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Transizione 5.0.: 6,3 miliardi di euro fermi per la mancanza dei decreti attuativi. Ma entro giugno dovrebbe essere tutto definito. Cavion: “Le richieste per il credito d’imposta scadono a fine 2025. Se non si procede quanto prima il rischio è una reale perdita di concorrenza per le nostre imprese”

Una misura che per ora, in mancanza dei provvedimenti attuativi, rimane sulla carta e di fatto mettendo in stand by 6,3miliardi di investimenti in quello che dovrebbe un ulteriore passo verso la transizione green e tecnologica. Il Piano Transizione 5.0., definito come l’evoluzione “green”del già noto Piano 4.0, sta infatti ancora aspettando gli ultimi via libera per entrare a regime e, di fronte all’incertezza, con esso si sono fermati anche gli investimenti delle imprese. L’ultima notizia in tema è che entro giugno tutto dovrebbe essere chiarito e la situazione sbloccata.
La nuova misura nasce per incentivare i progetti di innovazione realizzati negli anni 2024/2025 che prevedano investimenti in asset digitali nuovi, precisamente beni materiali ed immateriali nuovi, strumentali all’esercizio di impresa a condizione che, con gli stessi, si ottenga una riduzione dei consumi energetici a livello di struttura produttiva almeno pari al 3%, oppure di processo produttivo per almeno il 5%.
La norma consente inoltre di inserire nel progetto di innovazione, insieme agli investimenti 4.0, anche quanto favorisce l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, idroelettrico etc.) destinata all’autoconsumo, ad eccezione degli impianti alimentati a biomassa, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Possono accedere al credito “Transizione 5.0” tutte le imprese, mentre il credito di imposta è modulato in base all’importo dell’investimento e alla percentuale di riduzione dei consumi energetici, con aliquote proporzionate e diversificate.
Il credito di imposta “Transizione 5.0”, che funzionerà “a prenotazione” secondo un iter specifico, è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24 entro il 31 dicembre 2025.
“La misura sulla è una di quelle che vanno nella direzione di una concreta transizione green e digitale due aspetti sui quali molte delle nostre imprese credono per il valore di innovazione e competitività, interna ed estera, che possono fornire alle loro produzioni. In particolare sono coinvolte le imprese inserite in catene di valore che vanno oltre i confini locali, e spesso nazionali, per le quali sostenibilità e innovazione vogliono dire continuare a far parte di quelle catene. Ora i denari ci sono, la volontà delle imprese anche, manca solo … come fare. Di nuovo ci troviamo di fronte a una norma non operativa, scritta solo sulla carta, che di fatto blocca le imprese. Ora speriamo che effettivamente entro giugno, come preannunciato, la situazione si risolva. Va poi tenuto presente che allo stato attuale dopo il 2025 gli incentivi Transizione 5.0. cesseranno. Il rischio è che a decreti attuativi emanati ci sia una ‘corsa’ per recuperare il tempo perduto con inevitabile intasamento a livello di ordini, consegne e installazione. Tra le condizioni, queste ultime tre, necessarie e vincolanti per accedere all’incentivo. Come Confartigianato chiediamo quindi quanto prima l’emanazione dei provvedimenti attuativi e la piena operatività di questa nuova misura, pena perdere una buona occasione per permettere al nostro sistema produttivo un salto di qualità importante e di allinearsi anche con le politiche green europee che da qua a qualche anno entreranno in vigore. Auspichiamo inoltre che l’incentivo fiscale 5.0 possa essere di più ampio respiro e non cessare con la fine del prossimo anno, considerato che i primi sei mesi del 2024 se ne sono già andati”.
Gli esperti di Confartigianato sono a disposizione delle imprese per ogni chiarimento sul tema.

Comunicato 59