SISTRI REINTEGRATO. BONOMO: “PAZZESCO!”
21/09/2011 SISTRI REINTEGRATO. BONOMO: "PAZZESCO!""Pazzesco. l'intero sistema imprenditoriale aveva chiaramente espresso un parere contrario alla reintroduzione del Sistri, ma il Parlamento non ha saputo né voluto ascoltare". È un fiume in piena Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, vedendosi costretto a tornare su un argomento che pareva per sempre tramontato. E si chiede: "Ma come? Dopo due anni di tentativi di avvio e ben tre proroghe, finalmente avevamo visto un gesto di coraggio, ovvero l'abrogazione di quel sistema, e oggi invece ci troviamo punto e a capo: il Sistri è stato reintegrato. Dal 9 febbraio 2012 le imprese dovranno avviarlo, unica eccezione quelle che hanno fino a dieci dipendenti, che lo adotteranno dopo il 1° giugno del 2012, con data da definire". Il Sistri è lo strumento che il Ministero dell'Ambiente ha attivato per controllare la tracciabilità dei rifiuti, considerandolo la soluzione al problema degli smaltimenti illeciti. "La tesi sostenuta dal ministro dell'Ambiente Prestigiacomo – continua Bonomo – è che con l'abrogazione del Sistri si sarebbe fatto un grande regalo alle ecomafie. Se così fosse, a partire dal febbraio del prossimo anno dovrebbero cessare i traffici illeciti dei rifiuti e finalmente nessuno più potrebbe smaltirli illegalmente. Mi permetto di dubitarne. Penso invece che questo strumento creerà solo problemi alle piccole imprese che lavorano alla luce del sole. Difatti, esse dovranno imparare a gestire il programma ministeriale, sostenere costi per la gestione e per il suo mantenimento". Il nuovo decreto prevede una verifica, fino al 15 dicembre, del funzionamento tecnico del sistema, dopo di che le aziende verranno invitate a testare il Sistri. Ma anche su questo aspetto Bonomo esprime forti perplessità: "È assurdo che, ancora una volta, questo venga chiesto alle imprese. Quanto volte dovremo farlo ancora? Basterebbe parlare con qualche nostro artigiano per comprendere che il sistema è troppo complesso. Non è solo una questione di funzionamento (si pensi al disastro del "click day" di maggio), ma anche di modello organizzativo e di difficoltà all'approccio dello strumento informatico. Per quale motivo le imprese italiane devono affrontare un problema del genere, come se non ne avessero già abbastanza, mentre il resto d'Europa non fa nulla di tutto ciò e sta alla finestra? Infine, come la mettiamo con i contributi versati dalle aziende nel 2010 e 2011 senza che il Sistri sia stato avviato? Per quale motivo la normativa che lo ha riabilitato non ha speso una parola al riguardo? Nella provincia di Vicenza abbiamo pagato circa 2,5 milioni di euro: devono essere restituiti, o compensati per il futuro. Anche questa vicenda, purtroppo, evidenzia il solco che separa la politica dalle problematiche delle imprese, e sicuramente non aiuta il Paese a rimettersi in moto. Con tutte le cose che potevano essere fatte, quella di rimettere in gioco il Sistri è, per noi, profondamente sbagliata".