Sostenibilità ambientale e sociale nel comparto Moda
Presentato un progetto realizzato con l’Università degli Studi di Padova per accrescere la consapevolezza delle imprese sul tema e studiare concrete azioni a loro supporto.
Comunicato 176 – 20 dicembre 2021
Le PMI sempre più devono garantire da un lato la sostenibilità economico-finanziaria delle loro attività dall’altro quella ambientale e sociale, integrando entrambe le dimensioni all’interno dei loro processi. In questo contesto il settore della moda, in particolare, è sempre più sollecitato ad adottare un approccio di business più sostenibile. Tuttavia, sono quelle stesse realtà a dover far fronte all’impatto dei numerosi adempimenti legati alla produzione, alla gestione e lo smaltimento degli scarti di lavorazione. Sono stati questi i temi al centro del webinar “Sostenibilità ambientale e sociale nel comparto moda: la rivoluzione inizia dalle PMI”, promosso da Confartigianato Imprese Vicenza con l’obiettivo di analizzare gli impatti ambientali della catena del valore del comparto moda ed avanzare proposte a supporto alle imprese, anche con gli scambi di buone pratiche.
L’incontro è stato il momento finale di un progetto promosso da Confartigianato Vicenza e l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, con il contributo di Ebav, e con la finalità di accrescere la consapevolezza delle PMI del comparto moda sul tema sostenibilità e, quindi, studiare azioni concrete di supporto alle imprese del settore.
Luca Bortolotto, Presidente della Categoria Abbigliamento e Accessori di Confartigianato Vicenza (che comprende 1.059 imprese per un totale di 5.317 addetti), ha aperto l’incontro ricordando l’impegno dell’Associazione nell’interpretare i cambiamenti in atto a livello ambientale e sociale, traducendoli in proposte a misura di imprese, accompagnando le stesse nel loro percorso di transizione verso modelli più sostenibili.
È seguito quindi l’intervento della prof.ssa Valentina De Marchi dell’Università degli Studi di Padova che ha illustrato i risultati del progetto, realizzato con Carolina De Leo, nel quale è riportata la “fotografia” attuale della catena di valore del comparto moda vicentino, le sue potenzialità di riposizionamento e l’identificazione di buone pratiche in linea con le specificità delle piccole imprese del territorio. Nello studio sono state prese in esame le diverse fasi di lavorazione considerando per ognuna di esse l’impatto ambientale, inteso sia come emissioni inquinanti che risorse utilizzate, e le aree di miglioramento. Non è mancato un passaggio sull’uso quotidiano dei capi (lavaggio, stiratura e asciugatura) e al loro smaltimento, due ‘fasi’ altrettanto importanti.
Ulteriori elementi di riflessione sono emersi durante la tavola rotonda, moderata da De Marchi, a cui hanno preso parte Riccardo Barbato titolare dell’azienda “La Pony Confezioni S.a.s.”, Michela Fontana di Nazena S.r.l. che recupera gli scarti di lavorazione (evitando alle imprese i costi dello smaltimento rifiuti) per trasformarli in nuovi prodotti, e Vanessa Cento di Quid Impresa Sociale che nel creare collezioni uniche con le eccedenze delle industrie tessili contribuisce a dare occupazione a persone con storie di passate fragilità. I tre testimonial quindi ben hanno rappresentato quella nuova ‘catena di valore’ che può nascere da un impegno verso la sostenibilità, suscitando curiosità e interesse tra il pubblico anche in un’ottica di buone pratiche da replicare.
Ma quali sono le principali sfide e opportunità per le PMI della moda nel loro percorso di transizione verso modelli di business più sostenibili? Al proposito si sono confrontati gli ospiti, tutti concordi sul fatto che il mutamento delle condizioni di mercato, accelerato dalla recente pandemia, richiede un rapido adattamento dell’attuale modello di business verso uno più sostenibile e demand-driven che sappia ricalibrare l’equazione volumi-profitti, anche alla luce di una rinnovata sensibilità del consumatore verso prodotti più rispettosi dell’ambiente e del benessere dei lavoratori coinvolti nell’intera filiera. “La sostenibilità è un percorso lungo che va fatto passo passo – ha commentato Barbato – si tratta di una strada segnata che le imprese devono intraprendere per rimanere sul mercato”.
Gli imprenditori coinvolti nel dibattito hanno condiviso la propria esperienza sul tema sostenibilità ed economia circolare tutti d’accordo nel rilevare che nonostante le difficoltà provenienti dall’adattamento a numerosi protocolli e certificazioni, oggi la sostenibilità può e deve essere considerata anche dalle imprese artigiane sempre più una leva competitiva e un investimento in grado di portare benefici, economici e sociali, sul medio periodo. Come è stato rilevato nel corso dell’incontro la sostenibilità genera anche valore condiviso sul territorio, una ricaduta sulle comunità che da sempre sono il punto di riferimento e di arrivo del mondo artigiano. E il nostro territorio, come ha spiegato la prof.ssa De Marchi, ha tutte le carte in regola considerato che è leader nella produzione di macchinari, ha una rete del terzo settore ben articolata, ha soggetti di ricerca come le Università e forti corpi intermedi come Confartigianato in grado di fare massa critica anche nei confronti dei vari interlocutori della catena politica-decisionale.
Per questo Confartigianato Vicenza è al fianco delle imprese, con servizi qualificati, nell’ accompagnarle verso modelli di business più sostenibili, mettendo in campo tutte le competenze necessarie, partendo dall’intercettare le risorse stanziate dal PNRR per lo sviluppo sostenibile del tessuto economico del Paese. “