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Tre Capolavori a Vicenza: la mostra ospitata nella Basilica Palladiana

Durante le festività, il suggestivo videomapping “Faber Aura” proiettato in Piazza dei Signori a Vicenza ha reso omaggio all’Artigianato come unione di manualità e intelligenza creativa.

Ora, e fino al 9 marzo, prosegue all’interno della Basilica Palladiana l’invito a “farsi stupire” tra arte, scienza e tecnica con l’originale evento espositivo “Tre Capolavori a Vicenza. Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano, Gianandrea Gazzola”, ideato e promosso dal Comune con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo e curato da Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum. L’ingresso è gratuito per i cittadini di Vicenza e provincia.

Per l’occasione, il maestoso salone della Basilica Palladiana, patrimonio UNESCO dal 1994, si è trasformato in un vero e proprio “teatro” dove viene messo in scena l’incontro fra opere di tre grandi artisti di epoche diverse: gli studi e i disegni di Leonardo da Vinci (1452-1519), la pala con “L’alluvione” del Colmeda di Jacopo da Bassano (1510-1592), e l’inedita quanto spettacolare installazione “site-specific” del maestro contemporaneo Gianandrea Gazzola. 

Come la rassegna dello scorso anno “Caravaggio, Van Dyck e Sassolino” era dedicata alla riflessione sull’esperienza del Tempo, così quest’anno il curatore Beltramini ha costruito un dialogo attraverso i secoli fra tre artisti sul concetto di Natura, declinato in un elemento essenziale e prezioso, alla base della vita umana: l’Acqua. 

Leonardo ritiene la Natura “buona madre di ogni cosa”, che non crea mai nulla che non sia necessario, nel minor numero di passaggi e con il minor dispendio. Ad essa deve guardare tanto lo scienziato quanto l’artista, per ritrovare quell’armonia non creabile artificialmente, ma insita in ogni processo naturale. “Fa il tuo ingegno a similitudine dello specchio”, scrive Leonardo.

E quella dell’artista come “specchio di natura” sembra una definizione costruita intorno al lavoro del veronese Gianandrea Gazzola, celebre per aver concepito una macchina per far scrivere i venti (“Lo scriba: il vento del Mediterraneo”, 2018) e un’altra che trae dall’attività elettrica delle radici di un olivo secolare l’energia che traccia un grafema in tempo reale (“Sub Limine”, 2010-2022), così come in opere come “Lo Stilo/Stylus” (2013) e “Infinitum” (2018), entrambe esposte ad Arte Sella, manifestazione internazionale di arte contemporanea che si svolge nei prati e nei boschi della Val di Sella, in provincia di Trento. 

Nella realizzazione per la Basilica Palladiana, Gazzola trasferisce le onde sonore dall’aria all’acqua contenuta in una grande e scenografica vasca quadrata, di 12 metri per lato. Una serie di 10 lamelle metalliche, chiamate “attuatori”, inserite nelle sponde e comandate da un computer, secondo un programma preordinato, consentono all’acqua di essere in continuo movimento, creando micro-onde che producono articolate figure di interferenza sulla superficie della vasca. Gli impulsi responsabili della creazione delle onde sono generati da infrasuoni: suoni cioè, non udibili da orecchio umano, che riescono a imprimere la loro traccia sull’acqua, come una partitura che si offre alla vista ma non all’udito. Attraverso un artificio visivo e l’azione di due potenti fasci di luce diretti sulla superficie della vasca, le micro-onde sono proiettate e tracciate su uno dei tre teli sospesi sopra la vasca, ciascuno dell’altezza di 8 metri. Le liquide figure generate dalle onde sono basate sugli stessi rapporti armonici delle architetture palladiane, così come sono teorizzati dall’architetto romano antico Vitruvio: per questo in mostra si trova esposta proprio la preziosa edizione del trattato vitruviano “Dell’Architettura”, illustrata da Palladio nel 1554, oggi fra i tesori della Biblioteca Bertoliana di Vicenza. 

