Turismo e artigianato: un’accoppiata vincente
Piace il Veneto, e piace anche Vicenza, quali meta turistica. Lo confermano ampiamente i dati con un’estate in pieno recupero delle perdite senza precedenti causate dalla pandemia.
E questo nonostante il persistere di rischi per l’economia causati dal protrarsi della guerra in Ucraina, dall’inflazione e delle tensioni sui prezzi delle materie prime e dell’energia. Del resto, già la spesa sostenuta dai turisti nel 2021 era apparsa in evidente ripresa rispetto al 2020, a Vicenza la spesa sostenuta dai turisti stranieri nel 2021 è stimata in 138milioni di euro.
Dati confortanti erano arrivati anche dai primi quattro mesi del 2022, ed è noto che agosto è il mese con il maggiore numero di presenze turistiche in Veneto. Sempre nel territorio berico, poi, manifestazioni quali VicenzaOro, e annesso calendario di ViOff, ha richiamato altri turisti. Di qui l’interesse delle piccole imprese alle politiche di accompagnamento all’offerta turistica, in primis per le figure professionali legate al settore, con in più un appello al nuovo Governo perché mantenga l’attenzione necessaria.
Lo scenario vicentino
Osserva Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza: “La nostra regione è sempre stata meta di molti turisti grazie al suo felice connubio di arte, storia e bellezze naturali, e per molti visitatori anche una tappa nel Vicentino è quasi d’obbligo. Un flusso di persone che vanno a supporto anche delle realtà produttive beriche, capaci interpreti nelle loro produzioni del meglio del territorio e in grado di offrire servizi di alto livello. Tra bontà gastronomiche, vini, e prodotti di alta manifattura, il Made in Vicenza è ben riconoscibile e apprezzato. Ma per sostenere tutto questo servono servizi, infrastrutture, investimenti per il recupero e la manutenzione del patrimonio culturale e artistico, e incentivi laddove ci siano realtà – produttive o territoriali – in momentanea sofferenza. Un’attenzione che il prossimo Governo dovrà non dimenticare”.
Anche perché sono i dati a parlare
Gli arrivi nel vicentino sono stati 517.076 nel 2021; in ripresa rispetto ai 361.074 del 2020 ma non ancora a livelli pre pandemia (erano 853.260 nel 2019). Dati confortanti anche dai primi 4 mesi del 2022 rispetto ad analogo periodo degli anni precedenti: 176.128 gli arrivi contro gli 88.319 del 2021, i 117.341 del 2020 (erano 236.219 registrati nel 2019). Alla fine del primo trimestre 2022 si contano 3.026 imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica nel vicentino (pari al 13,2% dell’artigianato berico). Nel trimestre agosto-ottobre 2022 sono previste 2.600 entrate di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (11,8% delle entrate totali previste nel periodo) di cui 60 banconieri di gelateria, 60 cameriere di bar, 400 banconiere di bar, con una difficoltà di reperimento del 52,2%, ovvero le imprese ritengono difficile trovare il personale in 1 caso su 2.
E quello Veneto
A livello veneto, le imprese artigiane interessate dalla domanda turistica sono oltre 17mila (3.026 nel Vicentino, pari al 13,2% dell’artigianato provinciale e al 13,9% di quello regionale). In chiave settoriale, nel Veneto il comparto più rilevante è l’abbigliamento e calzature, seguito da altre attività manifatturiere e dei servizi, comparto che comprende importanti attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre; seguono ristoranti e pizzerie, agroalimentare e trasporti, bar, caffè, pasticcerie, nonché imprese operanti in attività ricreative, culturali, intrattenimento, strutture ricettive e giornali, guide ed editoria.
“Questa fittissima rete di imprese – aggiunge il presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto – è al servizio dei turisti ed è fondamentale a rendere accogliente il nostro territorio. Non a caso il 59% della spesa dei viaggiatori stranieri, pari a 1,9 miliardi di euro in Veneto, è dedicata a trasporti passeggeri, ristorazione e acquisti di prodotti artigianali e del Made in Italy. Nel complesso si tratta di un paniere di beni e servizi per i quali la qualità fa la differenza, consolidando l’elevata reputazione dell’offerta turistica veneta ed italiana”.
Proprio alla base di tali motivazioni sta la richiesta affinché il nuovo Governo confermi il Ministero per il Turismo come avvenuto nell’esecutivo guidato da Mario Draghi, e con portafoglio dedicato.