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Tra crisi globali e autonomia regionale

di Gianluca Cavion, presidente Confartigianato Imprese Vicenza

C’era una volta un mondo in cui, a inizio anno, si poteva fare progetti contando su previsioni stabili. Adesso quel mondo non c’è più. Mettendo in fila quanto accaduto negli ultimi periodi, dobbiamo enumerare un biennio di pandemia, una guerra in Ucraina e un conflitto in Medio Oriente che di recente ha condotto a un’altra crisi, quella riguardante il Canale di Suez e il Mar Rosso.

Gianluca Cavion

Ovvero una zona dove passano 2 miliardi di export vicentino e attraverso la quale transitano tante rotte delle importazioni, rotte che per evitare rischi di attacchi sono state spostate dalle compagnie mercantili a circumnavigare l’Africa, con un’impennata di tempi e costi. Risultato: anche la fornitura di prodotti per la nostra manifattura ha subito il contraccolpo, e pure la decisione del Qatar di sospendere il passaggio delle sue navi cisterna con il Gas naturale liquefatto (Gpl) ha contribuito al rialzo dei prezzi. Ma già prima i costi di materie prime ed energia erano saliti. Aggiungiamoci la prolungata stretta creditizia, e si capisce in che situazione si trovino oggi a operare le nostre aziende. 

Ecco spiegato perché ci troviamo ad affrontare scenari che nessuno avrebbe immaginato solo pochi anni fa. Il contesto di instabilità ha compromesso la certezza di molte precedenti catene di fornitura, tant’è vero che sarà necessario affrontare la sfida di una maggiore “regionalizzazione” dei mercati. Certamente tutti auspichiamo che si arrivi a una risoluzione politica e pacifica dei diversi conflitti, ma nel frattempo le imprese non possono rimanere ferme, devono continuare a scommettere sulle proprie capacità, sapendo che comunque qualcuno al loro fianco c’è. 

Per quanto ci compete come Confartigianato vicentina, continuiamo infatti a dare supporto alle nostre realtà produttive; e non a caso, in questo numero di FareImpresa, parliamo di quella “Guida ai Servizi” nella quale sono riassunte le tante opportunità di affiancamento e sostegno che poniamo in campo per dare risposte concrete alle esigenze di ogni socio. Comprese le realtà rivolte all’export, cui mettiamo sempre a disposizione strumenti per penetrare nei mercati, per azioni nel campo dell’internazionalizzazione, come missioni estere o accoglienza di operatori, e supportando anche con i nostri Temporary Export Manager quanti intendono lavorare sulle piazze globali, senza dimenticare il fondamentale supporto alla digitalizzazione delle imprese.

Tornando a guardare più da vicino lo scenario locale, va registrato che con il primo sì votato in aula al Senato è stato mosso un passo importante, per lo meno sul piano procedurale, verso l’autonomia delle Regioni, una riforma che la gran parte del Veneto ha sempre auspicato. 

A tale proposito, è bene ricordare che l’approvazione del disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia Differenziata va ritenuta una tappa importante “per” un cambiamento che riteniamo necessario se vogliamo un Paese più snello e competitivo in un mondo sempre più complesso e veloce, e non una mossa “contro” gli altri territori italiani. È un concetto che va ribadito, perché su questo tema fraintendimenti e pregiudizi non mancano, da ogni parte. 

Il via libera del Senato è arrivato dopo sette anni da un referendum regionale, quello datato 2017 che proprio nel Vicentino ottenne un larghissimo consenso, e del resto il ben più recente sondaggio (2023) realizzato da Confartigianato Veneto ha confermato che l’attesa per la riforma delle competenze regionali è tuttora assai viva in 8 artigiani su 10 (pari all’85% degli intervistati).
Al di là delle polemiche politiche, noi restiamo convinti della necessità che il nostro Paese debba crescere con la partecipazione di tutte le realtà territoriali e che per questo la spesa pubblica, al Nord come al Centro e al Sud, debba essere responsabile, adeguata alla propria realtà, produttrice di valore vero per cittadini e imprese, e creatrice di servizi pubblici efficienti ed efficaci.
Ogni territorio della nazione ha le sue peculiarità, ha caratteristiche che si riflettono anche nelle produzioni locali, in quelle specializzazioni che tutte insieme formano la “filiera” del Made in Italy tanto apprezzato nel mondo. Oggettivamente, quindi, non si può pensare che le esigenze delle aziende, le necessità delle comunità, le domande dei cittadini, siano le medesime ovunque. 

Alle nostre imprese serve un Veneto più forte, dalla struttura amministrativa performante, inserito in un Paese a sua volta più efficiente, in un’ottica di “competizione virtuosa” tra sistemi regionali che poi, in campo produttivo, non esclude affatto forme di collaborazione, come del resto già avviene. 

Chi teme che un domani si alzino steccati, che si creino solchi tra “ricchi” e “poveri”, è fuori strada. La metafora più azzeccata è quella della mano: ogni dito può muoversi in maniera indipendente, ma insieme possono agire in attività più complesse ed esercitare una forza maggiore.
Autonomia, per noi, significa piena assunzione di responsabilità gestionale del territorio, significa amministrare in base alle specificità locali, significa consentire di acquistare complessivamente più forza, sia dal punto di vista economico che istituzionale, attuando decisioni consapevoli nell’impiego delle risorse, con una gestione “ravvicinata” e quindi più facilmente osservabile (e giudicabile) dai cittadini e dal mondo imprenditoriale. 

In definitiva, Stato e Regioni devono operare con competenze complementari, senza intralciarsi a vicenda, senza inefficienze, con solidarietà ma senza assistenzialismi e spese improduttive, come troppe volte abbiamo visto negli anni. Questo serve, se vogliamo avere un Paese orientato al futuro.