Autobus Operator sul Piano Trasporti della Regione e sulla sua ricaduta anche in territorio vicentino
Della Valle: “Da febbraio siamo fermi e molti autisti nell’incertezza hanno scelto altre strade”
11 dicembre 2020
Gli operatori del trasporto persone di Confartigianato Imprese Vicenza hanno accolto con molta attenzione il Piano Trasporti presentato dalla Regione Veneto ai Prefetti in vista della ripresa in presenza della scuola il 7 gennaio.
Il nodo di trasporti è stato infatti oggetto di grande dibattito a settembre con Provincia e Svt considerato i numeri della popolazione studentesca vicentina che quotidianamente si sposta per e da scuola.
“Abbiamo sempre manifestato la nostra piena disponibilità per arginare questa problematica – commenta Willy Della Valle, presidente degli Autobus Operator di Confartigianato Imprese Vicenza- e quindi accogliamo con rinnovato spirito collaborativo l’auspicata integrazione Pubblico/Privato con Amministrazione Provinciale di Vicenza e Svt. Confidiamo soprattutto nel fatto che nei tavoli aperti con la Provincia l’attenzione sarà rivolta alle PMI vicentine del settore che in questi mesi hanno vissuto una situazione drammatica. Da febbraio, infatti, tra gite saltate, viaggi e tour annullati, i nostri imprenditori hanno i mezzi letteralmente fermi. Da parte delle nostre imprese quindi c’è piena disponibilità a fornire un servizio di qualità, garantendo tutte le misure di sicurezza sanitaria necessarie (dalle distanze tra gli utenti all’igienizzazione del mezzo)”.
Pronto il Piano, sottoposto ai Prefetti e alle Istituzioni scolastiche, i fondi necessari dovrebbero arrivare da Roma per poi essere gestiti localmente. “L’auspicio è che anche nella redazione dei procedimenti di assegnazione dei servizi si tenga conto della realtà delle piccole e medie imprese”, aggiunge Della Valle.
Il presidente degli Autobus Operator vicentini non nasconde però che “la tardiva soluzione del nodo trasporti di studenti potrebbe porre sul tavolo il tema legato al personale: molti autisti, per superare la soglia della cassa integrazione e non avendo certezze sul futuro del settore, hanno deciso di intraprendere altri percorsi lavorativi. Scelte comprensibili e dettate dalle decisioni legate all’emergenza sanitaria che hanno penalizzato non poco il comparto. Ora si tratta di non commettere lo stesso errore: se il servizio di trasporto pubblico di studenti viene integrato con mezzi privati che almeno i contratti abbiano una certa continuità, prevedendo di arrivare fino alla fine dell’anno scolastico, per essere attrattivi anche per chi quegli autobus dovrà guidarli”.