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Trasporto pubblico nella sostenibilità: a che punto siamo?

Un ‘luogo’ di dialogo, confronto, scambio di buone pratiche in cui fare il punto sullo stato dell’arte in merito alla mobilità sostenibile.

Con questa finalità, qualche anno fa, Confartigianato Imprese Vicenza promuoveva CI.TE.MO.S. (Città Tecnologia Mobilità Sostenibile). Da allora il tema è divenuto uno dei principali argomenti e obiettivi delle agende politiche, anche nelle ultime consultazioni amministrative e non solo, così come la sua ‘declinazione’ legata alla mobilità pubblica e privata.

Per fare il punto della situazione, Confartigianato ha perciò promosso un incontro anche in vista del 2035, data individuata dall’Unione Europea quale scadenza per la produzione di autovetture e veicoli a zero emissioni di CO2, di fatto sancendo la messa al bando e lo stop alla vendita di nuovi veicoli a benzina o diesel. Una scelta, in discussione al Parlamento Europeo, che non ha mancato di suscitare un acceso dibattito, in considerazione soprattutto delle tempistiche: da qui al 2035 mancano infatti poco più di 10 anni.

Nel frattempo, le stesse Amministrazioni s’interrogano su come coniugare la mobilità sostenibile, in termini soprattutto di metodi di ricarica efficienti e funzionali, e i costi dell’operazione, anche in termini di impatto sui cittadini.

A CHE PUNTO SIAMO?

Al momento, il dibattito sulla fattibilità e sostenibilità economica della transizione è prevalentemente centrato sul mercato dell’automobile, in considerazione della rilevanza industriale e occupazionale che esso riveste in tutta Europa. Allo stesso tempo, si torna a discutere dei mezzi di trasporto pubblico a basse emissioni, sul quale va rilevato l’impegno di molte amministrazioni che hanno esteso il loro parco mezzi con un crescente numero di autobus elettrici, veicoli che possono rappresentare un tassello importante per rendere la sostenibilità ambientale realizzabile e diffusa. Come il trasporto pubblico stia evolvendo sulla strada dell’elettrico lo ha spiegato Fabio Massimo Frattale Mascioli, responsabile scientifico di Po.Mo.S. Polo per la Mobilità Sostenibile dell’Università La Sapienza di Roma, nonché coordinatore scientifico di CI.TE.MO.S.

“L’avanzata delle tecnologie dei bus elettrici – ha spiegato – riflette l’avanzare delle tecnologie in ogni mezzo elettrico, compresi quelli privati e quelli pesanti. I vettori che hanno maggior avanzamento tecnologico sono sostanzialmente: le infrastrutture di ricarica e l’efficienza generale del ‘power train’ del mezzo, in particolare dei motori elettrici che vengono spremuti fino all’ultima tacca di percentuale di efficienza; e le componenti elettroniche, soprattutto dei parchi-batterie che sono sempre più performanti, più leggeri e danno maggior capacità energetica a bordo, e quindi maggior autonomia. Per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica, probabilmente per chi gestisce un sistema pubblico di trasporti sono la parte più delicata, quella che impatta maggiormente sul tessuto cittadino”.
Le tecnologie adottate possono essere la cosiddetta ricarica plugin e quella wireless. 

Per capire meglio di che si tratta, ascolta la spiegazione del prof. Mascioli. E l’intervento di Gaetano Fusco, direttore del Centro di ricerca per il trasporto e la logistica della Sapienza di Roma. 

“Non c’è dubbio che, tra le azioni mirate a diminuire l’impatto ambientale legato ai comportamenti quotidiani di tutti noi, rientri proprio il concetto di mobilità sostenibile in senso ampio e generale, in quanto permette di incidere sulle dinamiche dannose non solo per l’ecosistema ma anche, e soprattutto, per la salute – commenta Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -. In tale contesto, l’aumento dell’utilizzo del trasporto pubblico, che ha bisogno di essere più efficiente per i cittadini, unitamente all’innovazione tecnologica dei bus elettrici, può essere un’importante occasione per progettare in modo eco-compatibile il trasporto pubblico in città di medio piccole dimensioni, come è appunto Vicenza, che non hanno la possibilità di dotarsi, per ragioni economiche, di metropolitana”.