Meccanica ed elettromeccanica: il punto sullo stato di salute del settore
Il Sistema Meccanica di Confartigianato Vicenza ha commissionato a GiPA Italia srl (società di ricerche di mercato presente in oltre 30 Paesi) un’analisi sullo stato di salute del comparto.
Che è solido, però cerca giovani preparati. Obiettivo della ricerca è stato questo: capire, attraverso un campione di aziende artigiane vicentine, come si pone in questo contesto la piccola imprenditoria del settore, che opera in un distretto industriale efficiente ed è in grado di attirare fornitori specializzati, offrire conoscenza approfondita e utilizzare lavoratori qualificati.
La realtà distrettuale, che consente economie di scala e vantaggi dalla divisone del lavoro, può essere realizzata anche da piccole fabbriche e laboratori, purché ve ne sia un numero elevato nella stessa attività. “In questo senso – spiegano Ezio Zerbato, presidente della Meccanica di Confartigianato Vicenza, e Maurizio Concato, presidente provinciale della categoria Elettromeccanica – il modello vicentino si è evoluto nel tempo, dando vita a un ‘ibrido’ perché la provincia è un’ottima simbiosi tra piccole e medie aziende: il 10% ha un addetto; il 55% ne conta da 2 a 9; il 48% ha da 10 a 40 addetti”.
Per quel che riguarda la flessibilità e specializzazione, si legge nell’analisi, nel Vicentino il 57% delle aziende lavora in subfornitura (il 41% in quella che viene commercialmente definita Meccanica di precisione, il 59% in molte altre lavorazioni: Stampi/stampaggio, Fresatura, Tornitura, Lavorazioni varie della lamiera …); il 25% lavora invece nella produzione di prodotti; il 15% svolge attività di Riparazione e manutenzione, infine il rimanente 4% si occupa di Automazioni. Il mercato geografico della clientela si concentra prevalentemente sulla nostra provincia o regione, anche se il 30% si relaziona anche con clienti in Europa e il 14% con clienti extra UE.
Relativamente alle attività produttive svolte, evidenzia Concato: “Il settore più coinvolto negli scambi commerciali è quello del settore di Macchinari e Impianti per il settore industriale con più di 6 aziende su 10; segue l’Automotive, quindi Giostre e i parchi divertimento e poi, a pari merito, il settore degli Elettrodomestici e l’Edilizia.”
“La Meccanica – aggiunge Zerbato – ha rappresentato e rappresenta un tratto sempre più distintivo del tessuto produttivo vicentino, anche se spesso, quando si parla di Vicenza, istintivamente si pensa ad altre tipologie produttive. Il settore ha una forma di progresso locale storicamente determinata da: tecnologia e risorse immateriali, tra cui le tradizioni del ‘saper fare’ locale che sostengono l’imprenditorialità e, in parte, anche l’offerta di lavoro qualificato, purtroppo anche nei nostri territori sempre più difficile da reperire”.
Un quadro della situazione, questo, su cui si è innestata l’emergenza sanitaria, scardinando ogni logica preesistente. “Per il Sistema della Meccanica, come per tanti altri, la perdita di commissioni e ordini a seguito della pandemia (il 4% delle imprese ha perso clienti che sono falliti) ha rappresentato la maggior difficoltà che gli imprenditori hanno dovuto affrontare – spiegano Zerbato e Concato-. La metà degli intervistati infatti ha segnalato questo aspetto, a cui vanno ad aggiungersi: i mancati o ritardati pagamenti, personale in malattia e ritardi o blocco delle forniture, e il più recente problema legato al costo delle materie prime. A fronte di questa situazione, però, l’81% degli imprenditori del settore ha dichiarato che non intende modificare l’assetto del personale, il 2% dovrà ridurlo e il 17% dovrà invece assumere nuovo personale”.
Concludono i due presidenti: “Quest’ultimo dato ci dice di una decisione che fa ben sperare per il futuro, per alcuni già attuale, del comparto e dell’economia vicentina, a patto di trovare chi abbia le competenze giuste e la giusta motivazione per entrare nelle nostre aziende. Ma questo è un altro tema, molto importante. Un aspetto sul quale Confartigianato si sta muovendo.”