SISTEMA “SISTRI” SUI RIFIUTI E LEGGE DI TUTELA DEL “MADE IN ITALY”: LE SCADENZE DEL 1° OTTOBRE PREOCCUPANO GLI ARTIGIANI VICENTINI
29/09/2010SISTEMA "SISTRI" SUI RIFIUTI E LEGGE DI TUTELA DEL "MADE IN ITALY": LE SCADENZE DEL 1° OTTOBRE PREOCCUPANO GLI ARTIGIANI VICENTINILa data dell'1 ottobre rappresenta per il mondo dell'artigianato un doppio motivo di preoccupazione.Da un lato, in quel giorno dovrebbe entrare in vigore il nuovo sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti, noto come Sistri, ma risultano ancora gravi ritardi nella distribuzione della necessaria strumentazione informatica ed elettronica. «Nel frattempo – osserva Agostino Bonomo, vice presidente provinciale di Confartigianato Vicenza – le imprese si sono assunte le proprie responsabilità attraverso l‘iscrizione e il pagamento del previsto contributo e, pur dovendosi confrontare con continui problemi normativi, tecnici e organizzativi non imputabili a loro, hanno manifestato concretamente la propria disponibilità e profuso il proprio impegno per far partire nei tempi previsti il sistema. Ora -dichiara Bonomo- spetta al Ministero dell'Ambiente fare la propria parte creando i necessari presupposti per un quadro normativo completo e chiaro e prendendo atto che, a oggi, si è nell'impossibilità oggettiva di rispettare la data del 1° ottobre. È quindi indispensabile che si stabilisca una nuova scadenza per l'avvio dell'operatività del Sistri».Inoltre, proprio il 1° ottobre dovrebbe entrare in vigore anche la legge per la tutela del Made in Italy attraverso l'etichettatura obbligatoria, a suo tempo approvata pressoché all'unanimità dal Parlamento. Un provvedimento che ha incontrato il veto dei Paesi del nord Europa e di Bruxelles, in quanto giudicato in contrasto con la libera circolazione delle merci, ma sul quale la stessa Italia rischia ora un clamoroso autogol, in quanto non sono stati ancora emanati i relativi decreti attuativi.A giudizio della Confartigianato vicentina, è un atteggiamento sconcertante: «Se non ci crediamo noi italiani, perché dovrebbero farlo Paesi privi ormai di una filiera di qualità nella moda? Noi continuiamo a difendere quella che consideriamo una buona legge che potrebbe tutelare con maggiore efficacia le nostre produzioni dalla contraffazione e dal commercio illegale. Se lo stop di Bruxelles era prevedibile e quasi annunciato, l'eccessiva prudenza del nostro governo ci sembra davvero eccessiva. L'emanazione comunque dei decreti attuativi sarebbe un segnale forte verso l'Europa da parte del più importante produttore europeo di abbigliamento di qualità: l'Italia. Riteniamo che il governo, seguendo l'indicazione precisa e forte del Parlamento, debba farsi portavoce in Europa perché si possa finalmente avere una norma sull'indicazione di origine cogente e che dica chiaramente ai consumatori quel che è fatto in un Paese, quel che è fatto in Europa e quello che è fatto fuori».