenziata in particolare dalle associazioni dei consumatori, pronte a denunciare questi aumenti.

“Innanzitutto non si deve strumentalizzare e generalizzare: a fronte di chi ha voluto aumentare i prezzi, ci sono anche molti altri colleghi che non hanno praticato ritocchi dimostrando così solidarietà verso i clienti, penalizzati anche loro da un periodo di inattività – commenta Scanagatta-. Ribadisco che non esistono prezzi fissati per legge nel nostro lavoro: la qualità del servizio, e tutta la attenzione che garantiamo ai nostri clienti per curare la loro bellezza e salute, può giustificare la scelta di un parrucchiere di rivedere il proprio listino. Quello che non va fatto, e lo dico da collega a collega, è giustificare l’aumento con dicitura “contributo covid 19”: questa è una cosa che non può sussistere e non deve passare il messaggio che i costi della ripartenza vengano scaricati sul cliente. Ricordiamoci che per le imprese sono previste diverse misure di sostegno alle spese effettuate per l’adeguamento: non solo contributi statali, ma anche l’Ente bilaterale e altri fondi integrativi”.

“Particolarmente nei centri estetici – aggiunge Valeria Ferron, presidente vicentina e regionale della categoria Estetica – molte attenzioni e molti dispositivi di protezione facevano già parte delle dotazioni a noi necessarie. Lamentiamo piuttosto che alcuni dispositivi siano ancora introvabili. L’aumento dei prezzi è imputabile non tanto all’acquisto di prodotti quanto all’aumento dei tempi di lavoro: da sempre abbiamo il dovere di garantire igiene e sicurezza nei nostri ambienti, ma le operazioni di disinfezione e pulizia ulteriore, che svolgiamo dopo il passaggio di ogni cliente, allungano i nostri orari di esercizio. Va anche detto che chi ha ritoccato il listino, è perché propone soluzioni diverse: magari integrando ulteriori servizi ai trattamenti, o prodotti che sanno essere graditi dalla clientela”.

Le categorie del benessere segnalano anche che un aumento dei prezzi in altri settori, ad esempio al supermercato, viene normalmente accettato ed è scelta del cliente decidere se continuare a dare fiducia allo stesso esercizio.
“Crediamo che ognuno sia libero di guadagnarsi la fiducia dei propri clienti, e molte persone particolarmente in questo periodo lo apprezzano ancora di più – concludono le presidenti – Ai nostri clienti diamo benessere psicofisico: anche grazie alla costante formazione che svolgiamo, è corretto definirci consulenti di bellezza e salute”.