L’opera di Gazzola entra in dialogo, quindi, sia con l’architettura che la contiene e i suoi principi costruttivi, sia con tre straordinari disegni di Leonardo da Vinci, provenienti dal celebre Codice Atlantico, oggi conservato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Difatti, il percorso espositivo prosegue in uno spazio molto intimo, destinato a pochi gruppi di visitatori, che consente un’esperienza ravvicinata con i preziosi fogli firmati da Leonardo da Vinci, presentati a Vicenza per la prima volta. Qui Leonardo annota riflessioni personali intrecciate a schemi scientifici: «Sono pagine personali e segrete – osserva Beltramini – annotate con la caratteristica calligrafia invertita, per noi leggibile solo allo specchio. In questi fogli Leonardo riflette tanto sui meccanismi della visione, sulla luce e l’ombra, quanto sulle traiettorie rettilinee e tortuose seguite dalle immagini e dagli odori per raggiungere i nostri sensi e divenire percettibili: egli immagina l’aria intorno a noi attraversata dalle scie delle ‘species’, vale a dire da elementi infinitesimali emessi dai corpi. Una idea visionaria che entra in risonanza con le ‘onde visive’ di Gazzola». 

Ma come ci insegna Leonardo, e purtroppo la nostra memoria recente, la Natura è tanto buona madre quanto crudele matrigna. Questo ci rammenta il terzo capolavoro che conclude il percorso espositivo: l’opera di Jacopo da Ponte, detto il Bassano, “L’alluvione del Colmeda”, realizzata per l’altare della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Feltre, commissionata all’artista in seguito al nubifragio del 27 luglio 1564 che devastò il territorio e portò all’esondazione del fiume, con un tragico bilancio di vite umane. Nel dipinto si vede, nella parte superiore, l’apparizione della Madonna con il Bambino tra i santi Crescenzio e Antonio da Padova sopra a nubi temporalesche, mentre, nella parte inferiore, vengono rappresentati gli effetti dell’inondazione in tutto il suo crudo realismo. È, tuttavia, possibile opporsi alla distruzione, e Palladio stesso progettò una macchina per governare le acque e “vincere la Natura in quelle cose in cui noi vinti siamo”: accanto al dipinto bassanesco si trova così esposto il testo a stampa con i “Tre discorsi sopra il modo d’alzare acque da’ luoghi bassi”, in cui è rappresentata la “macchin”a palladiana, altro volume conservato nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Dipinto e libro sono ancora, a distanza di secoli, un monito e uno sprone per tutti. 

«Con l’esposizione di queste prestigiose opere – ha sottolineato il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, offriamo ai vicentini e ai turisti una nuova preziosa esperienza culturale all’interno del simbolo della città, la Basilica Palladiana. Come lo scorso anno, abbiamo voluto che l’ingresso alla mostra fosse completamente gratuito per i residenti a Vicenza e provincia: un regalo che è anche la restituzione alle cittadine e ai cittadini di un bene collettivo». 

Nel periodo natalizio, non solo in Basilica, ma anche a Palazzo Leoni Montanari delle Gallerie d’Italia di Banca Intesa Sanpaolo è stato possibile l’ingresso gratuito ai vicentini per ammirare la scultura “La caduta degli angeli ribelli” di Francesco Bertos, opera cui FareImpresa ha dedicato un articolo nel numero scorso. «Per le Gallerie d’Italia – ha osservato il direttore generale Michele Coppola – è vitale mantenere un dialogo profondo con la propria città e realizzare nuove iniziative insieme alle istituzioni, pubbliche e private, del territorio. Proporre a Palazzo Leoni Montanari un’esposizione dedicata a uno dei capolavori delle collezioni di proprietà, la ‘Caduta degli angeli ribelli’, si accompagna irrinunciabilmente alla progettazione della mostra ospitata negli straordinari spazi della Basilica Palladiana. La rinnovata presenza al fianco del Comune di Vicenza, la sinergia tra luoghi di valore identitario e la partecipazione di un nostro prestigioso interlocutore, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, credo siano ulteriori conferme dell’attenzione che la Banca riserva alla città mettendo a disposizione competenze, relazioni e sedi che contribuiscano ad arricchirne l’offerta culturale».

La mostra dei “Tre capolavori” in Basilica Palladiana è sostenuta da aziende ed enti privati del territorio come AGSM AIM, Confartigianato Imprese Vicenza, Gemmo, LD72, La Triveneta Cavi by Nexans, Gruppo OTB, Serenissima Ristorazione, ViAcqua.