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SUCCESSO DELL’INIZIATIVA “UNA CARTOLINA DI PROTESTA”

Marcia indietro della Rai: il mero possesso dei computer non comporta il pagamento del canone speciale

Migliaia di cartoline di protesta sono arrivate in questi giorni al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera: a recapitarle gli artigiani iscritti alla Confartigianato del Veneto, e non solo, che hanno espresso in questo modo la loro richiesta di togliere l’ennesimo vergognoso balzello.

“Una protesta, come è nostra tradizione, composta ma decisa –commenta Giuseppe Sbalchiero, Presidente regionale di Confartigianato – che ha dato già dei risultati. E’ notizia di questi minuti infatti che la RAI ha fatto marcia indietro. Dopo le polemiche sull’abbonamento speciale dovuto per pc, tablet e smartphone, l’azienda di Viale Mazzini, alla luce di un confronto con il dipartimento delle comunicazioni presso il ministero dello Sviluppo, ha precisato che il mero possesso dei computer non comporta il pagamento del canone speciale”.
 
“Caso chiuso quindi? Non è del tutto certo –precisa Sbalchiero-. Nella migliore delle tradizioni dei moloch burocratici, la nota della RAI –che per inciso mi sembra sull’argomento in totale confusione- afferma testuale: canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage) fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisori”. Una dicitura più restrittiva di quella precedente ma che lascia a nostro avviso troppi spazi all’interpretazione”.

“Quello che serve a questo Paese sono semplicità, coerenza e chiarezza! Sarebbe quindi opportuno che la norma, vecchia ricordo di oltre settant’anni, venisse cambiata escludendo per sempre gli apparecchi non televisivi. Aver comunque ottenuto una interpretazione restrittiva così da lasciare fuori dal perimetro del canone speciale i device collegati in rete resta un buon risultato –conclude Sbalchiero-. Speriamo che il caso della «tassa sul futuro» si chiuda definitivamente, senza se e senza ma”.